MOTO GP. La vittoria di Rossi in California ravviva la corsa al titolo e la sfida alla Ducati. «Scintille» d’altri tempi tra il Dottore e il pilota australiano
Ci hanno messo dentro di tutto Rossi e Stoner, domenica sera, a Laguna Seca. Classe, intensità, coraggio. E veleno. L’australiano non ha gradito l’irruenza di Valentino in certe curve: «Corro da anni e non ho mai visto sorpassi così duri». «E io allora corro da una vita ma le gare le ho sempre viste così», la risposta del Dottore. «Stoner è abituato a vincere in fuga – ha proseguito il pilota della Yamaha – il corpo a corpo è diverso, entrano in gioco altri fattori e sono contento di averlo battuto». Il day after del Gp dell’anno lascia ancora impressi, sulle rètine degli appassionati, quella serie di sorpassi tra i due. Vaghi ricordi del duello di Digione nel 1979, tra Villenueve e Arneaux. Altri tempi e soprattutto un altro sport.
Nel cassetto dei motoricordi c’è l’emozionante testa a testa tra Rossi e Biaggi a Welko, in Sud Africa, nel 2004. Ma domenica sera i due abbiano oltrepassato il limite, incarnando un duello che passerà alla storia del motociclismo moderno. E non c’è solo l’elettronica di mezzo, inutile appellarsi al traction control. Vedi le loro moto inclinate all’uscita della Cavatappi e noti le stesse scelte di traiettoria. Rossi che non molla un centimetro e Stoner costretto a tornare sulla terra. Il sapore della ghiaia a nove giri dal traguardo, un regalo dell’australiano a Rossi: fuga e vittoria dove non gli era mai riuscito, «La più bella» secondo Valentino. Si potrà contestare a Casey la troppa irruenza, invocare una maggiore pazienza, di attendere prima di affondare il colpo.
Ma del campione si ama l’istinto. Spericolato e sfrontato, il ducatista ha avuto il merito di non mollare. La stessa tenacia che lo ha risollevato dopo Barcellona, quando il suo distacco da Rossi era arrivato a 50 punti tondi. Valentino da allora era andato quasi in crisi mistica. Non vinceva dal Mugello, ha patito Dani Pedrosa al Montmelò e visto Stoner infilare tre vittorie di fila. Merito anche di una Ducati capace di far volare l’australiano. Serviva un gesto di forza e il pesarese l’ha sfoderato. «Stoner deve capire – ha poi detto – che venderò cara la pelle». Duello fino all’ultima curva del motomondiale. Si riparte il 17 agosto da Brno. Dove Valentino lo scorso anno non andò oltre il settimo posto. Poi Indianapolis, favorevle ai 4 cilindri Ducati; Giappone, dove Valentino non vince dal 2001; Australia, dove prima dell’affermarsi di Stoner in Moto gp era terra di conquista per il pesarese. Poi Sepang e Valencia. Sette battaglie per il tetto del mondo.
Simone Di Stefano – Pubblicato su L’Unità del 22-07-2008
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