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Presentato il cinema emergente nordeuropeo

 

La rassegna “Nordic Film Fest” ha proposto film inediti norvegesi, finlandesi, svedesi, danesi, islandesi

Anche quest’anno l’evento più importante del nuovo cinema nordico in Italia ha visto affollarsi alla Casa del Cinema di Villa Borghese un numeroso pubblico. Il fine della iniziativa è la promozione, nella penisola, della cultura cinematografica di Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca ed Islanda.

 

Negli ultimi anni sono emersi molti nuovi autori (che hanno accresciuto il prestigio di una tradizione apprezzata nel mondo). La rassegna è stata organizzata dalle Ambasciate di Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, in collaborazione con l’Islanda e con gli Istituti per la promozione del cinema dei rispettivi paesi.

 

Sono stati presentati film inediti in Italia, documentari, proiezioni in lingua originale sottotitolati, introdotti dai registi, dagli attori e dai produttori. Tra gli ospiti di maggiore notorietà c’è stato Mika Kaurismäki (fratello del regista Aki Kaurismäki, assieme al quale ha diretto alcuni film) di cui è stato proiettato anche, nel corso della rassegna, il film “Road North” presente recentemente al Toronto International Film Festival.

 

Tra gli ospiti più conosciuti per il pubblico italiano, ha introdotto la giornata inaugurale (il 5 aprile, una settimana prima dell’inizio della rassegna che si è articolata dall’11 al 14 aprile) l’attrice e produttrice cinematografica italo-finlandese Anna Falchi, mentre l’attrice svedese Malin Buska, nominata “Rising Star” (al Festival Internazionale di Stoccolma nel 2011) ha parlato del film “The girl King” diretto da Mika Kaurismäki e dedicato alla vita della regina Cristina di Svezia. Il ruolo assunto da Malin Buska fu di Greta Garbo nella celebre pellicola del 1933, “Drottning Kristina” (riproposta il 13 aprile nel corso della rassegna).

 

Sabato sera è stata la volta del regista norvegese Petter Næss, suo il film “Into the White”, nel quale c’è una curiosità, la presenza di Rupert Grint (il Ron Weasley di “Harry Potter”). Il film norvegese affronta la difficile vicenda dei piloti, alleati e non, che precipitarono sulle montagne norvegesi durante il Secondo Conflitto Mondiale, trovandosi di fronte talvolta un avversario in comune: la natura selvaggia.

 

E’ intervenuta nel dibattito China Ahlander, produttrice svedese dI “Mangiare Morire Dormire”, film che dipinge una drammatica e sconosciuta realtà, quella dell’immigrazione. Non è mancata l’Islanda, (un paese di cui si parla sempre più frequentemente, date le crescenti prove di avvicinamento alla UE) rappresentata nel Nordic Film Fest dal film autobiografico “Mamma GòGò” del regista Fridrik Thor Friðriksson, il quale è stato anche candidato agli Oscar nel 1992 con la pellicola “Children of Nature”.

 

Un evento importante, all’interno della manifestazione, è stato la proiezione, il 12 aprile, di “Olof Palme”, film che prende il nome dal primo ministro svedese assassinato nel 1986, un politico che fece molto per l’avvicinamento delle socialdemocrazie e della politica europea al Sud del Mondo e per un approccio paritario ai problemi dei diversi paesi, il che all’epoca appariva rivoluzionario. Ancora oggi in Svezia si indaga su quel delitto: assieme alla regista del film Kristina Lindström è intervenuto l’autore del libro “Olof Palme, vita e assassinio di un socialista europeo”, Aldo Garzìa, con un commento di Walter Veltroni.

 

Aldo Ciummo

Svezia, Socialdemocratici in vantaggio

Le opposizioni di Centrosinistra guidate dai Socialdemocratici in base ai sondaggi supererebbero di dieci punti percentuali il governo moderato in carica se si votasse ora

I Socialdemocratici, guidati da Stefan Löfven, sono accreditati attorno al trentasette per cento dagli ultimi sondaggi di questo mese. Il governo di Centrodestra resterà in carica fino al 2014, ma intanto il maggiore partito del Centrosinistra, nel corso del 2012, ha riportato al centro i temi storici del partito di sinistra cioè lavoro, integrazione, uguaglianza di opportunità, riguadagnando terreno rispetto agli anni passati che avevano visto la Socialdemocrazia in flessione per quanto riguarda i consensi, dopo essersi avvicinata allo schieramento moderato di centrodestra in molte politiche economiche e culturali.

L’opposizione (Centrosinistra) nel suo insieme, se si votasse oggi, supererebbe di più di dieci punti i partiti conservatori, indicando una dinamica positiva per i progressisti da quando Stefan Löfven ha iniziato a guidare il Partito Socialdemocratico (da gennaio di questo anno). Il sondaggio è stato pubblicato sui giornali “Svenska Dagbladet” e “Göteborgs-Posten”. I Cristiano Democratici sembrano in difficoltà nel superamento della soglia di sbarramento del quattro per cento. Contrariamente alle previsioni che erano circolate in questi anni,  i consensi dell’estrema destra degli Sverigedemokraterna non crescono, la lista, piuttosto xenophoba, degli Sverigedemokraterna, non è riuscita infatti ad estendere di molto la piccola base di consenso che era stata incentrata principalmente sui problemi legati alla immigrazione.

E’ invece il Partito Socialdemocratico (“Socialdemokraterna”) ad essere nuovamente protagonista della scena politica svedese, da quando Stefan Löfven ha preso la guida della forza politica, evidenziando una identità più chiaramente definita a sinistra per l’area istituzionale che ha a lungo governato in Svezia e che era stata messa in difficoltà dalle ultime due legislature di Centrodestra. Il Partito dei Moderati (“Moderata Samlingspartiet”) guidato da Fredrik Reinfeldt infatti è sceso negli ultimi mesi sotto il ventotto per cento e comincia quindi a trovarsi in una posizione dalla quale non gli sarà facile recuperare tutto il consenso non soltanto perduto dai moderati, ma stando ai sondaggi anche guadagnato dal Centrosinistra.

L’istituto “Demoskop” ed il quotidiano “Expressen” hanno svolto una indagine sul gradimento dei candidati e delle liste politiche, rilevando che il Partito Socialdemocratico, dopo aver virato a sinistra, ha ottenuto nuovi consensi in tutti i segmenti dell’elettorato, inclusi vari settori della classe media, lavoratori, donne, pensionati e cittadini che vivono nei piccoli centri. Inoltre, in soli tre mesi, i Socialdemocratici hanno aumentato il consenso tra gli anziani dal ventisei al quarantuno per cento ed hanno visto crescere molto anche le intenzioni di voto da parte delle donne, in un periodo che è stato caratterizzato dalle difficoltà incontrate dal governo nel gestire adeguatamente il settore sanitario ed attraversato da una campagna di tutto il Centrosinistra a favore del settore pubblico e dell’importanza del welfare.

Aldo Ciummo

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Ore cruciali per l’Europa

La Grecia continua ad annaspare in assenza di concreta solidarietà europea, Francia e Germania abbozzano un cambiamento di programma

La Grecia è stata ancora declassata, mentre l’Europa non è ancora uscita dalla serie di strattoni che sta adoperando per forzare la scelta elettorale dei greci in direzione dell’accettazione della cura decisa dai grandi dell’Unione Europea nel 2010. Ma la Grecia resiste e affidando il consenso alla nuova sinistra si prepara a fare quello che hanno giustamente fatto tutti i paesi alle prese con un debito più grande di loro per tornare a crescere davvero: rinegoziare il debito. L’Irlanda ha rinegoziato in parte la sua situazione di fronte all’Unione Europea e si sta riprendendo, l’Argentina ha rinegoziato il debito e si è ripresa.

Il Portogallo, accettando tutti i dogmi del rigore, oggi è in difficoltà maggiori di quelle di partenza, quanto alla Grecia, si è visto ampiamente come è stata ridotta dalla medicina del rigore liberista. Ora l’agenzia Fitch ha tagliato il rating della Grecia a CCC, il paese si trova quindi ad un passo dal default. La Grecia è un paese europeista, che ha cercato di accettare a lungo tutte le misure necessarie a restare nella comunità. La Germania ha sempre dato tanto per la costruzione europea, ma adesso la politica non solo di Berlino ma di tutti i grandi stati europei si sta dimostrando gravemente miope, perchè perdere un pezzo importante dell’Europa, in un’area importante e complessa come il Mediterraneo, è contrario a tutte le politiche lungimiranti che sono state edificate negli ultimi decenni, a cominciare dall’evoluzione euromediterranea su cui si è tanto investito anche con partenariati con stati extraeuropei vicini.

Mentre in Spagna è corsa agli sportelli bancari e questo indica anche l’elevato rischio di contagio dell’economia dei ventisette, il nuovo ministro dell’Economia francese, Pierre Moscovici, ha affermato che la Francia ratificherà il trattato europeo sulla disciplina di bilancio appena firmato soltanto se verrà aggiunto un capitolo sulla crescita e questo fa davvero sperare che la Francia diretta dai progressisti si impegni con successo a sostenere una crescita equilibrata, orientata al sociale ed all’ambiente, iniziando a ridimensionare quella economia di carta straccia che sia neglio Stati Uniti che nella Unione Europea sta rischiando di snaturare quei princìpi di economia sociale di mercato, di concorrenza democratica e di emancipazione sociale che hanno scandito lo sviluppo delle democrazie occidentali durante la seconda metà del millenovecento. Il modo in cui gli europei tratteranno la Grecia sarà il modello di come i cittadini della UE tratteranno sè stessi, di quali diritti, doveri e solidarietà saranno oggetto e saranno capaci.

Aldo Ciummo

 

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Cosa vogliamo noi progressisti per l’Italia

Si sta votando in diverse città italiane e il risultato, in combinazione con la crescita a sinistra in Francia e Regno Unito può influire sulla politica italiana

 

di  Aldo Ciummo

Questo fine settimana si vota in diverse città italiane, alcune molto importanti. Il risultato potrà influire sulla vita politica italiana soltanto se la partecipazione popolare darà mandato ad una vera opposizione politica, capace di contrapporsi all’alleanza dei poteri forti rappresentata da PDL e dai resti del Centrodestra e subìta passivamente dal PD.

Le forze che hanno causato la crisi economica globale con la loro firma in bianco in favore del liberismo selvaggio e con le politiche di destra conservatrice, spesso appoggiata da liste xenophobe e nostalgiche che hanno contribuito a peggiorarne i singoli provvedimenti, sono organizzate nella società e non potranno essere certo scalzate, dalle posizioni che hanno acquisito, con delle semplici invettive (e agglomerati di intenzioni complessivamente buone ma contraddittorie e confuse) messe in piedi da comici e altri intrattenitori, da quelli usciti direttamente dai teatri fino a quelli che fino a oggi hanno fatto show razzisti sulle sponde di qualche fiume veneto o lombardo, passando per i tutori della legge che appoggiano leggi elettorali per tagliare fuori i partiti minori: stelle varie e liste civiche, leghe e difensori dei valori (non si è ancora capito se di sinistra o di destra) continueranno a fare quello che hanno fatto fino ad adesso, rumore, mentre la gente ha i problemi veri.

Nelle forze politiche rappresentate in Parlamento e nelle regioni di progressisti ne sono rimasti sfortunatamente pochi: qualche frangia di sinistra del Partito Democratico, (convertito per tutto il resto al rigore solo per i molti che lo hanno già assaggiato nel ventennio del centrodestra), il Partito della Rifondazione Comunista e la Fiom, il movimento di Sinistra e Libertà e parte delle nuove liste e qualche esponente delle altre forze di sinistra, più i partiti minori come i Verdi.

I progressisti vogliono poche cose semplici per l’Italia, cambiamenti di cui anche l’Europa nel suo complesso ha un grande bisogno ma nei quali il resto della UE è molto più avanti, spesso anche quando in Germania e negli altri paesi governa il Centrodestra: i progressisti, oggi confinati nell’estrema sinistra (Sel, Prc, ambientalisti) pensano che le tasse vadano pagate, perchè esistono anche gli altri, ma che vadano riscosse in maniera progressiva, non all’inverso, come accade oggi, con grandi patrimoni che non sono intaccati minimamente, redditi enormi che vengono spezzettati in diversi paesi per pagare meno del dovuto ed uno squilibrio di opportunità che si aggrava ogni giorno all’interno della popolazione.

I progressisti vogliono che, come hanno fatto con successo Germania e Finlandia, le crisi vengano affrontate attrezzando le nuove generazioni con gli strumenti più efficaci in tempi in cui si approssima un futuro complesso: con il potenziamento con l’istruzione e non con il suo smantellamento per investire in navi e aerei militari, come fa l’Italia. Una politica progressista non regala le città ai costruttori vicini alla chiesa maggioritaria, perchè ritiene invece che la valorizzazione dell’ambiente sia un investimento molto più vantaggioso. La sinistra, favorevole ad una prospettiva di progresso, considera un valore aggiunto l’integrazione dei nuovi cittadini, a cui vergognosamente viene negata la cittadinanza anche quando nascono qui, nella nostra Europa, studiandovi e lavorandovi per anni.

I progressisti non accettano che la società sia divisa in caste, come di fatto sta avvenendo in una società come quella italiana dove tutte le statistiche (soprattutto quelle internazionali) indicano che le diseguaglianze crescono e che lo stato non pone neppure nella sanità, nella giustizia e nell’istruzione strumenti minimi di tutela delle pari opportunità, il progressismo politico infatti ritiene un pericolo la crescita del razzismo e del maschilismo che si fa strada in questa disgregazione della società guidata da un mercato senza controllo, ma un’altra cosa che tutti coloro che sono di sinistra distinguono chiaramente è questa: gli attuali equilibri non possono essere sostituiti da nulla di decente se questo pretende di nascere da agglomerati opachi di manie di protagonismo, di capipopolo che fanno finta di non sapere che la fiscalità può essere riformata ma non sparire, che si arrogano il diritto di istigare ad una parodia di far west che favorisce solo le tendenze di destra, che non hanno progetti che non assomigliano ad una specie di autoritarismo in erba.

Per questo, in occasione delle consultazioni elettorali, tutti fanno bene come sempre ad ascoltare il proprio senso di responsabilità ed almeno per chi si riconosce nella sinistra e nei valori di tutela del lavoro, difesa dell’ambiente, promozione dei diritti (che hanno permesso alla sinistra progressista nelle sue varie espressioni istituzionali o movimentiste di far crescere l’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi) questo significa votare effettivamente a sinistra, per Prc e ambientalisti, per Sinistra e Libertà, per gli esponenti democratici credibili, a seconda delle diverse situazioni amministrative, che non si può nascondere sono differenti da un quadro nazionale.

Come la nuova affermazione di un esponente della sinistra ha dimostrato nelle primarie a Genova, l’appiattimento sulle politiche di destra perseguito a tutti i costi dai maggiori partiti di origine progressista non ha più grandi spazi di manovra. La maggioranza degli italiani come degli europei vuole più equilibrio sociale e più prospettive economiche, i progressisti e la sinistra vogliono un progetto in tal senso.

 

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Il cinema nordico a Roma

La rassegna ospiterà da giovedì 3 maggio al 6 maggio la prima edizione del Nordic Film Fest, con opere di registi danesi, finlandesi, norvegesi e svedesi

 

Arriva a Roma il “Nordic Film Fest”, nato per promuovere la cinematografia e la cultura di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia in Italia. L’evento avrà inizio il 3 maggio, giovedì, alla Casa del Cinema, che ospiterà l’iniziativa, curata dalle quattro ambasciate nordiche in Italia, fino al 6 maggio. Nella giornata di inaugurazione verrà firmato un protocollo di intesa tra il Comune di Roma ed i quattro ambasciatori di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia.

Tra gli ospiti presenti a Roma in occasione di questa iniziativa nata per promuovere la cultura nordica attraverso il cinema, ci saranno Pernilla August, attrice e regista svedese (“Fanny e Alexander” di Ingmar Bergman), che ha diretto il film “Beyond”, vincendo la settimana della critica a Venezia nel 2010. Il 3 maggio Pernilla August introdurrà il film di aperturam “Miss Kicki” di Hakon Liu.

Nella serata di chiusura, il 6 maggio, la regista Lisa Ohlin introdurrà poi il film “Simon and the Oaks”, tratto dal romanzo di Marianne Frediksson, mentre il 5 maggio è previsto l’intervento del regista norvegese Nils Gaup, che presenterà il suo film “The Kautokeino Rebellion”, nel quale recita lo svedese Mikael Persbrandt come attore protagonista. Il 4 maggio è la volta della regista finlandese Zaida Bergroth.

Un momento importante della rassegna sarà l’omaggio a Erland Josephson, attore-simbolo del cinema di Ingmar Bergman. Lo svedese Erland Josephson è scomparso recentemente e viene ricordato per aver interpretato opere cinematografiche significative, come “Scene da un matrimonio” ed essere stato protagonista anche di film e serie televisive note in Italia come “Al di là del bene e del male” di Liliana Cavani. La rassegna cinematografica “Nordic Film Fest” è realizzata dalle ambasciate di Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia in collaborazione con i Film Institute dei rispettivi paesi, dall’Istituto Svedese, da Visit Sweden, ed è sostenuta e patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma.

Aldo Ciummo

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UE. Nella prima riunione della Commissione Speciale sulla criminalità organizzata eletti i componenti

Sonia Alfano (Alleanza dei Liberali e Democratici Europei) è stata eletta presidente della Commissione speciale creata nella UE per combattere la criminalità organizzata e la corruzione

Nella prima riunione della Commissione speciale sulla criminalità organizzata, a Strasburgo questo mese, Sonia Alfano (ALDE, Italia) è stata eletta presidente della commissione, nata per combattere criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro. I componenti della commissione speciale hanno eletto anche quattro vicepresidenti e nominato relatore Salvatore Iacolino (Partito Popolare Europeo, Italia).

I quattro vicepresidenti eletti sono Rosario Crocetta (Socialisti e Democratici, Italia), Rui Tavares (Verdi-Alleanza Libera Europea, Portogallo), Timothy Kirkhope (ECR Conservatori e Riformisti Europei, UK), Soren Bo Sondergaard (GUE-NGL, Sinistra Europea Unita-Sinistra Verde Nordica).

La presidente Alfano ha dichiarato che la commissione speciale elaborerà al più presto un piano d’azione globale per affrontare il problema. Nel suo anno di mandato la commissione speciale valuterà l’impatto della criminalità organizzata sull’economia e sulla società, supportando la UE nell’elaborazione delle contromisure da adottare.

I componenti della commissione avranno la possibilità di effettuare visite, organizzare audizioni con istituzioni europee e nazionali, con i rappresentanti delle imprese e della società civile, le organizzazioni delle vittime ed i funzionari coinvolti nella gestione della spinosa problematica.

Aldo Ciummo

 

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Ricostruire la sinistra, sconfiggere la destra in Europa

Nella maggior parte d’Europa le forze progressiste fanno, con varie sfumature, ciò di cui l’Unione Europea ha bisogno: difendono l’equità sociale ed i diritti delle persone

Nella maggior parte d’Europa le forze progressiste e di sinistra fanno, con varie sfumature da centro a sinistra, ciò di cui l’Unione Europea ha bisogno: difendono l’equità sociale ed i diritti delle persone. Solo dove le leggi elettorali permettono a conventicole politiche (in via di scomparsa per ragioni anagrafiche) di autoriprodursi su base segmentaria selezionando rappresentanti fedeli ai vertici (Italia) perfino le forze politiche che dovrebbero riconoscersi nella sinistra e nel progressismo disattendono, nelle istituzioni, le istanze minime del proprio elettorato tradizionale (tutele sociali per le fasce deboli, difesa della dignità del lavoro, laicità delle norme, apertura verso l’immigrazione) e sembrano irrimediabilmente distanti e separati dal senso comune della maggioranza della popolazione.
Non ha nulla di sinistra appoggiare decisioni apparentemente tecniche (che appaiono tecniche alle televisioni che si fanno portavoce della tendenza al rigore a senso unico delle grandi coalizioni di destra) come è avvenuto in Grecia e Portogallo con i disastrosi risultati sociali e finanziari che superano ormai anche il filtro dell’informazione di centrodestra onnipresente in Italia, quando queste decisioni vanno soltanto a comprimere e danneggiare piccola e media impresa, disoccupati e precari, giovani ed immigrati; non ha nulla di progressista la difesa di posizioni di rendita acquisite da piccoli gruppi le cui condizioni di vita sono ormai da decenni lontanissime da quelle dei semplici operai o impiegati (di cui viene decisa la riduzione di fatto della pensione attraverso le tasse sui consumi anzichè sui redditi, una misura che fin dall’ottocento viene utilizzata dai governi di destra e conservatori per scaricare sulle parti più deboli della società i costi).
Non ha nulla di sinistra nemmeno accettare che i grandi patrimoni in Italia crescano senza controllo mentre le condizioni di vita delle parti più deboli della società peggiora e mentre queste porzioni di società, svilite, vengono ingrossate dall’impoverimento del ceto medio. Ciò che invece è di sinistra è tassare i patrimoni ed i redditi più alti e penalizzare le speculazioni, come vogliono fare i candidati del centrosinistra e della sinistra Hollande e Melenchon, così come l’applicazione di misure che riducono gli squilibri economici tra le diverse fasce sociali, come ha fatto la sinistra in Germania e come il Centrodestra tedesco in parte ha accettato, è un fatto che spiega perchè, tra le tante tutele (tutele sull’abitazione e sull’occupazione che Germania, Olanda, Belgio e molti altri paesi difendono invece di additare a zavorre) l’economia tedesca e di molti altri paesi corra tanto, mentre, in modo speculare, la spiegazione del progressivo atrofizzarsi dell’economia e del senso civile di altri paesi forse può trovarsi nella coazione a ripetere errori (dannosi per la società e fallimentari nella strategia) di una ex sinistra che identifica il proprio ruolo progressista nella difesa di una versione poco più moderata dei dogmi liberisti e conservatori dei propri ex avversari, i liberisti e le leghe, con il prevedibile (ed accertato in maniera crescente in diverse tornate elettorali) risultato di perdere voti, consenso ed impegno verso sinistra e destra, verso il centro, i regionalismi e le liste di protesta, oltre che disperdendoli nel non voto: un caso unico negli ultimi due decenni in l’occidente , dove non è difficile verificare che i maggiori partiti d’opposizione i consensi li guadagnano, in qualsiasi paese.
Non c’è da sperare, in Italia, in un risveglio alla realtà da parte di minuscoli gruppi sociali che non condividono nessuno dei problemi affrontati dalle persone comuni e che hanno tale sentimento di orgogliosa separatezza dalla popolazione (composta da pensionati, studenti, immigrati, professionisti) da permettersi di rispondere alla richiesta maggioritaria di eliminazione di una legge elettorale in cui i partiti autonominano i propri eletti con l’elaborazione di una nuova legge elettorale che intende sbarrare la strada ai partiti che hanno guadagnato consensi nelle ultime elezioni amministrative ricorrendo allo stratagemma di elevare la soglia di ingresso alla camera e soprattutto al senato in modo da escludere milioni di voti, anche se comincia realisticamente ad essere possibile che qualcuno dei partiti che cerca questa soluzione finisca al di sotto di queste soglie a sua volta (si vedano i risultati di elezioni regionali e cittadine di Puglia, Napoli, Milano, Cagliari, dove i cittadini hanno messo una pietra tombale sulle pretese di forze non rappresentative ed ormai minoritarie al di fuori da pochi palazzi).
Quello che si può sperare e per cui occorre adoperarsi è che le popolazioni dell’Unione Europea, in particolare gli abitanti degli stati più gravemente arretrati in fatto di tutele sociali, partecipazione democratica, integrazione dell’immigrazione (l’Italia è uno di questi) non perdano tempo in anacronistiche guerre tra poveri, tra pensionati ed immigrati, studenti e lavoratori, operai e precari, si lascino alle spalle le false soluzioni proposte dal liberismo (di cui la crisi è l’effetto) e dalle varie leghe xenofobe (che esistono appositamente per fare da alibi e da scudo al liberismo responsabile dei disastri sociali), perchè il ruolo della sinistra non è quello di essere un simulacro di opposizione assimilato al conservatorismo e al capitalismo selvaggio, progressismo non è costruire una opposizione perdente che piace alla destra: la sinistra deve interpretare le idee di quella maggioranza europea che vuole apertura, innovazione, multiculturalità, lavoro, ecosostenibilità e che intende affrontare direttamente le ingiustizie sociali.
Aldo Ciummo

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La sinistra europea riparte dalla Francia con Hollande

 La sinistra europea riparte dalla Francia con Hollande

I risultati parziali che emergono dal primo turno delle presidenziali francesi confermano che gli elettori europei voltano le spalle a tecnici e liberisti
Non ci sono sorprese nel primo turno di uno degli stati più importanti d’Europa, la Francia fondatrice della Ue con altri cinque paesi. Nicolas Sarkozy non si solleva dal venticinque per cento che aveva provato a superare con grandi sforzi pubblicitari e con la preoccupante rincorsa a destra cui ci si è purtroppo abituati soprattutto negli stati mediterranei della Ue.
L’affluenza è alta e la riserva di voti che i conservatori estremisti offrono a Sarkozy gli allontanerebbe tutti i centristi, anche la Francia non ha superato tutti i rigurgiti ultraconservatori che l’avevano snaturata nelle elezioni del 2002 in presenza di una bassa partecipazione e di tendenze nazionalistiche spinte dalle guerre e dalle varie leghe xenophobe europee che si avvantaggiavano del clima di tensioni internazionali sollevato dai conflitti.
Le vere novità in Francia si trovano a sinistra, un cambiamento che riecheggia altri segnali emersi negli ultimi due anni in tutta Europa (il successo dell’ambientalismo ed il fallimento della campagna elettorale euroscettica dei liberali nelle elezioni regionali in Germania, il ritorno di un governo di sinistra in Danimarca, il buon risultato della sinistra nelle presidenziali irlandesi ed il successo dei Verdi nel primo turno delle presidenziali in Finlandia), indizi di un progressivo rifiuto, da parte delle popolazioni europee, di entrambe le versioni liberista e xenofoba del conservatorismo di destra responsabile in questi ultimi due decenni di squilibri economici e chiusure culturali che hanno desertificato molte opportunità di sviluppo socioeconomico della UE.
In Francia, Francois Hollande sta vincendo le elezioni con un indirizzo di politica di sinistra progressista: ridurre le disparità tra i cittadini per difendere il concetto di cittadinanza, valorizzare il ruolo degli immigrati attraverso l’apertura e l’integrazione, sostenere la crescita sociale attraverso l’ecosostenibilità e l’Europa. Jean-Luc Melenchon, il candidato del raggruppamento di sinistra, sta viaggiando attorno al dodici per cento dei consensi, con progetti di redistribuzione e riconversione ancora più netti, oltre che con una critica forte all’Europa rigorosa solo con le popolazioni, nelle questioni sociali e con l’immigrazione e invece debolissima con gli eccessi della finanza, con le concentrazioni patrimoniali e le tendenze conservatrici.
Aldo Ciummo

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Successo della Norvegia al salone del mobile

Le imprese norvegesi del settore hanno presentato le loro idee alla presenza dell’Ambasciatore Bjorn T.Grydeland ed al sottosegretario all’Industria ed al Commercio, Rikke Linde
Il 19 aprile, in mattinata, è stato presentato l’esordio norvegese al Salone del Mobile di Milano. Tra le aziende espositrici HÅG, caratterizzata non solo dal design innovativo, ma anche dalla sostenibilità attraverso l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale; Vàrier, specializzata nell’ergonomia per la quale ha vinto il “Design Excellence” in Norvegia; LK Hjelle, nota per la cura nella ricerca dei materiali; Røros Tweed, che realizza tessuti di lana per arredamento riproponendo classici della tradizione norvegese ed avvicinandoli agli stili moderni; Stordal, che ha ottenuto riconoscimenti come il Design Excellence in Norvegia ed il Design Award al Meuble Paris; Fjord Fiesta, che partendo da Molde, tra i fiordi, ha portato nel mondo le sue proposte in fatto di prodotti di legno.
Rikke Linde, la quale è sottosegretario al Ministero dell’Industria e del Commercio, ha espresso il suo apprezzamento per la riuscita dell’evento norvegese nel Salone del Mobile che si è tenuto a Milano dal 17 al 22 aprile (lo stand era identificato dal marchio InsideNorway.no), affermando che l’iniziativa si rivelerà molto utile per promuovere ulteriormente un settore che sta già ottenendo risultati notevoli nel nel mondo e in particolare in Italia: “Le aziende che hanno partecipato rappresentano davvero la varietà e la qualità delle idee norvegesi nell’industria del mobile, penso che la loro presenza in questo importante evento darà nuovo slancio alla vitalità del settore in Italia e spero che le imprese norvegesi rappresentate diventeranno ancora di più nelle prossime edizioni”.
L’iniziativa è stata patrocinata dal Consiglio del Mobile Norvegese (Norsk Industri), dalla reale Ambasciata di Norvegia in Italia ed ha avuto il supporto di Innovasjon Norge (Innovation Norway), agenzia governativa per lo sviluppo del commercio estero che ha sede a Milano e che da anni si impegna molto ed in Italia per rafforzare il rapporto tra l’economia e la cultura dei due paesi.
Il 19 aprile era presente l’ambasciatore di Norvegia in Italia, Bjorn T.Grydeland, che assieme a Rikke Lind ed agli altri rappresentanti delle organizzazioni norvegesi intervenuti ha visitato anche l’esposizione dei giovani designer e progettisti (ne parla molto il sito di NorwegianWay, impegnato da tempo nella diffusione della cultura norvegese in Italia) al Salone Satellite, dove hanno proposto le loro idee Caroline Olsson, Sara Gressberg, Anneli Hoel Fjaerli (che hanno fondato la Fog Studio), Angell, Wyller, Aarseth, Runa Klock, Martin Solem.
Aldo Ciummo

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Il Parlamento Europeo cerca l’armonizzazione dei sistemi fiscali

L’imposta sulle società dovrebbe dipendere da una base imponibile secondo gli europarlamentari

Il Parlamento Europea sta cercando di ottenere l’obbligatorietà di una base imponibile comune, lo ha dichiarato oggi durante un voto per esprimere la sua posizione in questa materia legislativa. La proposta della Commissione Europea invece prevede uno schema volontario.

Le società, secondo il Parlamento Europeo potranno consolidare i risultati delle rispettive filiali avvantaggiandosi dell’esistenza di regole comuni in tutta l’Unione Europea. Le società, in presenza di un sistema come quello delineato, darebbero più importanza agli aspetti economici e sociali rispetto alle preferenze dettate dalla mera strategia fiscale, pensano molti economisti.

La relazione è stata approvata con 452 voti a favore, 172 contrari e 36 astensioni: inizialmente la common consolidated corporate tax base (ccctb) si applicherebbe alle società cooperative europee transfrontaliere, escluse le piccole e medie imprese, per queste ultime infatti è necessario che prima la Commissione riduca i costi amministrativi che queste debbono affrontare.

Aldo Ciummo

 

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