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UE, si apre la presidenza irlandese

Il 2013 comincia con impegni difficili, il leader laburista e Ministro degli Esteri irlandese Eamon Gilmore le ha interpretate attraverso una prospettiva europeistaEamon Gilmore, Vice Primo Ministro (Tànaiste) e Ministro degli Esteri e del Commercio della Repubblica dell’Eire ha voluto fare, al termine del 2012, un significativo intervento a sostegno dell’Europa. L’irlanda (entrata a far parte della UE nel 1973 assieme a Regno Unito e Danimarca) rappresenta una delle nazioni più europeiste, favorevoli all’integrazione ed accoglienti nell’inserimento dei nuovi cittadini e la sua economia, in seguito alla crisi abbattutasi sulla Ue, si sta riprendendo in maniera dinamica, in particolare nella crescita della produzione.

Gilmore, che fa parte del Labour Party (al governo assieme al Fine Gael guidato dal Primo Ministro Enda Kenny) ha sottolineato, in un intervento sull’Irish Times l’importanza che l’Unione Europea ha dimostrato in favore dello sviluppo socioeconomico degli stati componenti, soffermandosi in particolare sugli effetti positivi che l’appartenenza alla comunità economica e politica ha suscitato in Irlanda. Il laburista ha ricordato come ora, nel quarantesimo anniversario dell’ingresso della repubblica nella Ue, l’Irlanda si ritrovi cambiata in meglio rispetto al 1973, che è stato l’inizio del percorso che oggi la vede di nuovo nel ruolo della presidenza semestrale. Quattro decenni fa l’Eire era economicamente frenata dall’isolamento commerciale.

La Politica Agricola Comune è stata al centro dell’intervento di Gilmore, sebbene il Labour Party non abbia mai avuto la sua base nella popolazione impegnata nell’agricoltura, invece storicamente sostenitrice del Fianna Fàil (Centrodestra) ed in parte del Fine Gael (Centro). La Politica Agricola Comune (PAC) ha determinato uno sviluppo economico del settore agricolo e quindi l’elevamento delle condizioni di vita degli abitanti delle campagne, in decenni in cui agricoltura e allevamento, tuttora voci importanti nella produzione, erano centrali. Ifondi strutturali europei sono stati motori della crescita infrastrutturale, che ha reso possibile negli anni novanta l’afflusso di investimenti esteri e la conclusione definitiva dell’emigrazione.

Progressivamente, l’Irlanda si è orientata all’interno del contesto europeo e come lo stesso Gilmore ha voluto rimarcare il prodotto interno lordo pro capite, che ancora all’inizio degli anni novanta era di quasi un terzo minore rispetto alla media europea, è oggi al di sopra di questa, sia pure in presenza di problemi che non si possono negare. L’intervento di unMinistro di primo piano dell’esecutivo irlandese è un segnale evidente della prospettiva che la repubblica assume in occasione della sua presidenza, in forza di una tradizione impregnata di europeismo, prospettiva tracciata su coordinate che sono consapevolezza dei problemi e delle opportunità comuni e attenzione alle difficoltà sociali e politiche che la UE sta vivendo.

Un altro capitolo molto importante sul quale Gilmore si è soffermato nel suo intervento è stato l’urgenza, in una economia globale fortemente interrelata come quella attuale, di approntare accordi di cooperazione rafforzata tra Unione Europea e partner strategici come Australia, Stati Uniti, Canada, compito nel quale componenti della comunità come Irlanda e UK possono fornire indicazioni preziose, dato che nelle scommesse che attendono i protagonisti della geopolitica in un contesto internazionale in rapido mutamento sarà sempre più vitale l’accelerazione della collaborazione all’interno dell’Occidente e delle realtà istituzionali che storicamente condividono le prospettive dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.

Aldo Ciummo

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INTERNAZIONALE|Cambia il panorama politico irlandese con la scomparsa dei Progressive Democrats

Nato 23 anni fa da una costola del Fianna Fàil più favorevole al mercato e alle privatizzazioni, il piccolo partito dei PDs esce di scena privato di consenso, giovani e parlamentari

di Aldo Ciummo

In settimana il partito dei Progressive Democrats si riunirà per decidere le modalità legali di uno scioglimento che era stato annunciato durante tutto l’autunno. Nato 23 anni fa, il gruppo poteva ricordare per certi versi i radicali, a chi lo avesse guardato dall’Italia. Se i radicali italiani infatti erano la costola più liberale del Partito Liberale stesso, i Progressive Democrats irlandesi sono fuoriusciti dal vecchio partitone nazionale del Fianna Fàil perchè volevano più libertà individuali ma soprattutto più mercato.

Des O’ Malley fondò questo partito nel 1985, dopo essere stato espulso dal Fianna Fàil per le sue posizioni liberiste in economia e liberali sui diritti civili. A lui si uni’ Michael McDowell, proveniente dal Fine Gael, la principale forza di opposizione. Inizialmente la nuova formazione anche raggiunse il 12% dei consensi, due anni dopo aveva solo il 5%, ma entrò nel governo col Fianna Fail, all’epoca diretto dal Taoiseach (primo ministro) Charles Haughey.

Dopo le dimissioni di Haughey e la conseguente uscita dal governo, la cui popolarità era in calo, nel 1993 la leader del partito divenne Mary Harney, che oggi è ministro della Salute e che sta affrontando le polemiche sui tagli alla spesa pubblica in questo settore, tradizionalmente protetto in un paese molto meno liberista nel welfare di quello che spesso si pensa e che infatti deve ad una solida tenuta della solidarietà gran parte del suo benessere (gli immigrati regolari godono di reali aiuti per la casa e il servizio che supporta gli irlandesi nella ricerca del lavoro, la FAS, supporta esattamente nello stesso modo i cittadini europei, metodo quasi unanimemente condiviso, tanto è vero che una isolata proposta di finanziare il rientro in patria degli immigrati UE senza lavoro ha sollevato vivaci reazioni basate sul presupposto che ogni europeo ha gli stessi diritti sull’isola).

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