di Simone Di Stefano/Dazebao, l’informazione on-line
Sotto l’egida dei Radicali di Marco Pannella e Emma Bonino, si sono riuniti a Chianciano, da ieri fino a domenica, membri interni al partito Radicale e ai Socialisti, ma anche tanti esponenti esterni al partito, da Zanonato a Rutelli, da Scalfarotto a Migliore. Sono mille e sono volontari, o meglio autoconvocati. Come il corpo di spedizione capeggiato da Garibaldi in pieno Risorgimento. «L’appuntamento – precisano gli organizzatori – è per gli individui politici che hanno interesse a coltivare le individualità e non le appartenenze. Vogliamo condividere, vincere e convincere».
Pannella ha assicurato di essere ottimista: «Poiché sono testardo e tenace ce la faremo a superare il degrado d’Italia e il sessantennio ormai compiuto della partitocrazia». Uno sguardo oltre quel 3% però è d’obbligo per continuare ad esistere. Il feeling con i Socialisti è ormai rodato e Pannella lo ha confermato rispondendo al segretario del Partito Socialista, Riccardo Nencini, che aveva lanciato la proposta di una società di mutuo soccorso tra i due partiti: «Non sono contrario, purché si tratti di un soccorso mirato», le parole del leader radicale. Nencini invece ha espresso seria preoccupazione in merito al congresso del Pd, fissato a ottobre. «In questi cinque mesi che separano il Pd dal congresso – ha detto il segretario Ps – la sua azione e posizione al governo sarà frenata da lotte furibonde al suo interno». Quindi occorre unire le forze in vista di una possibile debacle implosiva dei Democratici. Ecco allora l’idea di Nencini: chiamare a raccolta il partito di Sinistra e Libertà, per unire il 6% di voti complessivamente conquistato dai tre partiti, con lo scopo di «organizzarsi con un ruolo di supplenza all’opposizione». E da Brindisi è arrivata la strizzata d’occhio della portavoce dei Verdi, Grazia Francescato: «Ora si apre lo spazio per rimettere insieme i cocci della coalizione di centrosinistra per vincere contro questo centrodestra devastante, in campo economico, sociale e ambientale. Chianciano è un’occasione di confronto franco tra i partiti cosiddetti ‘minori’, ma che sono quelli che hanno fatto le battaglie più importanti».
In attesa del nuovo intervento di Marco Pannella, hanno sorpreso e fatto discutere le parole di elogio che il massimo esponente dei Radicali ha dedicato, durante l’intervento di ieri, al Presidente della Camera Gianfranco Fini. Una lettera per un «pubblico omaggio», un «audace e necessario saluto radicale e a nome dei radicali».
«Abbiamo in molti il sospetto, l’intuizione, il conforto – ha proseguito Pannella – che Lei rappresenti, o quanto meno annunci, quella metamorfosi del bene antitotalitaria, laica, liberale, costituzionale e quindi antifascista, che invece, sotto mentite spoglie, gli eredi dei vincitori del 1945-48 hanno tradotto in un sessantennio partitocratico e come tale antidemocratico, riproposizione del disordine costituito in Italia e (forse, temiamo) anche in Europa».
L’appello del leader radicale è un atto dovuto in quanto Fini «opera dimostrando di avere e rispettare, nell’esercizio delle Sue funzioni istituzionali e anche di quelle civili che non sono in esse incluse, un forte reale senso dello Stato». Il leader radicale ricorda la convinzione che il «sessantennio partitocratico ancora in corso, rappresenti la metamorfosi antifascista del male fascista». C’è ragione di ritenere, ha infine aggiunto Pannella, che «l’Italia non sia più, e da tempo, una democrazia, uno Stato di diritto. Lei meglio ci conosce e sa quanto per noi vi sia motivo di speranza e di conforto per la oggettiva, intima, seconda contraddizione fra il regime dominante e il suo essere ai vertici dello Stato, cosi come il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano».
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IL CASO|Berlusconi visto dall’estero: “Il clown ha gettato la maschera”
Il Cav. tiene banco anche sulle pagine dei giornali stranieri. Lì la censura non la può fare.
di Simone Di Stefano/Dazebao, l’informazione on-line
Ce la farà Silvio a passare “a nuttata” anche stavolta. Ne ha dormite di più dolenti, ma come direbbe Lubrano, la domanda sorge spontanea, anche perché ora accanto allo scandalo più grosso, il “Noemi-gate”, il premier ne sta collezionando altri. L’ultimo, in ordine di tempo, sono i voli di rappresentanza dello Stato messi a disposizione della corte dell’imperatore, ragazzine seminude in testa e il menestrello, Apicella, a chiudere il baraccone.
Tutto testimoniato dagli oltre 400 scatti di un fotoreporter, ora posti sotto sequestro con l’accusa di violazione della privacy. Scandalo minorenni, peculato, divorzio da Veronica Lario, processo Mills, tutti argomenti sviscerati fin troppo in profondità dalla stampa italiana, tra favorevoli e contrari, ma che negli ultimi giorni stanno tenendo alta l’attenzione verso il nostro paese anche da parte dei media internazionali. Soprattutto in vista del prossimo G8, di cui l’Italia è paese organizzatore. E allora ecco la carrellata dei più autorevoli quotidiani internazionali che trattano degli scandali del nostro premier.
L’inglese Times, in un lungo editoriale dal titolo «Cala la maschera del clown» ha lanciato le accuse più dure alla condotta politica del premier italiano. «L’aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi – recita l’articolo, tra i primi tre della testata in ordine di preferenze giornaliere – non è che è un pagliaccio sciovinista, né che corre dietro a donne di 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro posti di lavoro come modelle, assistenti o perfino, assurdamente, come candidate al parlamento europeo. Ciò che è più scioccante è il completo disprezzo con cui egli tratta l’opinione pubblica italiana. Il senile dongiovanni può trovare divertente agire da playboy, vantarsi delle sue conquiste, umiliare la moglie e fare commenti che molte donne troverebbero grottescamente inappropriati. Ma quando vengono poste domande legittime su relazioni scandalose e i giornali lo sfidano a spiegare legami che come minimo suscitano dubbi, la maschera del clown cala. Egli minaccia quei giornali, invoca la legge per difendere la propria ‘privacy’, pronuncia dichiarazioni evasive e contraddittorie, e poi melodrammaticamente promette di dimettersi se si scoprisse che mente».
Quello che non va giù agli inglesi – nella cultura anglo-sassone il giornalismo rasenta la pratica investigativa e gode di molto credito presso le commissioni istituzionali – è l’inusitata leggerezza con cui il presidente del consiglio si permette di tappare la bocca a cronisti e a giornali che pretendono spiegazioni circa il suo comportamento. Ma per il Times questa è una situazione inaccettabile, tanto più che «l’Italia – precisa il quotidiano britannico – ospita quest’anno il summit del G8, dove si discuterà di maggiore cooperazione nella lotta al terrorismo e al crimine internazionale. E’ un importante membro della Nato. Fa parte dell’eurozona, che è confrontata dalla crisi finanziaria globale. Non sono soltanto gli elettori italiani a domandarsi cosa sta succedendo. Se lo chiedono anche i perplessi alleati dell’Italia».
Un Berlusconi vago, che si allaccia il colletto della camicia come di ritorno dall’alcova. È la foto di copertina del quotidiano francese “Liberation”, con un titolo a tutta pagina: «Lo scandalo alle calcagna». All’interno, in due pagine il succo del discorso: «Rivelando la tresca il quotidiano ‘La Repubblica’ ha fatto vacillare la popolarità del presidente del consiglio. È una battaglia portata avanti nel nome di una certa concezione dell’interesse pubblico».
Il Financial Times fotografa la crisi attorno al premier italiano incentrando l’attenzione su «l’ondata di gossip» e «l’odore di scandalo, oltre a menzionare le pagine del quotidiano “Libero” di Vittorio Feltri, che oggi riporta un articolo-verità sulle confessioni di Daniela Santanché circa un compagno di Veronica Lario. «Gli alleati di Berlusconi mettono nel mirino la moglie», la sentenza del Daily Telegraph.
L’Indipendent punta sulla libertà di informazione dei media, proponendo un’intervista al premio Nobel per la letteratura Josè Saramago, il cui ultimo libro, proposto alla Einaudi, «parte dell’impero Mondadori di Berlusconi», non è stato fatto pubblicare, forse perché, secondo il quotidiano statunitense, descrive tra l’altro il primo ministro come «un delinquente».
In Spagna l’attacco a Silvio Berlusconi e a i suoi costumi arriva dal quotidiano El Pais, che in una corrispondenza da Roma scrive: «L’opposizione italiana chiede a Berlusconi che spieghi in parlamento se abbia portato nell’organizzazione elettorale del partito i suoi invitati delle feste private in Sardegna» e si chiede: «Berlusconi utilizza gli aerei ufficiali dello stato Italiano per portare gli artisti, ballerine e veline a Villa Certosa? Ha fatto uso improprio dei beni dello stato? È l’ultimo capitolo del Naomi-gate che ha trasformato l’Italia in un manicomio semplicemente portando allo scoperto l’abitudinaria mescolanza tra vita privata e pubblica di Berlusconi e la sua tendenza a conquistarsi amici e amiche dell’ambiente televisivo portandoli in quello politico».
Infine non può non essere citato l’appellativo che al premier del bel paese è stato affibbiato dall’autorevole quotidiano tedesco “Bild”, che spiega «il fascino del primo ministro italiano», niente di meno che etichettandolo come «fenomeno», non è chiaro se da baraccone. Il sottotitolo gioca con l’edonistico magnetismo berlusconiano, «l’attira donne». «Il premier italiano – sottolinea il Bild – ha 72 anni, non è più giovane, non è alto, ha capelli finissimi che egli cerca di ricostruire con i trapianti».
Insomma, se in Italia ci facciamo scrupolo di invadere troppo la vita di personaggi pubblici fin troppo lautamente pagati per apparire in pubblico e perdere una parte di quell’intimità che si conviene soprattutto quando si parla di cariche di Stato, oltre le Alpi non ci vanno troppo per il sottile. In fondo non è poi lontano dal vero ciò che ha detto Massimo D’Alema: «Berlusconi è stato il primo ad andare a spiattellare i suoi affari privati a Porta a Porta», e ora di che si lamenta?
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