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I giovani federalisti europei di Roma: “la vera soluzione alle crisi è la solidarietà europea”

Il primo marzo i ragazzi del Movimento Federalista Europeo si incontreranno vicino a Piazza della Libertà per promuovere la cooperazione nel continente

 Il Fiscal Compact e tutte le misure di rigore non servono a rilanciare l’unità della Unione Europea, se contemporaneamente non si sviluppa una vera solidarietà tra i governi, le organizzazioni e le imprese del continente: per ribadirlo i ragazzi del Movimento Federalista Europeo si incontreranno vicino a Piazza della Libertà a Roma, il primo marzo, per parlarne in strada, in un frangente in cui le urgenze dettate dalla crisi economica rischiano di far perdere di vista la prospettiva dell’integrazione europea.

Se oggi l’Europa regge, all’incrocio di fortissime pressioni mondiali, è perchè le diverse nazioni e forze politiche e popolari che al termine della Seconda Guerra Mondiale hanno sconfitto i totalitarismi hanno saputo pensare e realizzare un progetto che è andato oltre le emergenze: il progetto della Unione Europea. I trattati hanno incorporato le tutele sociali avviate da Nizza in poi e la partecipazione popolare nell’Unione Europea deve affermare i valori democratici alla base della costruzione europea, se questa intende diventare un’area politica forte delle proprie caratteristiche di Unione Europea dei diritti e della conoscenza, come sulla carta è stato dichiarato, anche dal Trattato di Lisbona, che include i documenti fondativi precedenti.

Il mercato comune, nelle intenzioni che lo hanno fatto nascere, è un mezzo attraverso il quale culture e società dell’Europa si sarebbero avvicinate e progressivamente integrate, così come poi è effettivamente successo, per fortuna della nostra Europa. Non è pensabile quindi che il progetto europeo progredisca attraverso chiusure, rigidità ed egoismi che si moltiplicano nelle speculazioni economiche. I Giovani Federalisti Europei (GFE), molti dei quali hanno vissuto esperienze professionali ed istituzionali abbastanza lunghe all’estero (nella UE) e la cui prospettiva resta una Europa veramente unita, rappresentano la sezione giovanile del Movimento Federalista Europeo, fondato nel dopoguerra da antifascisti come Altiero Spinelli.

Il Movimento Federalista Europeo esiste in tutta Europa, è molto forte in Francia ed in Germania e le persone che lo portano avanti appartengono a partiti e movimenti politici completamente diversi tra loro, anche i Giovani Federalisti Europei sono ragazzi iscritti a partiti di tutto l’arco delle forze politiche italiane oppure provenienti dalla società civile e senza nessuna appartenenza ideologica. Il futuro dell’Europa passa attraverso la partecipazione di tutte le sue componenti.

Aldo Ciummo

 

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Dibattito a Roma: ci può essere democrazia in Europa?

Martedì 29 novembre a Roma gli europeisti si incontrano per discutere del libro del problema della partecipazione nell’Unione Europea

Martedì 29 novembre 2011, dalle 18.30 alle 20.00 presso la rappresentanza in Italia della Commissione Europea, lo Spazio Europa (Via IV Novembre, 149, Roma) si svolgerà il dibattito sul libro “Democracy in the EU after the Lisbon Treaty”, pubblicazione IAI, Notre Europe, Centro studi sul federalismo (a cura di Raffaello Matarazzo).

Parteciperanno all’incontro l’ambasciatore Rocco Cangelosi, il deputato Sandro Gozi, il professore di diritto dell’Unione Europea Gian Luigi Tosato e modererà Giampiero Gramaglia, giornalista e consigliere per la comunicazione allo Iai. Il tema del dibattito è la crisi del debito sovrano che colpisce i paesi della UE e che rende sempre più urgente il  controllo democratico delle istitituzioni.

La ricerca condotta dai tre istituti europei sottolinea le innovazioni contenute nei trattati comunitari. La legislazione della Ue comprende molte norme che se applicate possono rafforzare la legittimità democratica della UE, a partire dal consolidamento di una dimensione europea nelle forze politiche, fino ad arrivare al ruolo dei parlamenti nazionali.

Il problema della partecipazione si fa sempre più difficile perchè il legame della comunità (così come è stata organizzata) con i mercati stride con le crescenti sofferenze di popolazioni che subiscono le conseguenze degli squilibri economici e redistributivi alla base delle stesse crisi mondiali di questi anni. L’intenzione degli europeisti è portare la partecipazione dei cittadini in Europa facendo leva sulle possibilità di pressione democratica già presenti in molte parti dei Trattati esistenti e di quello di Lisbona, il quale prevede che le istituzioni europee non si limitino ad essere organizzazioni di controllo tecnico e monetario, ma conducano all’integrazione politica e sociale nella UE.

Aldo Ciummo

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