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La Norvegia risponde all’intolleranza con la civiltà e la democrazia

Processo Breivik, la Norvegia risponde con civiltà all’intolleranza Le leggi democratiche stanno procedendo senza scene di odio, l’intento di destabilizzare i valori democratici norvegesi che ha ispirato l’estremista di destra è miseramente fallito

L’estremista di destra che ha ferito così gravemente la Norvegia con l’attentato dell’estate scorsa, nel quale hanno perso la vita decine di giovani che si riunivano per parlare democraticamente di politica ha con ogni evidenza fallito nel suo intento, che era la destabilizzazione di un sistema democratico, aperto, multiculturale, la democrazia norvegese.

Il dibattito politico infatti non ha subìto nessuna radicalizzazione, anzi anche il partito storicamente più chiuso riguardo all’immigrazione (il Progress Party, che comunque non ha nessun legame con il crimine di cui si parla) ha iniziato un percorso di apertura maggiore ai temi dell’integrazione, nemmeno i parenti delle vittime hanno ceduto a nessun atto o atteggiamento di odio durante il processo che si sta svolgendo e al quale sono presenti. La Norvegia, giustamente, non sta dando nessuna eccessiva importanza alle idee deviate del responsabile della sofferenza che ha colpito il paese.

Tutti i partiti rappresentati nel sistema politico norvegese sono rimasti legittimati a svolgere le proprie funzioni democratiche, la maggioranza laburista non ha mai preso spunto dalla tragedia per attaccare le opposizioni e le forze di centrodestra che si trovano all’opposizione hanno a loro volta mantenuto i nervi saldi di fronte alle sporadiche associazioni tra le dichiarazioni del criminale ed estremista di destra e le campagne politiche di chiusura all’immigrazione che sono state avanzate da molti mass media nel mondo. La democrazia norvegese ha continuato a procedere su solidi binari.

Giovedì, quarantamila persone si sono riunite ad Oslo cantando una canzone popolare in favore del multiculturalismo, nel frattempo il processo al responsabile della strage dell’estate scorsa va avanti, assicurando tutte le garanzie all’imputato, come è nella tradizione legale e civile norvegese. Davvero la Norvegia sta dando una prova di che cosa è la civiltà, contrapposta alla barbarie, continuando nella sua vita istituzionale e civile di tutti i giorni, assicurando i diritti degli immigrati e le norme della legalità senza lasciarsi trascinare nel circolo chiuso dell’odio settario.

Aldo Ciummo

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Ambiente al centro del dibattito in Finlandia

L’affermazione dei Verdi durante questi ultimi anni riporta al centro le questioni ecologiche, dalla tutela del Mar Baltico alla protezione delle foreste settentrionali in Finlandia

Come si è visto sia attraverso le elezioni autunnali in Danimarca con la vittoria della socialdemocratica Helle Thorning-Schmidt alleata di partiti di tradizione ambientalista come “Det Radikale Venstre” ed il “Socialistisk Folkeparti” sia come si è potuto registrare in Finlandia dato il sorprendente successo dei Verdi (Virhea Liiitto) con il loro trentasette per cento a febbraio di quest’anno, nonostante il Centrodestra abbia ottenuto la presidenza con Sauli Ninisto (Partito della Coalizione Nazionale, “Kansallinen Kokoomus”), l’ambiente resta al centro delle cure delle istituzioni e dell’opinione pubblica nel Nord Europa.

In Finlandia, il nucleare è stato al centro di un dibattito negli ultimi decenni, in particolare per il deposito sotterraneo di smaltimento previsto ad Olkiluoto. Una fonte di preoccupazione di diverso tipo è l’inquinamento nel Baltico, infatti negli ultimi anni l’attenzione si è concentrata sulle fonti di inquinamento dalla Federazione Russa. I Verdi guidati da Pekka Haavisto si sono lasciati alle spalle, nelle ultime competizioni elettorali, partiti consolidati in Finlandia, come il Centro ed i Socialdemocratici.

La maggioranza dei commentatori hanno evidenziato come gli ambientalisti non siano più legati a singoli dibattiti e come le posizioni europeiste sia liberali che progressiste siano state premiate dal voto, mentre indietreggiano le tendenze euroscettiche che erano state rappresentate con qualche successo elettorale tra 2009 e 2011 dai “Veri Finlandesi” di Timo Soini. Ora anche le tematiche più vicine agli argomenti sui quali lavora da tempo il partito dei Verdi, dal riscaldamento globale alla tutela del mar Baltico, troveranno uno spazio crescente all’interno dell’Eduskunta, il Parlamento unicamerale finlandese.

Nel Baltico le diverse competenze territoriali, che non riguardano solo la UE, rendono la tutela delle acque di difficile gestione. Le foreste in Finlandia invece sono oggetto di dibattiti in cui da una parte ci sono le compagnie del legname ed anche i proprietari dei terreni, dall’altra invece gli attivisti per la tutela dell’ambiente: la discussione verte non tanto sulla quantità di legno che si intende abbattere, ma anche sulle località interessate, perchè nel nord della Finlandia gli alberi crescono più lentamente.

Aldo Ciummo

 

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Anders Borg è il politico più popolare in Svezia

Il Ministro delle Finanze sta superando anche il Primo Ministro Fredrik Reinfeldt, intanto nell’opposizione si discute sulle strategie di comunicazione

Dallo scorso anno la popolarità di Anders Borg, Ministro delle Finanze in Svezia, è in crescita, superando anche il Primo Ministro, Fredrik Reinfeldt. La crisi internazionale è stata affrontata bene dal mercato svedese, che resta uno dei più solidi. Al terzo posto nel gradimento dell’elettorato, dopo Borg e Reinfeldt, viene il Ministro degli Esteri, Carl Bildt.

Il governo di Centrodestra in Svezia mantiene quindi un consenso abbastanza stabile, anche se le opposizioni riguadagnano terreno rispetto ai risultati delle ultime elezioni. Nel maggiore partito di opposizione, I Socialdemocratici, Ylva Johansson, la quale è stata Ministro, ha rilevato che la forza di Centrosinistra che ha amministrato a lungo la Svezia, raggiungendo obiettivi importanti nella costruzione dello stato sociale e nella promozione dell’economia, non ha per il momento riconquistato le percentuali che di regola otteneva quasi in tutte le competizioni elettorali fino a pochi lustri or sono.

Commentando perciò il distacco che ancora separa la coalizione guidata dal Partito dei Moderati attualmente al governo e la propria formazione politica, Ylva Johansson ha auspicato che il leader dei Socialdemocratici Hakan Juholt riorganizzi il partito per evitare che la situazione dei consensi si cristallizzi così come appare adesso. Attualmente Johansson è la vicepresidente della commissione dei Socialdemocratici sul Mercato del Lavoro.

Aldo Ciummo

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Finlandia, gli euroscettici potrebbero entrare nel Governo

 

L’attuale ministro delle Finanze Jirky Katainen potrebbe diventare premier dei moderati: ma avanza il “Perussuomalaiset” di Timo Soini, contrario agli aiuti agli stati europei in crisi
 
 

Il 17 aprile si vota in Finlandia e la Premier Mari Kiviniemi non ha escluso che il prossimo governo coinvolga i “Veri Finlandesi” (“Perussuomalaiset” in finlandese) guidati da Timo Soini: la lista che vuole ridurre l’immigrazione ed opporsi a piani di spesa della UE per salvare paesi in bancarotta peserà, secondo i sondaggi, oltre il sedici per cento delle preferenze, divenendo una forza indispensabile a garantire la governabilità nell’Eduskunta, il Parlamento unicamerale finlandese. L’attuale esecutivo comprende, oltre al “Partito di Centro” di cui Kiviniemi è la leader, la “Coalizione Nazionale” (Centrodestra), i “Verdi” e la lista Svedese.
 
A giudicare dalle dichiarazioni dei politici, non è l’immigrazione il tema che delinea le coalizioni: posizioni favorevoli alla forte restrizione dell’immigrazione, vicine a quelle dei “Veri Finlandesi”, emergono in partiti di governo come il Centro e la Coalizione Nazionale ed in parte dell’opposizione socialdemocratica, tanto che Jörn Donner, produttore cinematografico impegnato in politica, ha lasciato il Partito Socialdemocratico e si è ricandidato con il gruppo dei finlandesi di lingua svedese, dichiarando che i maggiori partiti dovrebbero differenziarsi di più dai populisti di Timo Soini su questioni come l’immigrazione e le politiche comunitarie.
 
La circostanza che potrebbe ostacolare l’adesione populista ad una coalizione conservatrice è la partecipazione al fondo permanente di sicurezza europea per il salvataggio degli stati in crisi.  Finora, i Socialdemocratici non hanno espresso posizioni nette, di fronte all’euroscetticismo di Timo Soini, mentre i partiti del Centrodestra hanno chiarito che non accetteranno nel governo liste che non sostengano le misure necessarie a favore dell’Unione Europea: questa questione potrebbe essere il fattore favorevole all’ascesa elettorale di Soini, che ha dichiarato che i Veri Finlandesi non sosterranno mai un impegno simile da parte di Helsinki.
 
Il Ministro delle Finanze, Jyrki Katainen, ha dichiarato che la partecipazione al salvataggio degli stati in difficoltà è in accordo con la posizione finlandese ed il Centro, che esprime la premier Mari Kiviniemi, potrebbe cedere la leadership del prossimo Centrodestra proprio a Katainen, esponente della Coalizione Nazionale. Il raggruppamento dei conservatori moderati è favorito: il 20% dei Socialdemocratici (“Sosialdemokrattinen Puolue”, in finlandese) è oggi eroso dagli euroscettici e dalle sinistre. Il Partito della Coalizione Nazionale (“Kansallinen Kokoomus”) conterebbe sul 20% ed i sondaggi posizionano appena di qualche frazione di punto percentuale indietro il partito di Centro, che tutela gli aiuti alle famiglie. Il Partito degli Svedesi si trova isolato nella difesa del ruolo della lingua svedese nello stato, che molti politici pensano di consegnare alla storia.
 
Togliere l’obbligatorietà dello svedese nelle scuole richiederebbe modifiche costituzionali e lo “Svenska Folkeparti” dovrebbe riuscire a mantenere lo status della madrelingua di circa il 5% dei finlandesi, una quota simile alla porzione di voti sulla quale la lista conta abitualmente. Il Partito della Coalizione, che non vuole innalzare le tasse, sarà alleato del Centro (“Suomen Keskusta”). Jutta Urpilainen, la leader dei socialdemocratici, sottolinea che il suo partito non accetterà innalzamenti dell’età pensionabile oltre i 63 anni e l’Alleanza della Sinistra (“Vasemmistoliitto”, forza stimata intorno al 7% dell’elettorato) rigetta l’eventuale entrata della Finlandia nella Nato, novità cui in realtà non sembrano tenere particolarmente neppure gli altri partiti. I Verdi (“Vihrea Liitto”) il cui consenso si aggira intorno al 9% ed il partito cristianodemocratico Kristillisdemokraatit, che probabilmente si attesterà di nuovo attorno al 4%, non avanzano pregiudiziali molto rigide rispetto all’ingresso nell’esecutivo.
  
La Finlandia è divisa in quindici distretti elettorali: i duecento parlamentari dell’assemblea unicamerale finlandese provengono da queste circoscrizioni, in maniera proporzionale al numero di abitanti che risiedono nelle varie regioni: Helsinki, Uusimaa, Varsinais-Suomi, Satakunta, Hame, Pirkanmaa, Kymi, South Savo, North Savo, North Carelia, Vaasa, Central Finland, Oulu, Lapland, Aland. Si vota soltanto per un particolare candidato di un singolo distretto. Nella legislatura uscente, il Partito della Coalizione Nazionale, alleato del Centro, ha cinquantuno deputati, uno in più del maggior alleato (che ha subìto defezioni verso il partito di Timo Soini, che ha ora sei seggi). Il più grande partito di opposizione, i Socialdemocratici, ha attualmente quarantacinque eletti, la Sinistra diciassette ed i Verdi quattordici. La lista degli Svedesi ha dieci seggi ed i Cristiano Democratici sette. Il 15 marzo si è svolta l’ultima sessione del Parlamento, che terminerà il suo mandato il 12 aprile, pochi giorni prima delle elezioni, il cui risultato sarà confermato soltanto il 20 aprile.
 
Aldo Ciummo