Il Centrodestra ha rappresentato fino ad ora un esperimento rispetto alla storia recente del paese nordico
Il 19 settembre si voterà in Svezia: quattro anni fa, nel 2006 l’attuale coalizione di Centrodestra, Alleanza per la Svezia (Alliansen för Sverige), ottenne 178 seggi contro i 171 degli altri partiti, interrompendo un lungo periodo di governi socialdemocratici.
Le scelte della maggioranza sono state abbastanza gradite dai cittadini, stando a diversi sondaggi, che contestualmente prevedono però un margine molto sottile a dividere i due blocchi, appunto la coalizione di Centrodestra Alleanza per la Svezia da una parte e dall’altra l’alleanza formata da Socialdemocratici (Sveriges Socialdemokratiska Arbetareparti oppure Socialdemokraterna) e dai suoi alleati che sono il Left Party, (Vänsterpartiet) ed i verdi (Miljöpartiet de Gröna).
L’esecutivo guidato da Fredrik Reinfeldt, comprende quattro partiti: i Moderati (Moderata Samlingspartiet o Moderaterna), cui appartiene Reinfeldt, il Centro (Centerpartiet, rappresentato dalla vice primo ministro Maud Oloffson, che è anche Ministro alla Impresa), i Liberali, Folkpartiet Liberalerna, il cui attuale leader è il Ministro dell’Educazione Jan Björklund, i Cristiano Democratici (Kritsdemokraterna) del Ministro degli Affari Sociali Göran Hägglund.
Il 26 agosto i partiti al governo hanno reso pubblico un manifesto elettorale intitolato “Una Svezia che sta assieme” (Ett Sverige som haller samman) che si concentra soprattutto sulle riforme riguardanti il lavoro.
Tra i punti più importanti, nel documento proposto all’attenzione dei cittadini, ci sono l’estensione del diritto a lavorare (dal limite di 67 anni a quello di 69) tagli di tasse per i pensionati, riduzione della quota di Nordea, SBAB e TeliaSonera da parte dello stato (ma mantenimento delle quote in Vattenfall), misure a favore dell’occupazione giovanile, delle imprese di ristorazione e delle automobili “ecologiche” e deduzioni fiscali per lavori di ammodernamento delle abitazioni, miglioramento dell’integrazione dei nuovi cittadini attraverso corsi di lingua e sostegno all’impresa.
Aldo Ciummo
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