
Una immagine di Lisbona
Questo spazio web approfitterà nei prossimi due mesi della vicinanza all’Europa Unita che ha accompagnato il sito fin dall’inizio per proporre ai propri lettori un tragitto attraverso le tappe tematiche dell’appassionante viaggio che attende la nostra comunità, appuntamenti innanzitutto istituzionali per il fatto che è il Trattato di Lisbona a descrivere le forme attraverso le quali la partecipazione dei cittadini ed il protagonismo dei gruppi emergenti potranno esprimersi.
di Aldo Ciummo
Lisbona inizia il suo viaggio, un percorso che non è fredda materia istituzionale e che perlomeno non dovrebbe rimanerlo negli spazi dove si parla ai lettori che vivono l’Europa concreta delle professioni, dei cambiamenti culturali, dei problemi sociali e delle scommesse economiche. Su queste pagine si è parlato tanto di cosa volevano la Commissione, l’Italia, le associazioni degli immigrati, l’Irlanda, i paesi dell’Est, la Repubblica Ceca del presidente Vaclav Klaus e quella del Parlamento di Strasburgo, il Regno Unito, la Presidenza Svedese (che ha dato un importante contributo al radicamento degli obiettivi ambientali, civili ed economici di questa nostra Europa) il Consiglio dell’Unione Europea dove si esprimono gli esecutivi, si è parlato di cosa ci si aspettava dall’allargamento.
E’ bene ora entrare nel vivo di ciò che il Trattato di Lisbona dice e di studiarlo per avvicinarci di più a quello che interessa ai lettori e cioè come funzionerà la comunità e quindi quali saranno le opportunità democratiche aperte alla cittadinanza in base alla carta che in questi anni è stata elaborata. Come sempre verranno sottolineati gli elementi critici e la necessità di assumere un maggiore protagonismo – ed una maggiore responsabilità – da parte della gente comune. Ma saranno anche approfondite le possibilità positive che i meccanismi continentali stanno aprendo.
Verrà affrontata naturalmente la questione della democrazia, il demos che manca tuttora alla costruzione europea, così come l’urgenza di razionalizzare i processi decisionali senza i quali l’Europa diventa il gigante strattonato da soggetti mondiali in possesso di maggiore confidenza, come accaduto nelle vicende balcaniche, curde, ex sovietiche, mediorientali dell’ultimo ventennio, in dimostrazioni di indecisione che poi gli altri hanno pagato di più dell’Unione Europea stessa. Il tema affiancherà quelli avviati e destinati ad un ancora maggiore approfondimento poi, come il ruolo crescente della fascia nord della UE e del continente; la posizione dell’istruzione nei rapporti tra territori e la Comunità nata nel 1957; la crescita dei Diritti e dell’integrazione.
Il sito si soffermerà anche sulla posizione dell’Europa nella crisi economica e sociale che il mondo sta attraversando e sui mezzi concreti a disposizione dei cittadini – non molti strumenti in realtà – per inserirsi nell’avventura europea da soggetto pienamente partecipe. Si cercherà di proseguire con più precisione e con una maggiore chiarezza nella descrizione di un panorama europeo che trova in un diverso ordine i nodi della giustizia, dei diritti, delle garanzie e l’approccio ai grandi problemi climatici, politici, pratici del continente. Paesaggio tuttora, in misura significativa, tracciato sulla carta, nascosto alla vista dei cittadini impegnati in situazioni difficili da una limitata capacità di rendere il progetto istituzionale una questione politica e di una scarsa abilità di fare della politica l’espressione e la soluzione di dilemmi concreti. Ma questa mappa in bianco e nero, il Trattato di Lisbona, punto di arrivo di negoziati durati anni e anni, è un punto di partenza che condizionerà di molto i colori e gli umori di tanti diversi volti dell’Europa (non più 27 ma presto 28, 29, non è ancora chiaro quanti nei decenni a venire) molto, molto a lungo.
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