Il Presidente della Commissione Europea José Barroso, nel suo discorso ai capi di stato, ha sottolineato il legame tra sicurezza alimentare e sicurezza tradizionalmente intesa e tra queste ed i problemi derivanti dal cambiamento climatico.
Oggi esiste una situazione di estremo bisogno cui non sono estranee le strategie di mantenimento dell’ordine mondiale da parte di fasce ristrette di privilegiati, ma di cui approfittano anche i sistemi di potere che fomentano l’odio, laddove la paura dell’avvenire è un terreno fertile per l’estremismo antioccidentale. Un milione di persone nel mondo sono affamate, si tratta di una negazione sostanziale dei diritti dell’uomo, l’Europa deve fare la sua parte per cercare di ridurre le dimensioni del dramma.
Al vertice Fao partecipano anche i Commissari Europei all’Agricoltura Marian Fischer Boel e per lo Sviluppo e gli Aiuti Umanitari, Karel De Gucht. Il Presidente della Commissione Europea Barroso ha dichiarato: “un mondo dove un miliardo di persone sono affamate non può aspettare: dobbiamo dimezzare la fame nel mondo entro il 2015, secondo quanto previsto dagli obiettivi di Sviluppo del Millennio. Questa conferenza deve affrontare tre importanti questioni, che sono interconnesse: la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la biodiversità.”
La partecipazione di Barroso al vertice Fao è in linea con l’impegno della Commissione Europea a favore della sicurezza alimentare e con la decisione di aumentare gli aiuti ai paesi in via di sviluppo, che sono le prime vittime del cambiamento climatico a causa delle minori difese infrastrutturali e dei meccanismi di allerta meno efficenti.
C’è da augurarsi che l’Unione Europea e le aree sviluppate in genere tengano conto del fatto che, per rendere possibile una coscienza ambientale effettivamente operante in tutto il mondo le difficoltà basilari dei paesi svantaggiati vanno risolte e per fare questo non bastano gli aiuti ma occorre mettere mano all’intero sistema economico mondiale rendendolo più equo.
A questo proposito però non è il caso di dilungarsi in elenchi di buoni propositi, perchè in molti casi non è un occidente attestato sulle posizioni acquisite a determinare disagi, nè tantomeno sono le nazioni più occidentali ripetutamente additate come responsabili di qualsiasi problema a non voler risolvere il dramma della povertà, ma al contrario è proprio un insieme di paesi chiusi (al mercato ed alle libertà che di consueto vi sono associate) a controllare scientemente le proprie popolazioni attraverso la scarsità delle risorse e delle opportunità. E questo insieme di stati va da quelli autocratici nel modo più spinto, come la Corea del Nord, fino a quelli a democrazia formalmente completa, ma di fatto strettamente controllata come la Federazione Russa, passando per i paesi che esercitano il potere attraverso la teocrazia e dove (come le recenti rivolte in Iran hanno dimostrato) quest’ultima non rappresenta affatto un’alternativa allo stato di fatto mondiale ma una sua variante particolarmente indifferente alla volontà delle popolazioni.
Inoltre, un elenco eccessivo di buoni propositi sarebbe probabilmente fuori luogo sia da parte delle autorità dei paesi più influenti che hanno più volte disatteso i patti con quelli più umili economicamente, salvo riaffermarli con rinnovata visibilità mediatica negli eventi rituali, sia da un punto di vista giornalistico, dal momento che la comunicazione avviene poi in un contesto nel quale non è chiaro quanto gli abitanti delle aree privilegiate siano disponibili a cedere qualcosa di quello che è il livello di vita anche delle fasce medie della popolazione, contesto del quale i mass media fanno pienamente parte.
E’ importante però ricordare che di tutti i membri della Fao, l’Unione Europea, che non è enorme nel mondo attuale, è di gran lunga il più importante in termini di contributi al bilancio, e questo lo riportiamo proprio così come reso noto dalla Unione Europea. La Fao è stata uno dei principali beneficiari dello Strumento Alimentrare di un miliardo di euro proposto dal Presidente Barroso ed approvato nel dicembre 2008 dal Consiglio della UE. Nel corso della settimana passata, Barroso ha incontrato il Direttore Generale della Fao Jacques Diouf ed ha affermato che sono necessari investimenti mirati effettuati con continuità.
Si potrebbe naturalmente aggiungere che per arrivare davvero alla soluzione del problema della fame nel mondo è necessario che le popolazioni vengano aiutate ovunque a non dover sottostare al ricatto del bisogno, perchè possano riuscire a svilupparsi. E’ importante che la solidarietà vi sia, come è nella tendenza dimostrata dalla UE, ma il supporto umanitario non dovrebbe essere la soluzione economica alle carenze alimentari in base alla quale alcuni stati si permettono poi extra spese militari. I cittadini occidentali intenzionati a essere sicuri di aiutare direttamente abitanti di aree in difficoltà ed intenzionati ad essere altrettanto sicuri di non permettere indirettamente la crescita di apparati destinati ad attaccarli per questioni di ostilità fanatica esprimono un legittimo diritto.
Aldo Ciummo
Filed under: Uncategorized | Tagged: Aldo Ciummo, Barroso, cambiamento climatico, Direttore Generale della Fao, europa, Fame nel mondo, Jacques Diouf, Karel De Gutch, Marian Fischer Boel, mercato, Presidente della Commissione, regimi, sicurezza alimentare, sicurezza climatica, U.E, Unione Europea | 1 Comment »