• i più letti

  • archivio

  • RSS notizie

    • Si è verificato un errore; probabilmente il feed non è attivo. Riprovare più tardi.
  • fin dove arriva la nostra voce

  • temi

Europa ed Australia, crescono i legami economici

Per l’Italia il 2014 si è aperto con l’avvio di diverse iniziative in comune con il paese del Pacifico

 

 

Si moltiplicano le occasioni di cooperazione economica tra Europa ed Australia e l’Italia ha visto aprirsi varie opportunità di sviluppo nell’area dell’Asia-Pacifico tra 2013 e 2014. Quest’anno David Ritchie è passato a rappresentare l’Australia in Germania, mentre Doug Trappett è diventato il responsabile in Italia. Mentre Ritchie avrà a Berlino competenze che comprenderanno anche i rapporti con la Svizzera, Trappett ora sta aggiungendo la significativa esperienza in Italia ad impegni svolti in paesi emergenti, come gli Emirati Arabi.

L’Italia è stata al centro dell’attenzione australiana nel 2013, quando il portavoce laburista Anthony Albanese ha visitato il governo italiano, anticipando i temi del G20 che sarà presieduto da Canberra nel 2014. All’Australia spetterà l’allestimento di appuntamenti come il Business 20, con la prospettiva di avanzare proposte sull’incoraggiamento della crescita socioeconomica globale negli anni futuri.

L’autunno scorso si sono svolti in tutta Italia eventi finalizzati a diffondere la cultura del paese del Pacifico, come l’iniziativa della società Grande Exhibitions – attiva nella creazione di esposizioni caratterizzate da un rilevante investimento nella tecnologia – appuntamento che ha attraversato Milano, Roma, Venezia, Assisi.

Inoltre l’allora ambasciatore è intervenuto all’Università Ca’ Foscari sul tema dell’Asia-Pacifico e delle relazioni tra Italia ed Australia: con la partecipazione del rettore Carlo Carraro, di Rolf Petri (direttore della School of International Relations) di Alide Cagidemetrio (vice rettore per le relazioni internazionali) e del vice direttore della School for International Relations, Antonio Trampus, a partire da aprile del 2013 è stato siglato un memorandum di intesa tra l’Università Ca’ Foscari e la Sydney University of Technology.

Anche nel campo della cultura si guarda all’identità di questo paese ed ai suoi legami con il Mediterraneo, se già alla fine del 2013 il coro della Brighton Secondary School si è esibito a Pesaro e Roma, protagoniste saranno anche le arti visive: Fiona Hall, con le installazioni e l’architettura rappresenterà l’Australia alla Biennale di Venezia del 2015, con una attenzione particolare all’ecologia nell’epoca della globalizzazione.

Non manca la comunità scientifica, il programma di ricerca italiano in Antartide, battezzato “Auspicio” il cui finanziamento ha avuto il via libera a novembre, si basa su una collaborazione con il Bureau of Meteorology del governo australiano e riguarderà lo studio dell’alta atmosfera e delle sue le condizioni attuali.

Ma in questo periodo la collaborazione internazionale attira soprattutto l’interesse degli operatori economici: si è fatto notare il successo di Salini Impregilo nel vincere una commessa a Sidney per la progrettazione e la costruzione del ponte “Skytrain”, un tassello fondamentale della nuova North West Rail Link, importante opera ferroviaria di collegamento, dal valore di circa duecentoventi milioni di euro. L’assegnazione ha portato alla ufficializzazione dell’incarico il 18 dicembre dell’anno da poco conclusosi.

Aldo Ciummo

 

La Venezia del ‘500 rivive nel romanzo di Mazzucco

Nel corso di una conferenza presso l’Accademia di Danimarca di Roma è stato presentato il libro dedicato all’opera del Tintoretto e pubblicato in italiano ed in danese

Giovedì 5 dicembre, presso l’Accademia di Danimarca a Roma, si è svolta la conferenza di presentazione del testo “Tintorettos engel” (“La lunga attesa dell’angelo” nel titolo italiano del romanzo di Melania Mazzucco, tradotto in danese da Marie Andersen) nel corso della quale l’autrice ha chiarito la genesi di questo libro.

La storia è ambientata nella Venezia del Cinquecento, ricostruita nel linguaggio e nelle abitudini dei personaggi, caratteristica del romanzo che ha reso più arduo anche il compito della traduzione, come autrice e traduttrice hanno raccontato nel corso dell’incontro. Al centro della rievocazione c’è quindi l’arte con la sua capacità di approfondire la ricerca, religiosa nel caso del Tintoretto (1519-1594) tracciato dal romanzo.

La protagonista è una bambina che diventa apprendista del pittore, si tratta di Marietta, la figlia della quale lo stesso artista manierista contribuirà a creare un’immagine in seguito richiamata moltissime volte dalla letteratura europea, anche se per quanto riguarda la storia dell’arte la quasi totalità delle opere di questa erede della grande figura dell’arte veneziana cinquecentesca si è perduta e confusa nella congerie di tele classificate come provenienti dalla bottega del Tintoretto.

L’Accademia di Danimarca ospita periodicamente artisti e studiosi di storia dell’arte interessati al territorio di Roma ed al suo patrimonio archeologico ed anche appuntamenti dedicati ai rapporti culturali tra Italia e Danimarca.

Aldo Ciummo

Germania, la coalizione progressista può farcela

Il partito anti-euro non decolla nei sondaggi, ma pochi voti erosi ai liberali nelle elezioni di settembre archivierebbero i governi conservatori

Non manca molto a settembre, quando si svolgeranno quelle elezioni tedesche che ormai nelle preoccupazioni di tutti i cittadini europei ricordano l’ansia precedente alle consultazioni americane del 2008, e ciò non a torto: le conseguenze sulle linee di politica economica sono prevedibilmente significative, sia nel caso di una riedizione del centrodestra liberata dal timore della defezione elettorale dei conservatori euroscettici, sia in quello di un partito socialdemocratico che mantenga al suo interno (e nelle alleanze) almeno un po’ di sinistra, che teoricamente non dovrebbe avere molto a che fare con la strana accoppiata rigore-liberismo sperimentata in questi ultimi anni.

Stando ai sondaggi, la nuova formazione populista “Alternative fuer Deutschland” (AfD), che propaganda l’uscita dall’euro, raccoglierebbe appena pochi punti percentuali, addirittura sarebbe soltanto vicina al due per cento, rimanendo quindi fuori dal Parlamento tedesco. Se questi pochi consensi fossero tolti alla componente liberale di governo (l’ Fdp, nel cui campo d’opinione si ritiene da più parti che si collochi una buona parte degli euroscettici vicini alle posizioni dell’Afd) l’effetto potrebbe essere però abbastanza rilevante: i liberali infatti hanno già perso molti consensi nelle ultime consultazioni e potrebbero fermarsi ora ad un soffio dalla soglia di sbarramento del cinque per cento.

Questo aprirebbe la strada ad un governo progressista, a patto che i Socialdemocratici abbandonino le tendenze rigoriste e conservatrici  e preferiscano la strada dell’equità e dello sviluppo, la linea già indicata dalla governatrice del Nord-Reno Vestfalia, Hannelore Kraft e proposta con successo ai tedeschi per vincere nel 2010 nello stato nordoccidentale del paese. I Socialdemocratici dovrebbero, in questo caso, allearsi con i Verdi e con le sinistre alternative, offrendo ai cittadini un opportunità europea, laddove negli ultimi tempi l’Europa è stata spesso dipinta come un peso, nonostante gli indubbi vantaggi che la Germania ha sempre avuto come frutto della partecipazione alla costruzione europea e nonostante l’evidenza che la crisi in altri paesi del continente è presto divenuta un grosso freno anche per Berlino.

La crescita socioeconomica nella UE è il migliore investimento che la Germania, al pari di altri grandi paesi componenti della Unione Europea, può compiere per diventare più competitiva. Gli outsider che rifiutano l’euro non sembrano in grado di intercettare l’interesse dei tedeschi, i quali pur diffidenti su alcuni temi comunitari sanno che l’euro non ha prodotto chissà quali problemi, (peraltro scarsi in Germania riguardo ad occupazione e profitti). Il Centrodestra e buona parte dei Socialdemocratici hanno gestito i temi europei con una attenzione piuttosto ferma agli interessi nazionali, come sanno bene anche gli altri paesi, lasciando poco spazio ad una forza monotematica come il partito anti-euro AfD, che tra l’altro è poco gradito all’elettorato perché esiste il sospetto che questo partito accolga estremisti destrorzi.

La debolezza del Centrodestra tedesco è più che altro nel fatto che a settembre un margine infinitesimale nel voto basterebbe ed avanzerebbe ad archiviarlo. Il tallone d’achille dei Progressisti invece è lo stesso che purtroppo conosciamo da vicino, cioè la grande difficoltà che si avrebbe a convincere un elettore di quali sono le differenze evidenti con l’avversario, così da spostare quel margine.

Aldo Ciummo

New Ross, la città irlandese di nuovo famosa per i suoi arazzi

La città che fu il porto di Ros Mhic Treoin e vide i commerci tra l’isola verde e l’Italia oggi è conosciuta per progetti che riportano al centro l’artigianato

La città irlandese di New Ross sta conoscendo una nuova notorietà, sia nelle iniziative connesse al semestre irlandese di presidenza della Unione Europea che per il progetto “Ros Tapestry” che richiama la lunga tradizione di arazzi riportata in vita da molti appassionati nella contea di Wexford.

La storia del porto di Ross risale al 1207, quando il conte William Marshal si concentrò sulla provincia del Leinster. Il fiume Barrow fu importante nella costruzione della città, che aveva il fine dichiarato di aprire l’area al commercio internazionale.

La posizione dell’autore del progetto era tale da permettere l’acquisizione delle risorse necessarie ad un’impresa del genere. L’arrivo del conte William e di sua moglie Isabel è descritto nelle Cronache di Ross che si trovano oggi al British Museum di Londra.

La presenza dei corsi d’acqua nel sudovest dell’Irlanda rappresentava un elemento importante, perché si collegava ad altre vie di transito. I banchieri italiani dell’epoca ebbero un ruolo fondamentale nella nascita della città, finanziando la creazione delle opere necessarie.

La lana era già una delle esportazioni principali dell’isola e gli italiani presenti nell’impresa di quel secolo nella regione (Frescobaldi, Spini, Riccardi) sono rappresentati in alcune opere tradizionali tramandate e nel corso del tempo intessute nei caratteristici arazzi che sono ancora oggi tipici della cittadina.

Aldo Ciummo

Comunicare l’Europa

Venerdì 14 giugno a Roma è stato presentato il libro “Communicating Europe in Italy” di Lucia D’Ambrosi ed Andrea Maresi
Sono stati molti gli interventi, in occasione della presentazione del libro di Lucia D’Ambrosi ed Andrea Maresi “Communicating Europe in Italy”, un testo che affronta il problema di una informazione, quella italiana, che in buona parte ancora si comporta come se il settanta per cento delle decisioni non venisse oramai preso a livello comunitario europeo. Hanno portato il loro contributo riguardo alle loro esperienze nelle istituzioni della UE Franca Faccioli (Università di Roma La Sapienza) Francesco Adornato (Università di Macerata), Giampiero Gramaglia (direttore di Euractiv) e gli europarlamentari Pittella e Angelilli.

Gianni Pittella ha sostenuto la necessità di rendere più flessibile il patto di stabilità per rendere la UE effettivamente espressione dei bisogni delle popolazioni, affermando che le forze politiche debbono uscire dalla dimensione puramente nazionale, in modo da aiutare la partecipazione popolare alle decisioni comunitarie.

Franca Faccioli ha sottolineato la difficoltà di migliorare il dialogo con le istituzioni comunitarie, quando le stesse istituzioni nazionali sono di fronte ad un calo drastico di rappresentatività ed ha evidenziato il rischio di una informazione sulla Ue eccessivamente settoriale mentre le preoccupazioni nella società vertono su questioni pratiche.

Adornato ha detto che la crisi impatta sulle possibilità della UE di risultare credibile in base agli sforzi concreti che opererà per quanti abitano il continente ed ha invitato il sistema dell’istruzione ad introdurre una educazione civica comunitaria e concluso che a partire da lì si gioca il confronto con i paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) il cui rapido sviluppo economico accentua ultimamente l’impressione di una Europa in affanno.

Roberta Angelilli ha insistito sulla necessità di spostare l’impegno europeo sulla crescita e sulla vicinanza ai problemi concreti della popolazione e di incrementare l’informazione sulle opportunità messe a disposizione di imprese ed enti pubblici, nel quadro degli incentivi europei, oltre che sull’importanza della consultazione popolare e della verifica dei risultati prodotti dai progetti di formazione.

Aldo Ciummo

Unione Europea, dibattiti a Torino

Dal 24 al 26 maggio i giovani del Movimento Federalista Europeo si sono incontrati, il movimento comprende persone di diverse forze politiche, punto di incontro il sostegno all’integrazione europea

L’Unione Europea è stata al centro di tre giorni di dibattito a Torino. La GFE  (sezione giovanile del Movimento Federalista Europeo) ha organizzato l’incontro cui sono intervenuti i rappresentanti di diverse delegazioni di forze politiche  (di Giovani Comunisti, al Pd, Pdl, Lega Nord, Centro Democratico) ed il dibattito “Lavoro, sviluppo e crescita in Europa” e su “Democrazia, diritti e partecipazione in Europa”.

Il congresso del movimento federalista europeo (che comprende iscritti di tutte le forze politiche ed esponenti della società civile e che è stato fondato dall’antifascista Livio Spinelli al termine della seconda guerra mondiale al fine di accelerare la partecipazione popolare alla creazione di una Europa unita) ha visto le relazioni di presidente e segretario uscenti, Federico Butti e Simone Vannuccini.

Per la sezione di Roma sono intervenute Livia Liberatore e Margherita de Candia e si è parlato del ruolo del federalismo europeo in un periodo in cui l’Europa è percepita con distacco e del bisogno di partecipazione degli europei alle istituzioni del continente.  Hanno partecipato al congresso di Torino del Movimento Federlista Europeo, Tommaso Visone, Federico Castiglioni, Antonio Argenziano.

Nelle votazioni interne alla sezione giovanile del movimento per i ruoli di presidente, segretario, tesoriere, sono stati eletti Luca Lionello (Milano), Claudia Muttin (Pisa) e Stefano Rossi (Torino). Nella direzione nazionale è stata confermata anche Margherita De Candia.  Il gruppo di Roma ha presentato le stesse opinioni delle sezioni di Genova e Torino, critiche verso le attuali politiche economiche europee e questa tendenza è stata accolta dal congresso nel suo insieme.

I gruppi di Roma, Torino, Genova si sono trovati d’accordo sulla opportunità di aprire maggiormente i lavori del movimento federalista europeo al confronto con i partiti, i movimenti, le università e le associazioni. Le sezioni della Lombardia invece ritengono che per conservare la propria efficacia di gruppo di pressione sui governi il Movimento Federalista Europeo (MFE) incluso il suo settore giovanile dovrebbe rimanere ben distinto da tutte le altre organizzazioni pur mantenendo ovviamente chiare caratteristiche radicate nelle origini antifasciste, federaliste e democratiche dell’organizzazione che esiste in tutto il continente (con iscritti attivi nella promozione dell’europeismo davvero numerosi soprattutto in Germania ed in Francia). La sezione di Torino si è confermata tra le più numerose in Italia.

Aldo Ciummo

Politica Agricola Comune, preoccupazione per il bilancio UE ridotto

Entro la fine della Presidenza di turno dell’Irlanda si dovrebbe arrivare alla riforma di quello che è ancora il capitolo più voluminoso del bilancio Ue.

Il 27 maggio si sono riuniti i Ministri dell’Agricoltura assieme ai relatori (Per il Parlamento Europeo) della Politica Agricola Comune, obiettivo dell’incontro svoltosi a Dublino arrivare ad un accordo entro il termine della presidenza di turno irlandese. Gli agricoltori chiedono da tempo una maggiore semplificazione e la previsione di minori spese per portare avanti le necessarie pratiche formali a livello comunitario.

ll sistema dei pagamenti diretti ai produttori da parte delle istituzioni comunitari al centro del dibattito, secondo molti infatti occorre riequilibrare le maggiori opportunità offerte ai grandi produttori, caratteristici di alcuni paesi come Francia e Germania, rispetto ad aziende di dimensioni minori che si trovano in una serie di paesi anche molto diversi tra loro, come Italia ed Estonia, senza contare l’annosa problematica di paesi come il Regno Unito che dalla produzione agricola traggono soltanto una parte limitata della crescita economica.

Una novità di rilievo è il tema del “greening”, l’introduzione di una componente ecologica nel lavoro degli agricoltori, che verranno incentivati ora non soltanto (e non tanto più) per la quantità di prodotto, quanto per l’assunzione di funzioni diverse e nuove come la tutela del territorio di cui quotidianamente si occupano.

Un problema è costituito dal tema delle sanzioni previste per le inadempienze, che non dovrebbe diventare un ostacolo alla professionalità degli addetti del settore, rischio che esiste perché al di là delle vere infrazioni esiste nella riforma in discussione la possibilità di errori da parte dei produttori, che debbono essere messi in condizione perciò di interpretare una riforma ben chiara e non troppo appesantita da tecnicismi burocratici.

Tuttora la politica agricola rappresenta quasi una metà del bilancio pluriennale europeo, anche se molto ridotta rispetto al passato, con ciò che ne consegue in termini di litigiosità tra i diversi paesi europei, ragion per cui è da cogliere la possibilità di passare dal sostegno finanziario quantitativo ad un maggiore equilibrio sia nella motivazione del supporto (come avverrebbe appunto incentivando la protezione del territorio) ed anche in una maggiore equità nell’ascolto delle esigenze di tutti i paesi, inclusi quelli come il Regno Unito che comprensibilmente aspirano a sostenere sforzi finanziari coerenti con i propri settori economici trainanti.

Aldo Ciummo

Finlandia al salone del libro a Torino

L’associazione Minuksi, che si occupa di promozione culturale a livello europeo, è presente nelle iniziative che vanno dal 16 al 20 maggio

Presso il Caffè letterario del Salone del Libro di Torino, lunedì 20 maggio alle 12,00, si svolgerà l’incontro intitolato “investire in arte e cultura: propulsore dell’economia in Finlandia”.

Interverranno nella discussione Katia Lemberg, presidente dell’associazione “Benessere dalla Cultura” di Kotka (Finlandia); Eija Tarkiainen, presidente dell’associazione Minuksi APS; Rossana Becarelli: Direttrice Scientifica Giornale Internazionale dell’Arte e Medicina.

Come ogni anno la maggior parte delle iniziative legate al salone del libro di Torino si svolge al Lingotto Fiere di via Nizza 280. L’associazione Minuksi mira a promuovere attraverso arte e cultura l’espressione delle capacità individuali, con l’organizzazione di iniziative di letteratura, spettacolo, impresa.

Aldo Ciummo

Nel vivo delle trattative sulla Politica Agricola Europea

Europarlamento, Consiglio e Commissione si confrontano sulla PAC ridefinita dall’aula di Strasburgo

 

Il 17 aprile è entrato nel vivo il dibattito sulla Politica Agricola Europea (PAC) tra Europarlamento, Consiglio dei Ministri della Unione Europea e Commissione, questa è la fase cosidetta dei triloghi, nella quale le maggiori istituzioni europee dovranno raggiungere un accordo entro la conclusione del semestre di presidenza irlandese (conclusione prevista per il mese di giugno).

Il dibattito in aula degli eurodeputati sulla politica agricola si è svolto in occasione della seduta plenaria il 12 marzo, concentrandosi sulla garanzia di una produzione stabile in Europa. Il 13 marzo si è votato e poi al termine di marzo è iniziata la negoziazione con gli stati componenti della UE. Ben trecentotrentaquattro emendamenti sono stati proposti dai diversi gruppi politici. La previsione per gli stati baltici è tra il cinquantacinque ed il settantacinque per cento della media comunitaria (riguardo ai rimborsi previsti relativi ai terreni).

Il Greening, l’insieme delle tutele ambientali incentivate attraverso il sostegno agli agricoltori che ne assicurano la difesa nel proprio territorio, rientra tra i compromessi raggiunti. L’intervento dei Liberali e Democratici (ALDE) è stato contrario alla sovrapproduzione di generi alimentari dovuta a sovvenzioni, secondo l’ALDE il Comitato Agricoltura si è indirizzato in tal senso all’inizio dell’anno.

George Lyon (UK, Lib Dem) coordinatore del Comitato Agricoltura, ha dichiarato: “la proposta di riforma della PAC più radicale è sostenere gli agricoltori perché realizzino beni comuni, come la protezione dell’ambiente”. Il gruppo europarlamentare dei Liberali e Democratici sostiene che i singoli stati dovrebbero avere più autonomia, nel decidere in merito ai metodi migliori per implementare le misure di “Greening”, ma anche che la Commissione dovrebbe avere l’ultima parola nel valutarne l’efficacia. Ciò garantirebbe, secondo l’ALDE, una maggiore parità di trattamento per gli agricoltori.

Per i Liberali e Democratici è intervenuta anche Britta Reimers (Germania, FDP) che ha aggiunto: “le proposte di organizzazione del mercato in comitato sono inaccettabili, perché indeboliscono l’efficienza e l’innovazione nel settore agricolo.” I liberali rifiutano misure restrittive sulle regole della competizione europea, considerandole come obblighi che influenzano perfino stati che non sono componenti della UE.

Giovanni La Via (Italia, PPE) ha dichiarato che la recente approvazione di una Politica Agricola Comune più semplificata ha reso gli agricoltori parte attiva di un meccanismo più efficace, favorendo il rispetto delle regole. E’ stata infatti la prima volta che l’Europarlamento ha preso parte, nel ruolo di codecisore, alla PAC. L’eurodeputato La Via, relatore del dossier che regola il finanziamento, la gestione ed il monitoraggio della Politica Agricola Comune, ha sottolineato le semplificazioni nella domanda per accedere ai sostegni e nel sistema che avviserà tempestivamente l’agricoltore della conformità alla legge delle sue azioni, evitando quindi la confusione tra inadempienze e frodi. “La riforma della PAC mira a favorire gli stati componenti della UE che adotteranno le migliori pratiche ed a garantire che i fondi stanziati rimangano nello stato, venendo avviati a regioni più efficienti, in casi di inutilizzo da parte di alcune delle regioni” ha detto La Via.

Paolo de Castro ha definito l’approvazione della riforma della PAC una pagina importante per l’agricoltura europea, dopo che l’apposita Commissione ha registrato l’approvazione dei quattro dossier legislativi da parte dell’Aula e l’adozione delle correzioni apportate proprio dalla Commissione Agricoltura su trasparenza e doppi finanziamenti. “La Pac interessa ovviamente gli agricoltori, ma l’alimentazione interessa tutti e la domanda alimentare cresce più della offerta, il sostegno all’agricoltura garantisce quindi il fabbisogno nell’Europa, che è la più grande area di importazione di prodotti alimentari” ha dichiarato De Castro riguardo al nuovo testo elaborato dall’ Europarlamento.

La Commissione Agricoltura, nell’ultimo anno, si è concentrata sulla definizione di una politica di sostegno e sviluppo del settore agricolo. Il voto della COM AGRI ha sottolineato il rafforzamento del capitolo ambientale. Il sistema di progressività (capping) previsto dall’europarlamento è diverso da ciò che aveva proposto il Consiglio, non c’è stata la riduzione del tetto dei contributi diretti da 300.000 a 200.000 euro.

I temi della politica agricola sono stati rilevanti in paesi come l’Estonia, a causa della diversità dei criteri rispetto all’ammontare previsto per altri stati, nel nuovo accordo infine è stato previsto che nessuno stato possa avere meno del sessanta per cento rispetto alla media degli stati componenti la UE. La riforma entrerà effettivamente in vigore nel 2015, fino a quando resteranno invece valide le norme attuali.

Aldo Ciummo

Equilibrio tra realtà produttive e qualità del consumo nella Politica Agricola Europea

Paolo De Castro (S&D) ha sottolineato il ruolo delle filiere produttive nell’implementazione della PAC

L’attuale assetto, raggiunto dal Parlamento Europeo (ed in seguito al quale l’aula ha dato mandato alle commissioni di iniziare il lavoro finale sulla Politica Agricola Comune) favorisce la riduzione dei costi, consentendo un adattamento alle differenti situazioni dei territori, ma esiste il rischio che i tagli di bilancio UE non prevedano risorse sufficienti.

“Abbiamo votato norme a favore della trasparenza e della ecologia. Il capping, cioè una digressività con un tetto massimo di 300.000 euro, è un meccanismo necessario per evitare diversità di trattamento tra i diversi agricoltori beneficiari” ha osservato l’europarlamentare Paolo De Castro (S&D) al margine del dibattito del 12 marzo a Strasburgo, cui è seguita il 13 marzo la votazione che ha aperto la strada all’attuale dibattito tra le diverse istituzioni europee coinvolte nella ridefinizione della PAC.

L’eurodeputato ha osservato che nel negoziato tra Consiglio della UE e Commissione, l’amplissima maggioranza raggiunta in plenaria dall’aula (più di cinquecento favorevoli) ha fornito al Parlamento Europeo un modo per esercitare al meglio il mandato. “Non ci siamo limitati a migliorare le proposte della Commissione, abbiamo aggiunto nuovi elementi che entreranno nel mandato – ha sottolineato De Castro – l’agricoltura avrà maggiori possibilità di organizzarsi nell’ambito delle singole filiere, che hanno bisogno di una maggiore trasparenza per raggiungere entrambi gli obiettivi: un reddito accettabile per gli agricoltori e disponibilità di una quantità e qualità opportuna di prodotti per i cittadini.”

Tra i punti sui quali il Parlamento Europeo dovrà mantenersi saldo, c’è il rimettere al centro l’impresa ed il lavoro, senza perdere il principio di avere una Politica Agricola Comune più attenta all’aspetto ecologico. La trattativa tra Europarlamento, Consiglio e Commissione è entrata nel vivo ieri e durerà circa tre mesi.

Aldo Ciummo