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Roma, grave la repressione delle manifestazioni

Mentre la situazione economica e sociale è aggravata dal permanere di istituzioni ormai sprovviste di qualsiasi consenso nel paese reale, i giovani vengono caricati

di Aldo Ciummo

I diritti sociali in Italia si trovano ormai in una situazione al limite, specialmente per le giovani generazioni, le donne e gli immigrati. Tra le fasce di popolazione a rischio di marginalità, le più recenti generazioni si trovano paradossalmente ad essere le più esposte, trovando così enormi difficoltà anche a difendere le altre parti della società, dai precari alle minoranze, abitualmente più vicine agli studenti e meno vicine alle corporazioni che si autoconfermano ai vertici degli organismi decisionali italiani.

L’impostazione che il Governo e l’amministrazione cittadina hanno adottato, dopo che anni di violazioni dei princìpi costituzionali hanno evidentemente reso impossibile l’equilibrio sociale e che gli spazi normali di rappresentazione delle diverse manifestazioni della società (mass media, istituzioni) sono state occupate da una concezione della politica come potere che si allontana dalla Costituzione è stata l’impostazione della repressione del dissenso: se ne vedono oggi gli effetti, con studenti che vengono caricati e trattati con procedure di polizia senza troppi motivi che eccedano la volontà di impedire alla società di difendersi da una visione autocratica delle istituzioni che ne svuota il significato di rappresentatività ed espressione delle diverse componenti del paese.

Sono state proibite le manifestazioni al centro e di conseguenza non soltanto i milioni di italiani che hanno votato le liste rimaste al di sotto degli sbarramenti (e della presenza nella comunicazione pubblica che avrebbe loro consentito di superarli se non fosse esistito un monopolio delle televisioni private estraneo agli standard occidentali) sono rimasti senza rappresentanza nelle istituzioni nazionali, non solo i giovani sono (caso unico nella UE) una minoranza ulteriormente e pesantemente attaccata dai poteri forti del paese nella concretezza dei diritti sociali, ma l’espressione del dissenso viene impedita e quando come avvenuto oggi gruppi di studenti cercano di manifestare esercitando un diritto sancito dalla Costituzione e mai come adesso essenziale in Italia, vengono caricati e denunciati.

Di fronte all’esposizione a responsabilità penali, civili ed amministrative di studenti medi e superiori che manifestano senza preavviso, (contemporanea al divieto di manifestare nel centro urbano nella capitale, alla univocità del monopolio televisivo pubblico privato e di quel tipo di mass media che quotidianamente minaccia coloro che non si allineano alle posizioni che hanno portato l’Italia ad essere declassata tre volte sui mercati internazionali e ripetutamente condannata in Europa per aver violato le regole di libertà di concorrenza rispettate in tutto l’Occidente e ben oltre) è davvero il caso di chiedersi quali valori costituzionali siano ancora rispettati in Italia e se non sia urgente il momento che tutte le forze sociali, sindacali, politiche che sono rimaste sane negli ultimi diciassette anni e che hanno dovuto affrontare l’aggressione di una versione particolarmente anacronistica del neoliberismo si uniscano per organizzare il superamento di un sistema che non ha posto nella UE.

Le scuole pubbliche campane in Europa

 

Il progetto finalizzato alla promozione dell’insegnamento delle lingue straniere avvicina l’istruzione della regione alle nuove opportunità europee

 

La regione Campania, con la delibera di Giunta Regionale del 30 dicembre 2009 ha approvato il progetto “Piccoli campani crescono in Europa” finalizzato alla promozione dell’insegnamento delle lingue straniere nelle scuole pubbliche statali campane.

Si tratta di una azione per l’insegnamento delle lingue straniere in orario extra-curriculare per gli studenti delle scuole pubbliche statali della terza elementare e della prima media per l’anno scolastico 2010-2011. La durata del corso è di tre anni, al termine dei quali sarà rilasciata una certificazione finale di conoscenza della lingua e si prevede anche un percorso di mobilità all’estero.

L’intervento procederà, mediante manifestazione di interesse, all’individuazione delle scuole pubbliche statali primarie, delle scuole pubbliche statali secondarie di primo grado, con sedi in Campania, e degli istituti di lingua e cultura straniera dipendenti dai ministeri competenti dei paesi di origine, dotati di tutti i requisiti necessari all’insegnamento delle lingue e abilitati alla certificazione internazionale delle lingue dalle autorità competenti del paese di origine.

Il 17 marzo sul Bollettino Ufficiale è stata approvata la manifestazione di interesse preliminare all’avviso pubblico per la selezione delle proposte, con l’indicazione dei destinatari dell’iniziativa e delle modalità di presentazione delle proposte.

Diverse scuole superiori più vicine, crescono culture straniere e scienze

 

I punti critici della riforma sono il ruolo limitato di geografia e storia e soprattutto le scarse risorse economiche che rischiano di compromettere tutto il discorso sull’avvicinamento dell’istruzione alla società, che però presenta anche linee condivisibili: crescita delle lingue straniere, delle materie scientifiche e l’introduzione di un maggiore interscambio con il mondo del lavoro possono avvicinare gli istituti superiori all’Europa.

 

La riforma nelle sue caratteristiche essenziali di riorganizzazione di scuole ed indirizzi ha già fatto la sua comparsa su queste pagine web, ed è destinata a ricomparirvi spesso, sia nel merito dei cambiamenti tecnici che nel vivo dell’autonomia dei licei presenti sul territorio di Roma ed in Italia, con il supporto contenutistico di amici impegnati nella medesima professione e sparsi in diversi settori e differenti territori .

Il sito continua ad approfondire gli argomenti al centro del nostro interesse in un’ottica europea:  rapporti tra cambiamenti istituzionali dell’Europa e partecipazione politica, protagonismo femminile e integrazione tra i territori europei; il contributo sempre maggiore della fascia settentrionale del continente nella crescita civile della nostra Europa;  infine la trasformazione della scuola italiana con l’introduzione di discipline più vicini al mondo del lavoro in un ambiente internazionale con la crescita e la comparsa nelle aule di culture straniere, scienze, moda, scienze umane, comunicazione.

Passiamo alle novità principali nei licei: a Classico, Scientifico, Linguistico ed Artistico si sono aggiunti i licei Musicale e delle Scienze Umane, al Classico aumentano le ore di scienze e matematica. L’inglese, come spesso già avveniva, ci sarà per tutti e cinque gli anni. Anche allo Scientifico la matematica sarà di più ed arrivano più lezioni in laboratorio (scienze applicate). L’offerta formativa del liceo Musicale è ricchissima, con quaranta sezioni musicali di cui dieci dedicate allo spettacolo. Il liceo sociopsicopedagico diventa “delle scienze umane” e avvia una sezione economico-sociale.

Una cosa nuova, che fa qualche differenza, è la possibilità di insegnare una seconda lingua straniera utilizzando la quota di autonomia in tutti i licei, dove la prima lingua straniera è sempre obbligatoria. La quota di autonomia è di un quinto del tempo disponibile nel primo biennio e nell’ultimo anno e di quasi un terzo nel terzo e quarto anno, nei licei. Della divisione in settori e indirizzi degli istituti superiori tecnici e professionali si è già detto su queste pagine, passiamo perciò a sottolineare l’aumento dell’attività in laboratorio, 264 ore nel biennio e 891 nel triennio, più la presenza di una parte della didattica che tiene in considerazione la situazione professionale del territorio di appartenenza.

Quindi, almeno negli auspici, tenendo in considerazione le risorse che poi effettivamente vengono o non vengono assegnate (e che sono indispensabili ad esempio perchè i laboratori vadano avanti) scuole radicate nelle possibilità di crescita professionale nella città, proiettate quanto a competenze sull’Europa e visto che si parla di più laboratori, stage, alternanza scuola e lavoro, magari gli istituti superiori delle città italiane vedranno comparire una maggiore partecipazione ed autonomia degli studenti e una istruzione in cui crescono la creatività ed il rapporto con il mondo del lavoro, che ne risulterebbe potenziato.

Forse un grosso capitolo della vicenda dell’autonomia scolastica e del sempre maggiore ruolo dell’istruzione nella costruzione di una identità europea e di una forte vicinanza alla società, attraverso la formazione al lavoro e la creazione di progetti attuali, si potrà approfondire proprio nel caso dei tecnici e dei professionali, che infatti acquisiscono una maggiore consapevolezza della loro importanza e con una quota di ore flessibili che arriva ad un quarto del tempo a disposizione nel primo biennio, a più di un terzo nei due anni successivi ed al quaranta per cento in quinto, potranno concorrere direttamente al conseguimento di qualifiche professionali per gli studenti.

Aldo Ciummo

L’altra violenza, che non urla

Proprio nel tessuto apparentemente accogliente delle nostre città e province chi scivola ai margini del sistema formale di garanzie con queste finisce anche al di fuori della rete informale di protezioni sociali

 

Nel foggiano un immigrato è morto, probabilmente assiderato. Come affermava uno studioso dell’immigrazione, tra respingimenti e sanatorie si ritiene spesso che quelle di cui si favorisce o rifiuta l’ingresso in questo bel paese siano semplicemente unità di forza lavoro, invece c’è molto di più: c’è la cultura di origine, gli affetti lasciati nelle madrepatrie e i progetti di vita, ci sono persone, quelle che l’indifferenza uccide.

Ieri le agenzie hanno dato notizia del decesso di un cittadino extracomunitario, assiderato nelle campagne del foggiano. Potrebbe essere stato ucciso dal freddo oppure dal monossido di carbonio sprigionato dal modo in cui si era arrangiato per riscaldarsi. Questo ragazzo aveva 21 anni, che è per tanti il pieno dell’età in cui si possono avere problemi di lavoro e (per chi può) preoccupazioni di studio ma anche l’età di tanti amici intorno a noi, con cui capita di condividere le cose, se le condizioni oggettive lo permettono.

Non nascondiamoci che un documento, un contratto, una situazione di poco diversa separano uno straniero che si conosce nella vita professionale o studiando e che entra a far parte della nostra società da uno che si nasconde ai margini e la cui fatica oggettiva, spesso materiale, nei campi del sud Italia o nelle abitazioni private delle principali metropoli dello stivale, rappresenta spesso un ostacolo in più alla sua integrazione nel paese di cui pure costruisce la ricchezza.

Perchè lavorando nella campagna per mandare dei soldi a casa ed essendo irregolare uno non può imparare bene la lingua, non ha occasioni di sapere quali siano i suoi diritti, che sono un rompicapo che si chiama leggi sull’immigrazione, non sviluppa rapporti e fiducia reciproca con chi abita a pochi metri, non ha tempo per interessi che lo accomunerebbero a tanti coetanei che sono per tanti versi come lui.

Tutto questo ha una elevata capacità forse non di uccidere, ma certamente di porre in una situazione molto esposta (all’isolamento, alla mancanza di conoscenza delle regole della società circostante, alla negazione di fiducia da parte della popolazione pre-residente) che poi emerge dolorosamente in occasione dei processi televisivi sommari contro gli immigrati – e anche di questa violenza, non soltanto di quella che i due blocchi politici omologhi alimentano tra loro, bisognerebbe parlare – e nelle circostanze in cui un ragazzo di ventuno anni muore di freddo e in cui ragazze anche più giovani vengono vendute in questo paese e nel paese più esteso che si chiama Europa e che corre il grandissimo rischio, con le sue centinaia di milioni di abitanti, di perdere il conto delle storie che lo attraversano e considerarle semplici numeri.

L’uomo veniva dalla Costa D’Avorio, Arpi Nova è la località dove il fatto è successo e come le vicende completamente diverse che hanno portato al decesso di un giovane tossicodipendente in una galera e al ferimento di vari senzatetto nel corso di quest’anno, porta un nome familiare che suggerisce, perdendosi nel flusso indistinto della cronaca, una realtà di svalutazione della vita di molte persone forse più dolorosa a pensarci delle tragedie in mare aperto, perchè nascosta – e nemmeno tanto – nelle pieghe del tessuto delle nostre avanzate città e province.

Aldo Ciummo

La Finlandia al primo posto per l’inclusione sociale nella scuola

Helsinki

Helsinki, i risultati raggiunti nel campo dell'istruzione e le conseguenze positive che ne sono derivate nella coesione sociale e nell'economia inducono a riflettere sull'opportunità di fare dell'istruzione una base per il futuro dell'Europa e delle relazioni culturali tra le nazioni che la stanno costituendo

Oggi a Palazzo Marini a Roma è stato presentato il rapporto europeo sulla scuola dell’obbligo, si è svolto un dibattito sulla costruzione dell’identità europea attraverso l’istruzione

 

 
A Roma, nel pomeriggio di lunedì 9 novembre, è stato presentato il rapporto sull’istruzione di Giorgio Allulli,  parte di un progetto della  Foundation of Europea Progressive Study, un gruppo legato all’area Socialista nella Ue, la discussione è stata coordinata da Heidi Giusto,  della “Fondazione Italiani Europei”, che ha coordinato l’incontro, sottolineando il ruolo dell’educazione nella costruzione della identità europea.  Sono intervenuti l’ex primo ministro italiano Giuliano Amato, l’ex ministro delle Finanze in Svezia Par Nuder, Mauro Palma, consulente scientifico della Treccani per i temi dell’istruzione.

Allulli, nel suo rapporto, ha rilevato come le differenze sociali di base non influenzano in maniera rilevante il percorso degli studenti in Finlandia, permettendo una emancipazione uniforme attraverso l’istruzione e che ciò attribuisce un primato al paese nord europeo nella funzione sociale dell’istruzione. Giuliano Amato ha sottolineato il ruolo sociale della scuola nell’inclusione dei più svantaggiati.

L’istruzione nel suo complesso ha l’occasione di riequilibrare il disagio di bambini cresciuti in situazioni difficili attraverso il lavoro di gruppo. L’ex ministro delle finanze svedese Par Nuder ha affermato che per i socialdemocratici in Europa l’istruzione è il mezzo con il quale gli umili possono cambiare il mondo e Mauro Palma ha parlato della necessità di armonizzare le politiche europee. Regno Unito e Olanda hanno avviato efficaci strumenti di valutazione della qualità dell’offerta scolastica  e tutti i paesi d’Europa sperimentano grandissime differenze. Gli studenti italiani delle università ad esempio dimostrano un grande interesse e anche conoscenza della storia del resto d’Europa piu’ dei loro colleghi stranieri. Nel Mondo, Nuova Zelanda, Irlanda e Australia fanno moltissimo per  l’emancipazione dei cittadini di origine straniera attraverso l’educazione, in linea con la tradizione di democrazia del mondo anglosassone.

Sui vari aspetti del rapporto europeo sull’istruzione e sulla educazione pure qui in Italia, Skapegoat tornerà nel dettaglio, così come sul legame tra partecipazione femminile e qualità della vita democratica di cui il sito aveva annunciato (in articoli sullo stesso argomento) un servizio costituito da diverse interviste  a qualificati osservatori: i tempi di risposta sono stati più lunghi del previsto e ciò, unitamente alla piccola struttura di questo spazio web, ha determinato uno slittamento di tali argomenti, che però non sono stati dimenticati e su cui vi terremo aggiornati.

Aldo Ciummo

Finlandia apripista dei diritti alla conoscenza

 

Finlandia

Una immagine della Finlandia. I paesi possono cambiare la propria posizione "relativa" cioè la possibilità di godere o meno della vicinanza alle reti di commerci e di produzione internazionali, sfruttando un fattore strategico: la conoscenza

La decisione del Ministero dei trasporti e delle comunicazioni di Helsinki prosegue nella direzione  che ha permesso ad un paese relativamente periferico di porsi al centro del progresso tecnologico

 

Qualche giorno fa, nel corso della trasmissione “Report”, Milena Gabbanelli lanciava un interrogativo: perchè in paesi dove tutti hanno il telefonino e la popolazione anche scolastica è enorme siamo più che altro meri consumatori di queste tecnologie ed all’avanguardia ci sono paesi anche geograficamente periferici come la Finlandia? Un provvedimento legislativo adottato a metà del mese corrente dal governo di Helsinki offre delle indicazioni al riguardo.

I fornitori della connessione, in Filandia, dovranno assicurare una portata di almeno un megabyt al secondo a partire dal prossimo luglio. Il Governo sta lavorando affinchè la velocità fornita agli utenti sia ancora maggiore. La Finlandia è stata quindi il primo paese nel mondo a dichiarare l’accesso a banda larga un diritto legalmente riconosciuto.

Molti dei cinque milioni e duecentomila abitanti della nazione nordica si trovano in aree rurali. Laura Vilkkonen, consulente legislativo per il ministero dei trasporti e delle comunicazioni, ha definito il provvedimento un passo intermedio teso ad arrivare ad una velocità cento volte maggiore nel 2015. Ha aggiunto che servizi avanzati in grado di dare accesso alla conoscenza, alle notizie e al contatto interpersonale sono cose di cui tutti ormai sentiamo il bisogno ed esercitiamo il diritto.

Si tratta di garantire un lusso, comunque una comodità secondaria? non tanto, nemmeno soltanto di favorire diritti individuali. Tornando all’interrogativo da cui si era partiti, se le aziende che producono servizi ad alto tasso di conoscenza e che valorizzano la creatività fioriscono in paesi come la Finlandia e competono poi in modo visibile nelle arene del commercio e della ricerca internazionali, non è perchè la gente si ritrova un computer o dei libri nella culla.

Il sistema scolastico, la società e lo stato che sostiene determinati indirizzi strategici hanno favorito la conoscenza e la creatività a partire dai mezzi di comunicazione e di espressione che le persone sentivano come più vicini alla propria vita quotidiana, ieri magari i libri e i giornali, oggi i libri ed i giornali, ma anche la rete. L’idea di fondo è che se tante persone usano il web e lo considerano un mezzo positivo per restare in contatto o per accedere a nozioni e fatti, domani forse sapranno usarlo per progettare qualcosa di nuovo, con cui la comunità andrà avanti.

Aldo Ciummo

 

INTERNAZIONALE|Il governo irlandese vacilla sui tagli alla scuola

Il partito di maggioranza, il Fianna Fail, ha isolato e perduto due parlamentari a causa dell’osteggiato progetto

di Aldo Ciummo

Paese che vai, tagli che trovi, ma sembra che di fronte alla crisi economica globale il rimedio subito presente alla mente dei governanti sia comunque uno: risparmiare sulla Sanità e sulla Scuola. A Dublino nelle scorse settimane la maggioranza in carica ha quasi fatto il botto sul primo capitolo, con una proposta di ridurre le garanzie sanitarie per gli anziani capace di far rivoltare mezzo partito di governo, cosi’ il Taoiseach (qui il termine sta a significare più o meno Primo Ministro, ma non ne ha proprio i poteri come nel Regno Unito) ha fatto marcia indietro sul tema Sanità.

Adesso sono i tagli all’Istruzione che stanno seminando una protesta meno rumorosa che altrove ma molto diffusa e tenace, anche perché stiamo parlando di un paese dove la metà della popolazione è giovane e quelli sotto i 21 anni, già da soli, sono quasi un terzo degli abitanti, mentre buona parte degli altri porta ogni giorno uno o più bambini all’asilo o a scuola. Joe Behan e Finian McGrath, uno del Fianna Fail e l’altro indipendente, ma organico al partito di maggioranza, si sono opposti ai tagli e sono stati rimossi dalle Commissioni di cui erano incaricati (rispettivamente Giustizia ed Educazione) e rimpiazzati da politici maggiormente legati alle direttive del Taoiseach, Brian Cowen.

Intanto, la Teachers Union of Ireland e The Children Rights Alliance, che raccoglie una ottantina di associazioni, hanno elaborato una stima che prevede una crescita delle spese scolastiche di circa 2000 euro l’anno prossimo, per una famiglia tipo con quattro ragazzi e ragazzini in vari livelli dell’istruzione. La stima include l’aumento delle spese di iscrizione, delle tasse universitarie e quelle derivanti dalla riduzione di servizi, che ricadrebbero quindi sui genitori e sugli studenti, per quelli che vanno all’università.

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IN ITALIA|Padre contro la riforma Gelmini: «Non mangio più per mio figlio»

Lettera di un genitore disperato che ha iniziato uno sciopero della fame per protesta contro la “riforma” Gelmini

Mi chiamo
Marco Spitella, ho quarantasette anni, tre figli in età scolare, e sono
molto preoccupato per il loro futuro.

Sono preoccupato perchè se il
piano Tremonti-Gelmini-Aprea dovesse giungere a compimento, il loro
sarà un futuro con pochissime scelte.

Io voglio una scuola pubblica
eccellente, che formi persone eccellenti, che dia a ciascuno gli
strumenti per crescere e non solo per imparare.

Voglio una scuola che
insegni a tutti la differenza tra dovere & diritto e sottomissione &
favore.

Voglio una scuola i cui docenti siano motivati e motivanti,
una scuola che insegni che i migliori vanno avanti, una scuola per
tutti ma non per forza, in cui chi non ha il desiderio o le capacità
possa arrivare dove può e non oltre.
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L’OPINIONE|Italian censorship. Il sistema Berlusconi di affumicare l’opinione pubblica

Mentre l’Italia è sempre più terra di conquista delle multinazionali straniere, quelle che hanno il coraggio di venire a investire, prosegue la demolizione dello Stato sociale. I tagli all’istruzione diventano un nuovo terreno di scontro e il premier cerca di evitare il confronto

Simone Di Stefano/SG

Tutto bene quel che non finisce, direbbe chi non lo ha mai potuto dire in quanto morto e sepolto. Divagazione allucinatoria degna di Natural born killers, ma obbligatoria se vogliamo focalizzare lo stato attuale del nostro Stato italiano, attuale tanto quanto tanto inattuale, si perdoni il gioco di parole. Piccola rassegna stampa sui fatti di quotidianità odierni.

Francoforte, Londra, Birmingham, Dublino, Bruxelles, Barcellona e Valencia non sono le città legate alle borse europee più in calo negli ultimi otto giorni, ma le rotte annunciate a luglio dalla compagnia aerea low cost, Rayan Air. A queste si vanno ad aggiungere, ed ecco la notizia, Trapani, Bari, Brindisi, Lamezia Terme, Edimburgo, Granada, Dusseldorf, Katowice, Parigi Beauvais, Oslo e Costanza. Inoltre, entro marzo, due verranno inaugurate due nuove rotte a Bologna. Niente male, l’hub & spoke continua a conquistare territori, come una lenta invasione barbarica travestita da uccellino con ali di metallo.

E l’Alitalia? Già dimenticata? E Malpensa? Forse i nostri politicanti, dopo aver fatto credere al paese intero che la grana legata alla nostra compagnia di bandiera fosse stata risolta con i si dei sindacati e con un fallimento scongiurato in zona Cesarini, si stanno defilando dall’affaire, puntando il dito contro altre “cosucce” scomode da dover risolvere. È il caso, per esempio, del clima irrespirabile che aleggia dentro e attorno alle strutture scolastiche e universitarie italiane.

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ECONOMIA|Lavoro: cresce il divario

Le buone notizie si confondono con un divario sempre più vistoso tra la crescita del lavoro al nord e il blocco del sud. Santini (Cisl): «Promuovere politiche anticicliche»

Alla presentazione del rapporto Cnel, sul mercato 2007 – 2008, presente anche Giorgio Santini, Segretario confederale CISL che ha sottolineato: «In un quadro positivo del mercato del lavoro italiano nel 2007 si evidenziano quattro criticità: un tasso di attività che si riduce nonostante l’aumento del tasso di occupazione (sintomo di scarsa trasparenza e di scoraggiamento di chi è in cerca di lavoro), un crescente divario nel tasso di occupazione tra Nord e Sud (aumentato negli ultimi 10 anni, di 9 punti percentuali), le difficoltà dell’occupazione femminile e le criticità nei percorsi di transizione tra scuola e lavoro».

Santini ha poi proseguito con il tema delle politiche da dover affrontare: «Sono temi che dobbiamo mettere quindi al centro del dibattito. l’Italia è in difficoltà e proprio per questo dobbiamo promuovere politiche di tipo anticiclico e di sostegno alla produttività cui devono essere affiancate misure per l’emersione dal lavoro sommerso. Esse devono incidere su segmenti specifici del mercato del lavoro: immigrati, agricoltura, edilizia, terziario e servizi e lavoro di cura (sull’esempio dell’esperienza francese). Rispetto all’occupazione femminile- ha sottolineato Santini- richiediamo l’incentivazione dei part time “lunghi” (25-30 ore lavorative) e la piena attuazione delle deleghe contenute nel Protocollo del 23 luglio 2007. Tali deleghe devono essere sviluppate anche nell’ottica della promozione di una via italiana alla flexicurity con l’estensione a tutte le tipologie di lavoro e dimensioni di impresa di ammortizzatori sociali finalizzati al reimpiego».

Per concludere uno sguardo ai giovani e alla stabilizzazione dell’economia: «Rispetto al Mezzogiorno notiamo – ha concluso Santini- la necessità di promuovere strumenti di incentivazione alla stabilizzazione e all’occupazione, in particolare dei giovani, non discontinui, ma di sistema. L’ultimo punto, è il necessario miglioramento dei percorsi di transizione tra scuola e lavoro e lo sviluppo dell’istruzione tecnica e professionale, in particolare nel regioni del Sud».