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L’industria dell’energia norvegese in crescita

Si moltiplicano gli accordi tra le imprese del settore norvegesi ed i paesi vicini, all’inizio del mese la Hoegh Lng ha stipulato un accordo con la Lituania

Il settore dell’energia continua a ricoprire un ruolo molto importante in Norvegia, paese che sta avviando anche una serie di iniziative in favore delle energie alternative e non soltanto in Norvegia ma in tutto il mondo.

Si moltiplicano anche gli accordi tra le imprese del settore norvegesi e gli stati vicini, abituati a cooperare con interlocutori che hanno mantenuto quindi nel tempo alti standard di affidabilità.

All’inizio del mese la compagnia Hoegh Lng (gas naturale) ha firmato un accordo con la Lituania, che, portando direttamente le risorse nello stato Baltico, rafforzerà l’indipendenza di quest’ultimo dagli approvvigionamenti che provengono dalla vicina Federazione Russa.

Come molti altri stati europei, anche la Lituania si adopera per diversificare le fonti di energia ed i suoi fornitori, in un periodo in cui la gestione di questo settore conta molto per assicurare l’autonomia economica di ogni paese.

La Norvegia ha elaborato e realizzato negli ultimi anni molti progetti in cui l’energia è associata allo sviluppo sostenibile ed alla solidarietà con tutti i paesi con cui coopera. Significativo è stato l’accordo su un dei certificati verdi per la produzione di energia rinnovabile assieme alla vicina Svezia.

Per quanto riguarda invece il settore privato e realtà come la Hoegh Lng, l’accordo menzionato coprirà dieci anni mentre gli effetti concreti inizieranno a farsi sentire dalla fine del 2014, il firmatario per la parte lituana è la compagnia statale Klaipedos Nafta. Fino ad oggi il solo fornitore di una certa dimensione per quanto riguarda il gas naturale in Lituania è stato Gazprom (Federazione Russa).

Aldo Ciummo

 

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La Norvegia va avanti

Amici e famigliari delle vittime dell’attentato di estrema destra che ha colpito la riunione dei giovani laburisti un mese fa si sono incontrati oggi sull’isola di Utoya

di   Aldo Ciummo

Oggi centinaia di norvegesi si sono incontrati sull’isola che è stata teatro di uno degli avvenimenti più tristi della storia europea degli ultimi decenni per ricordare gli amici scomparsi a causa dell’attentato di un estremista di destra assicurato alla giustizia dalle autorità norvegesi subito dopo la strage. Il Primo Ministro Jens Stoltenberg era presente alla cerimonia, che lascia sperare che l’isola ritorni presto ad essere uno dei simboli del pluralismo e della democrazia norvegesi.

Le istituzioni e la popolazione norvegesi hanno risposto con grande equilibrio ad un dramma che ha inferto una ferita sentita in tutto il Nordeuropa alle abitudini di confronto e discussione consolidate in quest’area del nostro continente, rapidamente le attività sono riprese come sempre e tutte le organizzazioni della vita associata hanno espresso la ferma volontà di proseguire nella crescita civile che ha contraddistinto il paese negli ultimi secoli.

La società norvegese, incluse le forze di opposizione, ha espresso chiaramente la propria adesione ai sentimenti di parenti ed amici delle persone che si trovavano ad Utoya ed ha ribadito l’adesione ai princìpi di libertà e solidarietà che hanno caratterizzato la crescita socioeconomica e culturale della nazione scandinava nel contesto internazionale contemporaneo, valori che non vengono scossi da un gesto isolato e da posizioni ultraconservatrici nettamente minoritarie nel paese.

Lo stato norvegese assicura un livello molto alto di rispetto dei diritti individuali e sociali ed è stato classificato dal Wto come il paese con il più alto livello di parità di genere. La Norvegia è nota nel mondo per la tutela ambientale che porta avanti nel Grande Nord, nelle aree polari, oltre che per il massiccio impegno profuso nella cooperazione internazionale e nell’aiuto ai continenti in difficoltà. Oslo è da decenni un punto di riferimento per il supporto che fornisce ai paesi in via di sviluppo ed è un partner prezioso per gli altri paesi europei pur non facendo parte formalmente della UE, lavorando assieme ai vicini nello Spazio Economico Europeo.

Musica norvegese a Bologna

 

Dal 19 maggio al 21 maggio al Teatro San Leonardo di Bologna nell’ambito del Festival Internazionale di Musica troverà spazio “Focus Norge”

Numerosi musicisti norvegesi parteciperanno al Festival Internazionale di Musica “Angelica” che si svolgerà a Bologna dal 19 al 21 maggio, “Focus Norge” è il programma elaborato per gli artisti norvegesi e curato da Luca Vitali. La rassegna è dedicata alla scena musicale contemporanea norvegese, che come sottolineano gli organizzatori è cresciuta molto in quest’ultimo decennio.

Luca Vitali ha pensato ad una residenza temporanea a Bologna per ventuno tra compositori e musicisti, che per tre giorni saranno impegnati in concerti e collaborazioni musicali. La programmazione, come annunciato dallo stesso Vitali, evidenzierà diverse caratteristiche delle estetiche musicali provenienti da un paese di meno di cinque milioni di abitanti.

Le proposte andranno dalla musica acustica dell’Ensemble di Christian Wallumrod alla improvvisazione di Dans les Arbres, passando per l’elettronica di Maja Solveig Kielstrup Raykie ed i paesaggi sonori di Lasse Marhaug, di Huntsville.

Ma verrà dato spazio anche alla progettualità internazionale, con il sassofonista Edoardo Maraffa e Paal Nilssen-Love: il Teatro San Leonardo sarà trasformato insomma in un vero e proprio laboratorio di ricerca musicale, capace di offrire al pubblico bolognese un panorama musicale vario e rappresentativo degli ultimi venti anni di cultura norvegese emergente.

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Il vicepresidente Norvegese a Milano: “società più forti se le donne sono importanti nell’economia”

 

A Palazzo Marino ieri si è svolta la conferenza più importante tra quelle previste in questi giorni nell’ambito delle iniziative norvegesi, “la risorsa femminile: optional o opportunità”

 

di     Aldo Ciummo
 


Ieri mattina Milano ha ospitato il convegno messo dalle organizzazioni norvegesi al centro della iniziativa della Norweek10, che il sito sta seguendo interamente. L’ecologia invece è stata al centro dell’evento di questa mattina, a palazzo Turati. Ieri alle 19.00 è stata presentata la mostra di Marian Heyerdahl, curata da Lorella Scacco al Castello Sforzesco, che resterà aperta al pubblico fino al 27 giugno. Sulla giornata di oggi, dedicata all’ecosostenibilità, parleremo ancora e molto data l’estrema attualità del tema.
 
Il dibattito di ieri sulla parità non ha avuto soltanto l’obiettivo di illustrare risultati raggiunti in Scandinavia, ma anche quello di aprire una discussione su risorse che restano poco valorizzate: a questo proposito il Vicepresidente del Consiglio dei ministri norvegese, Karl Eirik Schjott-Pedersen, ha sottolineato che il capitale umano è ciò che conta di più per il benessere nazionale ed ha aggiunto che “le società sono più forti se le donne sono importanti nell’economia”.
 
Ci sentiamo di aggiungere che le società sono forti quando le donne sono considerate importanti in tutti i settori ed a questo proposito un altro elemento interessante è l’incremento progressivo delle settimane di licenza e la quota consistente che la parte di tempo destinata alla paternità si è aggiudicata, il che da una parte è una conquista importante nel privato per gli uomini, ma determina anche effetti significativi nella libertà di dedicarsi alle professioni da parte delle donne.
 
A questo proposito sono intervenute anche Mariolina Maioli, presidente del Comitato Pari Opportunità e assessore a scuola e politiche sociali del comune di Milano, ed Emily Barrera che è una rappresentante del Comitato citato. Il dibattito ha affrontato la necessità di apprestare strumenti di incentivo e di sostegno nelle fasce di maggiore difficoltà, ad esempio nelle questioni dell’integrazione poste dall’immigrazione consistente in città.
 
Marit Hoel, del “Centre for Corporate Diversity” ha detto che la prospettiva del Nord Europa è coniugare la forza del settore privato all’efficienza del welfare, che garantisce la funzionalità in tempi di crisi. Nel 2002, l’allora governo conservatore della Norvegia introdusse la quota minima del 40% che ha contribuito a fare della Norvegia un esempio di parità nelle cariche dirigenziali dell’economia. Anche Svezia, Finlandia e Danimarca hanno standard molto elevati in merito.
 
E’ stato di particolare interesse l’intervento di Morten Huse, della Norwegian School of Management, sulle donne nei cda nell’esperienza professionale norvegese. Huse ha pubblicato diversi studi, tra i quali “Gender Related Boardrooms Dynamics”, nei quali tratta estesamente anche il valore aggiunto conferito alle iniziative economiche dalla collaborazione di soggetti molto differenti tra loro e il ruolo della conoscenza delle culture e delle peculiarità personali nell’innovazione economica. Da segnalare gli spunti di Giovanna Dossena (Università di Bergamo) sulle opportunità per l’imprenditoria femminile, al di là della parità dichiarata, compresa la propensione all’impresa femminile favorita o meno nella società.
 
Un caso che ha fatto scuola è quello di Elisabet Norderup Michelson, la quale, partita da una laurea in chimica, dopo molti anni di lavoro imprenditoriale nell’area sviluppo ha fondato autonomamente una società che si occupa di sviluppo e vendita di materiali plastici come il poliuretano ma soprattutto, per quello che riguarda il dibattito specifico, ha promosso la cultura dell’iniziativa autonoma prendendo a prestito una immagine classica della letteratura locale “calzelunghe nel mondo del business” che è diventato un motto.
 
Michelson è stata premiata come imprenditrice dell’anno, riconoscimento istituito soltanto l’anno scorso in Norvegia. Per restare più vicini a noi Giovanna Mavellia, della Camera di Commercio di Milano, commentando gli studi effettuati dall’organizzazione ha potuto sottolineare un dato positivo di Milano, con un aumento molto netto dell’imprenditorialità femminile straniera in città che Mavellia ha definito un fatto culturale importante per quello che determina nella percezione dell’autonomia personale.
 
Tra gli altri interventi, che hanno toccato tematiche sulle quali ritorneremo e che sono un nostro ambito di analisi non da oggi, le riflessioni di Paola Dubini, dell’Università Luigi Bocconi, sul ruolo dal punto di vista economico, il discorso di Svein Hoppegart della Confederazione dell’Industria Norvegese Svein Hoppegaard, su donne e business leadership, i dati di Sara Annoni (Altis Università Cattolica) su rapporto tra lavoro e vita personale in Lombardia, l’introduzione del sindaco di Milano Letizia Moratti e la chiusura dei lavori da parte della presidente della Commissione Pari Opportunità del comune di Milano, Patrizia Quartieri. Svein Hoppegart della NHO ha affermato, con speciale convinzione data la sua posizione nelle politiche occupazionali, il valore strategico del peso femminile nell’impresa.

Norvegia, le opportunità nei trasporti

 

 

Lo sviluppo delle vie di comunicazione è la chiave della valorizzazione dell’estremo nord nella strategia del Governo di Oslo, le distanze sono grandissime e creare una rete efficiente tra le città e le regioni è la base per fare dell’area artica del paese un punto di forza.

 

Strade agibili per il trasporto su strada, ferrovie, aereoporti, vie del mare e della pesca, tutte queste sono altrettante preoccupazioni positive per i legislatori in Norvegia. Il Governo di Stoltenberg –  ma in realtà la politica nazionale al di là degli esecutivi che si sono succeduti persegue determinati obiettivi in modo stabile – intende raggiungere (attraverso una rete di comunicazione più coerente nel grande nord del paese) la possibilità di partire proprio dalle regioni più vicine all’Artico per rilanciare il ruolo del paese dei fiordi (un motto ripetuto dagli analisti del Nord è che ciò che definisce in maniera anche in qualche modo stereotipata una zona le permette però di distinguersi e di competere efficacemente, a volte).

Nella primavera del 2009 il Ministero dei Trasporti ha presentato un programma di miglioramento di strade, porti, ferrovie, aeroporti, un piano riguardante il periodo 2009 – 2019. Sicurezza, mobilità, protezione dell’ambiente, sono le basi del discorso portato avanti in questo momento. L’obiettivo è la crescita della regione di Barents è l’ottica adesso è guardare alla crescita sostenibile non soltanto dell’area compresa all’interno dei confini nazionali norvegesi ma di tutta la Scandinavia e del Grande Nord del mondo nel suo insieme. La Norvegia vede l’Artico come uno spazio di opportunità se abitato nel rispetto delle sue caratteristiche.

Da Kirkenes al Nordland ci sono 1600 chilometri. Attualmente la metà dei beni trasportati da Tromso a Finnmark viaggia via mare. In un contesto come quello descritto – con condizioni ambientali spesso dure per l’uomo – anche lo sviluppo delle telecomunicazioni e di internet sarà importante. Alcuni importanti progetti stanno prendendo forma in cooperazione con la Federazione Russa, che ha un grande peso nell’area artica anche se non raggiunge i livelli di conoscenza scientifica, collaborazione con le popolazioni autoctone e compatibilità ambientale della Norvegia, che è in prima fila nella creazione di un modello di crescita nordico e condivide questa impostazione con gli altri paesi dell’area, Finlandia e Danimarca e con la Svezia che ha promosso ininterrottamente questa impostazione ecologica ed efficiente anche all’interno dell’Unione Europea in qualità di stato che presiedeva la comunità in questi ultimi sei mesi.

Il gruppo di lavoro attivo nell’ambito del ministero norvegese dei trasporti definisce le linee della mobilità nella regione al di là dei confini nazionali e in cooperazione con tutti i vicini, un piano prevede l’intensificazione dei commerci tra Borisglebsk, Storskog e Elvenes. Già tra 2010 e 2013 la zona potrà avere scambi più efficienti tra Murmansk e Borisglebsk. Le strade adatte ai trasporti conosceranno trasformazioni di questo tipo anche nelle aree di Finnmark e Troms, cambiamenti che ridisegneranno i rapporti tra Norvegia, Finlandia e Federazione Russa.

Anche le ferrovie sono al centro delle strategie di sviluppo di Oslo, che vuole espandere la capacità di traffico nelle zone di Nordlandsbanden e Ofotbanden, la crescita di queste infrastrutture inoltre permetterà la riduzione delle emissioni nocive per l’atmosfera.

Aldo Ciummo

Artico: la Norvegia ha la vista lunga

La strategia del Governo di Oslo prevede uno sviluppo capace di mantenere nell’Artico le risorse della biodiversità e degli scambi culturali

 

Già dal marzo di quest’anno, prima che le questioni ambientali venissero portate sempre di più all’attenzione del pubblico, per l’avvicinarsi del vertice di Copenaghen, il Governo di Oslo poteva tirare le conclusioni su parte della strategia artica della Norvegia. Il fatto è che le vicende dell’Artico sono strettamente intrecciate a quello che lo stato ed i suoi abitanti possono sperare dal futuro: molto, date le caratteristiche emergenti della regione, al centro degli interessi mondiali oggi, perchè i cambiamenti climatici hanno aperto significativi problemi, ma anche avviato nuove opportunità.

La Norvegia ha le carte in regola per proporsi come soggetto garante del Grande Nord, in accordo con stati che stanno facendo parecchio per introdurre il concetto di sviluppo ecosostenibile in Europa, come la Svezia che porta avanti in questo momento la Presidenza della Ue, la Finlandia e la Danimarca (quest’ultima è il paese che ospiterà il vertice) che hanno politiche ambientali complessivamente molto avanzate, una marcia in più per la Ue che, va ricordato, è stata il traino degli accordi più ambiziosi in fatto di tutela del clima. La Norvegia non fa parte della Ue ma lavora a stretto contatto con gli altri stati europei, e l’estremo Nord, uno degli obiettivi primari della politica norvegese, riguarda tutta la comunità per le implicazioni ambientali, economiche, culturali che sono in questione.

I progetti norvegesi per l’area Artica includono ben 22 punti, ragion per cui saranno proposti su questo spazio web almeno un altro paio di articoli dedicati a questo argomento, l’estremo nord sotto la giurisdizione dello Storting, in questo mese: intanto però è importante sottolineare che l’obiettivo di Oslo è occuparsi delle zone più settentrionali in maniera equilibrata, da una parte assicurando il maggiore contributo possibile alla conoscenza scientifica di queste terre, dall’altra valorizzandone il potenziale economico.

Lo sviluppo regionale, parte delle strategie produttive dello stato, nei progetti del governo norvegese, deve andare di pari passo con la condivisione delle idee con le popolazioni che vivono nella parte più fredda d’Europa. Qui non c’è solo ghiaccio, ma una grande biodiversità e una comunità che fa dell’esperienza del territorio la sua ricchezza, qualcosa che l’Europa deve proteggere e nel difendere questo patrimonio può fare affidamento sulla Norvegia e contemporaneamente della prospettiva ambientale in cui anche la Presidenza Svedese e Danimarca, Finlandia ed Islanda si stanno muovendo. L’idea è: la regione nella quale si vive è estremamente preziosa ma molto fragile, per cui sviluppo economico significa innanzitutto conoscenza e rispetto di ciò che preesiste cioè la natura e le culture popolari.

C’è una vera e propria lista stilata in Norvegia, è l’elenco delle priorità sul grande Nord, obiettivi pienamente condivisibili da noi in Europa, dato quello che l’area settentrionale rappresenta per noi dal punto di vista ambientale, umano, economico e dei diritti: al primo posto c’è da sviluppare la conoscenza riguardo al clima, migliorare la sicurezza in mare e promuovere in maniera sostenibile le energie.

Poi si parla dell’impresa e dei modi per svilupparla in un ambiente difficile e di come rafforzare le infrastrutture. Fermo restando il concetto del controllo sul territorio da parte delle nazioni nordiche, in un mondo in un rapido cambiamento, si sottolinea anche la necessità di rispettare l’autodeterminazione delle popolazioni presenti come i Sami, anche su questo punto la Norvegia si è mossa in maniera egregia, coinvolgendo anche i Sami nella delegazione che sta approssimandosi a Copenaghen per il vertice.

Le questioni climatiche trovano quindi un sostegno alle posizioni più avanzate sia nella Presidenza Svedese per quanto riguarda l’Unione Europea sia nella Norvegia, al nostro fianco nell’European Free Trade Association, il che anche grazie alla presenza dei paesi con posizioni affini come Danimarca e Finlandia significa buone prospettive per gli accordi che coinvolgono direttamente l’Artico.

Aldo Ciummo