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Norvegia prima per cooperazione e parità

 

Riepilogo Area Nord Europa 2009-2010: I governi di Oslo in questi anni sono stati in prima linea nel sostenere la totale cancellazione del debito dei paesi più in difficoltà

Ambiente, parità tra i sessi ed energie rinnovabili sono i fatti su cui la Norvegia si concentra. Per queste il Governo di Oslo ripone molte aspettative nella funzione della cooperazione  economica con il Sud del Mondo, nella quale è fra i pesi massimi quantitativamente, confidando soprattutto nella possibilità di creare salti di qualità, specialmente quando lo sforzo delle popolazioni si rivolge alla creazione di basi solide in fatto di protezione dell’ambiente, diritti delle donne e sperimentazione sulle energie pulite e sulla efficenza energetica.
 
Le politiche norvegesi, in linea con una tradizione scandinava di cooperazione che non prevede soggetti passivi che la ricevano, ma favorisce progetti di indipendenza economica e culturale, indica chiaramente, nei mezzi scelti e negli obiettivi, uno strumento per portare alla effettività dei diritti nelle aree che si sono trovate in difficoltà in questo campo: lo sviluppo del settore privato e della capacità dei territori di esportare i beni e servizi nei quali possono essere forti.
 
La Norvegia mira a far aumentare l’importazione di prodotti dai paesi del mondo che sono stati meno sviluppati e sostiene il rafforzamento della trasparenza istituzionale e di una comunicazione aperta ed autonoma nel Sud del Mondo. I governi di Oslo in questi anni sono stati in prima linea nella Hipc (Initiative for Heavily Indebted Poor Countries) sostenendo la totale cancellazione del debito contratto nei confronti degli istituti finanziari internazionali e la sua graduale riduzione senza un collaterale indebolimento degli altri sforzi sociali.
Aldo Ciummo

2014 Città del Messico: le macchine vanno ad alghe marine

 

Sarà il combustibile del futuro quello  che la biofields messicana produrrà su larga scala a partire dal 2014. E’ appena cominciata la costruzione dell’impianto  pilota che produrrà etanolo dalle alghe.

 

di    Gabriele Tribulato Ragusa

Il primo impianto sorgerà nella regione di Pitiquito (stato messicano settentrionale di Sonora) e sarà ultimato entro il 2010. Il procedimento è basato sulla lavorazione di alghe blu verdi ibride. Queste producono già naturalmente etanolo, ma dopo una lavorazione di tipo industriale si avrà una produzione su larga scala.  In seguito l’etanolo verrà miscelato alla benzina riducendo notevolmente l’inquinamento dovuto dai trasporti ed eliminando due processi industriali che si usano solitamente: la fermentazione e la sintesi. 

Per l’alimentazione delle alghe verrà utilizata una centrale termoelettrica vicina all’impianto, che produrrà la Co2  necessaria, che insieme ai nitrati ed ai raggi solari sta alla base  della crescita e della riproduzione  delle alghe. L’investimento sarà di circa 850 milioni di dollari e se si otterranno i risultati previsti, la BioField avrà come primo cliente il Messico stesso, potendo così sostituire i composti ossigenati della benzina (pari al 5% per litro) con l’etanolo a partire dal 2012.

Il fabbisogno annuo ammonta  a tremila milioni di litri  ed è probabile che vista la vicinanza degli Stati Uniti, saranno loro i primi possibili clienti esteri. Non si escludono comunque esportazioni in Giappone ed in Europa, paesi firmatari di accordi commerciali per l’abbattimento delle tariffe donanali sull’importazione. Certo, bisognerà considerare i rischi, prendendo ad esempio altri paesi che già ne fanno uso: sfruttamento eccessivo del territorio e dei lavoratori.  BioField prevede a riguardo l’impiego di 1500 lavoratori per la costruzione dell’impianto e successivamente, ad impianto  avviato, circa 350 a tempo indeterminato.

Questo bioprogetto dovrà tenere presente l’andamento del mercato mondiale dei biocombustibili, che se avrà maggiori sviluppi permetterà un proficuo investimento e allo stesso tempo avrà bisogno che il prezzo del petrolio  superi cinquanta dollari al barile. Se il progetto avrà successo, la CFE (commissione Federale per l’Elettricità) tratterrà le risorse derivanti dalla cattura del biossido di carbonio tramite il meccanismo di sviluppo pulito previsto dal protocollo di Kyoto per i cambiamenti climatici. Questo meccanismo, obbliga i paesi più ricchi  a ridurre la propria quota di inquinamento ambientale, compensando parte delle proprie emissioni di gas serra finanziando progetti che riducano le emissioni nei paesi in via di sviluppo.