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Il Fondo di solidarietà europeo si attiva per l’Italia

Sono in arrivo diciotto milioni di euro per l’Italia dal Fondo di Solidarietà Europeo a seguito dei danni provocati dalle alluvioni in Toscana e Liguria

Giovedì 31 maggio la Commissione Bilancio ha votato a favore dell’invio di aiuti finanziari ai territori della Toscana e della Liguria gravemente colpiti dalle alluvioni dello scorso ottobre 2011. La misura sarà poi approvata in via definitiva dal Parlamento il prossimo 12 giugno.

Nell’autunno 2011 infatti i rovesci hanno causato ingenti danni ad imprese, residenze, infrastrutture. Il via libera della commissione europarlamentare determina quindi l’invio di oltre diciotto milioni di euro alle regioni italiane di Toscana e Liguria, nelle quali il danno diretto ammonta a 772 milioni di euro e oltre secondo le stime delle autorità. L’Italia ha inoltrato la domanda per ottenere assistenza dal Fondo Sociale Europeo nell’ottobre dell’anno scorso, per cui riceverà gli aiuti, da utilizzare per ricostruire l’industria, i mezzi di trasporto e le case.

Per quanto riguarda il 2012 questa è la prima mobilitazione del Fondo. Il Fondo Sociale Europeo è stato creato nel novembre del 2002 per aiutare le popolazioni delle regioni colpite da disastri naturali, ha un massimale annuo di un miliardo di euro ed è destinato alle aree che hanno un accertato bisogno di supporto finanziario.

L’Unione Europea si conferma insomma uno dei pochi efficaci strumenti di sostegno alle società degli stati componenti, con buona pace di leghe valligiane e stelle populiste di varia estrazione che tuttora individuano tutti i problemi nell’immigrazione e nelle istituzioni comunitarie senza dare mai una occhiata agli evidenti squilibri sociali e finanziari di cui l’assenza di politica finora è stata solo fonte.

Aldo Ciummo

 

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Si avvicina il Primo Maggio e urge la riorganizzazione della sinistra in Europa

Le difficoltà che i diritti devono affrontare nella UE impongono un superamento di sbarramenti tra progressismi e sinistre radicali per confrontarsi con i conservatorismi dominanti
Si avvicina il Primo Maggio, festa nata alla fine del milleottocento dalla viva forza delle idee scaturite dalla necessità di conquistare diritti da parte degli operai e di parti produttive della società, la data ha tratto il suo significato dalle lotte di fasce sociali che per ottenere la visibilità di questa celebrazione spesso hanno dovuto affrontare repressioni poliziesche e militari in quegli anni, in America ed in Europa.
 Oggi le questioni sono tanto diverse eppure molto simili: immigrazione, precariato, divari generazionali, divisioni nell’istruzione, sono facce diverse di un problema, la disuguaglianza, che è rimasto uguale. Anche adesso si assiste, nella nostra Europa con i vari Le Pen e in America con i Tea Party, al tentativo di aggirare i problemi sociali e scaricarli sui più deboli, addossando le colpe all’immigrazione, ai sindacati, ai manifestanti, ai giovani che studiano troppo a lungo ed agli anziani che a un certo punto vogliono la pensione.
Le ricette nazionaliste e populiste non stanno riscuotendo grande successo, il Centrosinistra sta vincendo in Francia ed i progressisti mantengono la maggioranza negli Usa, mentre ambientalisti e sinistre alternative stanno raccogliendo un pò in tutta l’Unione Europea più voti degli euroscettici (e di coloro che predicano la chiusura all’immigrazione, come se lo squilibrio fortissimo nei redditi e nei patrimoni permettesse alla popolazione ed alle economie della UE di crescere altrimenti). Hollande può contare in Francia su una riserva a sinistra perchè il suo programma è progressista ed ha punti di contatto con quello di Melenchon, in paesi come l’Italia la composizione del quadro delle forze progressiste è difficile soprattutto a causa della sterzata al centro che il maggior partito di centrosinistra ha effettuato negli ultimi anni.
Non si parla soltanto di gruppi politici: la parte maggioritaria della popolazione che vuole un progresso sociale è a favore della redistribuzione delle risorse, dell’integrazione degli immigrati e del rispetto dei loro diritti, della valorizzazione del merito. Se le forze più grandi dell’opposizione ai governi di destra sono alleate di questi governi ed accettano logiche squilibrate a favore delle rendite (di patrimoni e di posizione) l’opinione pubblica di sinistra non può aderire alle politiche di questi gruppi di opposizione formale e ciò che è peggio non partecipa alla vita politica e sociale. Questo favorisce la destra ed i vari gruppi nostalgici, populisti, regionalisti e nazionalisti.
Non si possono trovare tutte le cause della debolezza di una coalizione politica progressista (che in Italia ed in altri paesi sarebbe maggioritaria se unita) solo nelle barriere poste dai guardiani del museo che nei vari partiti minori di sinistra difendono l’uno per cento e l’integrità ortodossa di una serie di simboletti decorativi (che i conservatori ignorano governando tranquillamente in assenza di minimi rischi di alternanza). Le attuali forze di sinistra organizzate in funzione del voto senza prospettive di costruire alternative durature (ai Centrodestra liberisti alleati con i vari populismi nazionalisti o regionalisti) si trovano ad un bivio tra la loro marginalizzazione e la costruzione efficace di politiche comuni con gli altri partiti di sinistra e con le energie provenienti dalla società civile per contrastare i conservatorismi.
Le nuove sinistre meno ideologizzate che si affacciano nei paesi europei non fanno eccezione, non possono permettersi di coltivare presunzioni di autosufficienza e dovrebbero cooperare con gli altri partiti della sinistra alternativa e le forze sociali che difendono continuativamente diritti del lavoro, società multiculturale, diritto allo studio, alla salute, alla partecipazione politica. Anche in Italia la sinistra è ancora complessivamente forte (ci sono la Fiom rappresentativa nei luoghi di lavoro, Sel con progetti nuovi in istituzioni e nella società, il Prc che è rimasto una roccia in positivo a difesa dei diritti costituzionali, gli ambientalisti che hanno conosciuto elezioni favorevoli in paesi europei) se si riconosce in obiettivi comuni e individua gli avversari nell’area conservatrice-liberista e non nei partiti vicini.
Le date come il 25 aprile ed il Primo Maggio, che ricordano a tutti coloro che fanno lo stesso percorso che l’appartenenza ad una prospettiva di alternativa è stata ed è rimasta in gran parte comune, sono importanti per questo, perchè sottolineano che nonostante la dispersione politica impressa in passato da scelte ed errori di tutte le forze politiche che hanno subìto di conseguenza una perdita di rappresentatività delle parti della società tradizionalmente vicine alla sinistra e nonostante la dispersione sul territorio in Italia ed in Europa che è anche una necessità data l’attuale struttura del lavoro e della vita oggi, non dovremmo ugualmente mancare alle opportunità di coltivare nei territori di appartenenza e nella nostra Europa l’avanzamento delle politiche progressive di cui c’è un visibile bisogno ed il collegamento di queste politiche e dei raggruppamenti progressisti locali con le tematiche europee e con le regioni europee che l’attuale integrazione ci permette di approfondire e conoscere.
Aldo Ciummo

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Le scuole pubbliche campane in Europa

 

Il progetto finalizzato alla promozione dell’insegnamento delle lingue straniere avvicina l’istruzione della regione alle nuove opportunità europee

 

La regione Campania, con la delibera di Giunta Regionale del 30 dicembre 2009 ha approvato il progetto “Piccoli campani crescono in Europa” finalizzato alla promozione dell’insegnamento delle lingue straniere nelle scuole pubbliche statali campane.

Si tratta di una azione per l’insegnamento delle lingue straniere in orario extra-curriculare per gli studenti delle scuole pubbliche statali della terza elementare e della prima media per l’anno scolastico 2010-2011. La durata del corso è di tre anni, al termine dei quali sarà rilasciata una certificazione finale di conoscenza della lingua e si prevede anche un percorso di mobilità all’estero.

L’intervento procederà, mediante manifestazione di interesse, all’individuazione delle scuole pubbliche statali primarie, delle scuole pubbliche statali secondarie di primo grado, con sedi in Campania, e degli istituti di lingua e cultura straniera dipendenti dai ministeri competenti dei paesi di origine, dotati di tutti i requisiti necessari all’insegnamento delle lingue e abilitati alla certificazione internazionale delle lingue dalle autorità competenti del paese di origine.

Il 17 marzo sul Bollettino Ufficiale è stata approvata la manifestazione di interesse preliminare all’avviso pubblico per la selezione delle proposte, con l’indicazione dei destinatari dell’iniziativa e delle modalità di presentazione delle proposte.

Regioni, mobilità, pari opportunità e progresso

 

Il caso del Friuli Venezia Giulia è una cartina di tornasole dei cambiamenti nel continente e nel paese nell’iniziativa editoriale della Ediesse Libri

Saggi diversi a cura di Ariella Verrocchio e Paola Tessitori sono stati raccolti nel libro “Il lavoro femminile tra vecchie e nuove migrazioni” che parla del territorio del Friuli Venezia Giulia e delle sue trasformazioni sociali. Le autrici si chiedono quale è il ruolo della emancipazione femminile nello scenario delle migrazioni internazionali e quali sono le continuità ed i mutamenti rintracciabili nel tragitto delle lavoratrici di ieri e delle migranti di oggi.

Il tema della pubblicazione è la mobilità femminile storica ed attuale e in questa prospettiva la vicenda approfondita dallo studio in questione appare come un argomento molto attuale in una realtà dove resistono purtroppo diseguaglianze nell’accesso al mercato del lavoro e disparità nelle retribuzioni.

Ariella Verrocchio è direttrice scientifica dell’istituto “Livio Saranz” di Studi, Ricerche e Documentazione sul Movimento sindacale a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia, e docente a contratto di Storia delle Donne e di genere nell’Università degli studi di Trieste.

Paola Tessitori lavora nel settore immigrazione, intercultura, antidiscriminazione, cooperazione decentrata, sia svolgendo attività di ricerca che progettando e coordinando interventi finalizzati all’inclusione sociale dei migranti in Friuli Venezia Giulia.

Aldo Ciummo