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Norvegia prima per cooperazione e parità

 

Riepilogo Area Nord Europa 2009-2010: I governi di Oslo in questi anni sono stati in prima linea nel sostenere la totale cancellazione del debito dei paesi più in difficoltà

Ambiente, parità tra i sessi ed energie rinnovabili sono i fatti su cui la Norvegia si concentra. Per queste il Governo di Oslo ripone molte aspettative nella funzione della cooperazione  economica con il Sud del Mondo, nella quale è fra i pesi massimi quantitativamente, confidando soprattutto nella possibilità di creare salti di qualità, specialmente quando lo sforzo delle popolazioni si rivolge alla creazione di basi solide in fatto di protezione dell’ambiente, diritti delle donne e sperimentazione sulle energie pulite e sulla efficenza energetica.
 
Le politiche norvegesi, in linea con una tradizione scandinava di cooperazione che non prevede soggetti passivi che la ricevano, ma favorisce progetti di indipendenza economica e culturale, indica chiaramente, nei mezzi scelti e negli obiettivi, uno strumento per portare alla effettività dei diritti nelle aree che si sono trovate in difficoltà in questo campo: lo sviluppo del settore privato e della capacità dei territori di esportare i beni e servizi nei quali possono essere forti.
 
La Norvegia mira a far aumentare l’importazione di prodotti dai paesi del mondo che sono stati meno sviluppati e sostiene il rafforzamento della trasparenza istituzionale e di una comunicazione aperta ed autonoma nel Sud del Mondo. I governi di Oslo in questi anni sono stati in prima linea nella Hipc (Initiative for Heavily Indebted Poor Countries) sostenendo la totale cancellazione del debito contratto nei confronti degli istituti finanziari internazionali e la sua graduale riduzione senza un collaterale indebolimento degli altri sforzi sociali.
Aldo Ciummo

Medicina, nuove iniziative di Bruxelles

 

La Commissione UE per la sanità pubblica ha redatto all’unanimità una relazione sull’azione continentale contro il cancro.

 

di Gabriele Tribulato Ragusa

La commissione europea per la protezione dell’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI), ha recentemente redatto all’unanimità una relazione sul cancro e sull’importanza dei fattori ambientali che contribuiscono all’insorgere della malattia. Un sempre maggior numero di scieziati credono che una politica ambientale adeguata possa arrestare alcuni tipi di tumori.

Il quadro generale attuale ci dice che un terzo della popolazione europea si ammalerà di cancro nel corso della propria vita, e che il tumore dei bambini è in aumento ogni anno dell’1%. Nel giugno dello scorso anno la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione ufficiale contro il cancro ed ha accertato che le cause ambientali e professionali, vanno messe sullo stesso piano di stili di vita dannosi quali il fumo.

Oltre al fumo del tabacco e le sostanze chimiche presenti in ambienti esterni ed interni come i luoghi di lavoro, sono fattori ambientali dannosi i raggi UV e il radon, che si accumula nelle abitazioni e rappresenta una delle maggiori cause di tumore al polmone. Secondo la Commissione c’è bisogno di una maggiore ricerca e quindi risorse sui fattori ambientali, e, sulla prevenzione, fare una distinzione tra quella primaria e quella secondaria con programmi di screening.

La relazione è stata firmata da 22 organizzazioni che consigliano le misure necessarie e raccomandano meticolosità ai membri del Parlamento europeo. E’ certo che alle buone intenzioni devono seguire i fatti e un intervento coordinato di tutte le parti interessate, compresa quella del volontariato. Esistono vari gruppi di lavoro che stanno portando avanti vari progetti scientifici e di ricerca che andranno finanziati dalla UE.

L’unione continentale sta già finanziando gruppi di ricerca sul cancro e sui problemi ambientali, come l’ECNIS, che dal 2005 riunisce alcuni dei migliori gruppi di ricerca europei attivi nel settore ambientale del cancro e la sua modulazione mediante la nutrizione e il corredo genetico, il NEW GENERIS, che indaga sul ruolo dell’esposizione prenatale nelle prime fasi di vita, su prodotti chimici genotossici presenti negli alimenti e nell’ambiente, sullo sviluppo del cancro infantile e i disturbi del sistema immunitario.

Altri progetti sono il C.R.E.D.O e il CASCADE che riguardano i perturbatori endocrini, e L’Health & Environment Network Portal (HENVINET), per supportare la comunicazione tra scienza e politica. Nel prossimo anno saranno coinvolti maggiormente altre istituzioni oltre alla Comunità europea, su una strategia comunitaria sulle sostanze chimiche che causano il cancro o sono legate ad esso.

Verrà stilata una lista delle sostanze più pericolose, verrà rivista la normativa UE in materia di biocidi. La maggiore comunicazione e interazione tra la comunità scientifica e la politica comunitaria è fondamentale, al fine da orientare gli sforzi verso un interesse comune, per garantire risultati alla ricerca e una qualità della vita migliore.