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A Roma l’incontro tra Danimarca ed Italia

 

Giovedì 7 aprile e venerdì 8 aprile in Via Omero l’iniziativa di Ambasciata Danese a Roma e Università di Copenaghen all’Accademia di Danimarca, il convegno si intitola “L’Italia in Europa – L’Italia e la Danimarca

L’Accademia di Danimarca di Roma, assieme all’Università di Copenaghen, ha voluto partecipare alle manifestazioni per il centocinquantesimo anno dell’unità d’Italia, organizzando due giorni di dibattiti presso la sua sede nella capitale italiana, con la collaborazione dell’Ambasciata danese di Roma. Si comincia giovedì 7 aprile, dopo il benvenuto del Direttore dell’Accademia di Danimarca Erik Bach, ed il saluto del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.

Giovedì è in programma una interessante discussione intitolata “Italia ed Europa” e moderata dal professor Gert Sorensen, dell’Università di Copenaghen (la mattinata è riservata agli addetti ai lavori): ad intervenire saranno Francesco Barbagallo, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che parlerà di “Nazione, Stato, Costituzione dall’Unità alla Repubblica”; Biancamaria Bruno della Rivista Lettera Internazionale, sul tema “Comunicazione tra le lingue, comunicazione tra le culture”, infine sarà la volta di Francesco Biscione (dell’Istituto della Enciclopedia Italiana) su storicismo italiano ed identità italiana in un contesto europeo e di Gianni Barbacetto (del “Fatto Quotidiano” e di “Micromega”) sulla situazione italiana dell’informazione.

Nel pomeriggio di giovedì (accesso libero) il dibattito intitolato “Italia e Danimarca. Andata e ritorno” sarà moderato da Paolo Borioni, del “Center for Nordic Studies-Università di Helsinki”: interverranno Gert Sorensen, dell’Università di Copenaghen, che parlerà dell’Italia del “Grand Tour” dei danesi dalla fine del settecento ad oggi; Kristina Junge Jorgensen, dell’Università La Sapienza, sull’argomento “Federico IV. Viaggio in Italia”. Il discorso sui rapporti culturali tra Italia e Danimarca toccherà anche la storia del teatro, in proposito Bent Holm, dell’Università di Copenaghen, tratterà dell’identità comica, dell’italianità di Holberg e del ruolo delle opere di Goldoni nella creazione di un teatro nazionale danese, mentre Anna Maria Segala, dell’Università La Sapienza di Roma, analizzerà l’Odin Teatret tra Italia e Danimarca.

L’iniziativa proseguirà nella mattinata di venerdì 8 aprile (accesso libero), con il dibattito moderato dalla dottoressa Kristina Junge Jorgensen (della Università degli Studi di Roma La Sapienza), nel corso del quale Hanne Jansen, dell’Università di Copenaghen, illustrerà “L’Italia in Danimarca vista dall’ottica delle traduzioni”, mentre Anna Wegener, sempre dell’Università di Copenaghen, parlerà dei libri della scrittrice Karen Michaelis letti da adulti e da giovanissimi nell’Italia dell’anteguerra. Altri argomenti che saranno affrontati nel corso della giornata sono la letteratura danese in traduzione italiana (Bruno Berni dell’Istituto Italiano di Studi Germanici); “L’immaginario e la realtà storico-politica”, con Jorgen Stender Clausen, dell’Università di Pisa, che tratterà dei rapporti tra Brandes e Garibaldi; Mads Frese (di “Information”, Copenaghen) si soffermerà sull’immagine dell’Italia contemporanea nella stampa danese ed infine Paolo Borioni sulla comparazione dei due paesi.

“L’Accademia di Danimarca” di Roma, attualmente diretta da Erik Bach, si trova in  via Omero ed è un Istituto culturale da lungo tempo attivo a Roma e nella regione (ha ad esempio portato avanti accurate ricerche sul tempio di Castore e Polluce, studi nell’area di Nemi e portato alla luce reperti inediti a Nomentum, tra Mentana e Fonte Nuova). L’Accademia permette a studiosi e studenti di Università di città come Copenaghen ed Aarhus di approfondire sul campo la storia artistica di Roma e del territorio circostante.

Aldo Ciummo

In Finlandia alto grado di tutela delle minoranze linguistiche

 

La comunità svedese in Finlandia mantiene tuttora un articolato sistema di garanzie, mentre il ruolo dell’istruzione acquista peso nell’Europa unita

Due aspetti delle politiche consolidate in Finlandia si integrano nel panorama europeo attuale: il ruolo dell’istruzione, nel quale il paese nordico ha molti primati a cominciare dalla parità nelle opportunità di apprendimento, e la tutela storica della Comunità Svedese in Finlandia.

La Finlandia storicamente è stata unita alla Svezia per un secolo, prima delle vicende che duecentouno anni fa la portarono nell’ambito della Russia ed infine nel millenovecento all’indipendenza compiuta.

La comunità svedese ha mantenuto la sua identità ed ha ottenuto un grado molto elevato di tutela delle sue peculiarità, tanto che questo cinque per cento e mezzo di popolazione può contare su giornali, trasmissioni televisive, segnaletica stradale tradotta ovunque ed in sintesi su un vero e proprio riconoscimento di essere parte integrante della nazione finlandese.

Recentemente sono emersi dibattiti sull’insegnamento obbligatorio nelle scuole, dovuti alla considerazione delle mutate proporzioni delle comunità (oggi quella svedese annovera circa 300.000 membri in terra finnica, di cui 25.000 nell’arcipelago di Aland a ovest della Finlandia) ed all’accresciuta importanza globale di lingue straniere come l’inglese.

Lo svedese ha ancora molti titoli da vantare in Finlandia e questo ne assicura la permanenza al centro della cultura nazionale, per i legami che intrattiene con la storia dello stato e per l’arricchimento che porta agli studenti, facilitati in seguito nell’apprendimento di altri idiomi affini, come il tedesco.

Le dimensioni della comunità svedese agli inizi del 1900 arrivavano al 13 per cento, ma l’emigrazione durante il secondo conflitto mondiale e e le vicende demografiche ne hanno ridotto nel tempo la grandezza. Il gruppo però, perfettamente integrato nei secoli nella società finlandese, è tuttora parte importante dello stato, alle cui attività partecipa attivamente anche attraverso un partito (Svenska Folkpartiet i Finland) ed è un elemento che cementa le significative relazioni con il vicino, la Svezia.

La presenza della comunità di cui si parla inoltre è oggi parte della geografia umana finlandese e delle tradizioni di relazioni tra le popolazioni nordiche, tanto che nelle maggiori città, a cominciare dalla capitale, ci sono municipi e quartieri, ad esempio Sibbo a Helsinki, dove quasi la metà appartiene a questa componente della Finlandia, ormai diventata un esempio positivo di come diversi segmenti della cultura del territorio andrebbero valorizzati in Europa.

Aldo Ciummo

L’Europa aspetta l’Islanda a braccia aperte

Data la consolidata tradizione democratica e il grado altissimo di vicinanza alle condizioni poste dalla Comunità quest’isola che fa parte da sempre della cultura del Nord Europa dovrebbe entrare prestissimo e senza problemi eccessivi nell’Unione Europea

Oggi il Parlamento Europeo si è espresso favorevolmente rispetto alla richiesta di adesione dell’Islanda, nel corso del dibattito generale sull’allargamento su cui ci si è soffermati molte volte su queste pagine web e su cui il sito tornerà presto. Adesso toccherà alla Commissione Europea valutare ogni aspetto.

L’Islanda è il paese europeo più lontano, ciò non dovrebbe ingannare sulla sua vicinanza umanistica al continente della cui storia fa parte. Il suo imminente ingresso nella nostra Europa rafforza nella Comunità un’area, quella scandinava e nordica, nota per il progresso sociopolitico che la sua presenza nell’Unione e nell’Efta ha apportato nel corso dei decenni.

Forte fino a pochi anni fa di una particolare economia dove la pesca rivestiva un ruolo più che significativo, l’ Islanda è stata duramente colpita dalla crisi economica mondiale, tanto che i benefici che avrebbe potuto ricavare dalla partecipazione alla Unione Europea sono arrivati a superare i timori che una stretta regolamentazione della pesca ha sempre suscitato, determinando la diffidenza verso le istituzioni comunitarie.

Sarebbe affrettato però ricondurre i negoziati per l’adesione ad un fatto opportunistico. l’Islanda fa parte da sempre della storia europea attraverso la condivisione delle vicende secolari delle monarchie norvegese e danese e oggi il suo avvicinamento alla UE si inscrive in un generale protagonismo dell’area nordica nel quadro continentale ed anzi assume un valore speciale nell’età del risvegliarsi dell’interesse e dei problemi che hanno al centro l’area Artica.

Con un sistema educativo e sanitario all’avanguardia ed una elevata consapevolezza dell’integrazione tra uomo e territorio, questa isola, governata oggi da Johanna Sigurdottir,  si avvia a essere una delle molte marce in più che sotto la Presidenza Svedese e con un rafforzato ruolo di paesi come Regno Unito, Irlanda, Finlandia e Danimarca vanno spingendo l’Europa verso un posto di primo piano nel panorama mondiale.

Aldo Ciummo