• i più letti

  • archivio

  • RSS notizie

    • Si è verificato un errore; probabilmente il feed non è attivo. Riprovare più tardi.
  • fin dove arriva la nostra voce

  • temi

La Croazia è nella UE

Il primo luglio è scattato l’allargamento al paese balcanico, avvio del completamento della Ue ad est

Zagabria festeggia l’ingresso del paese nell’Unione Europea, avvio di un più ampio allargamento ad est, dove sono in corso itinerari d’adesione per molti dei vicini della repubblica centroeuropea. Le autorità di diversi stati sono state presenti alla cerimonia. La Croazia non aderirà subito all’area Schengen, in modo da evitare grandi spostamenti dei propri professionisti altrove, fenomeno che nel caso di altre nazioni ha suscitato preoccupazioni dei paesi tradizionalmente meta di buona parte degli immigrati comunitari.

L’accesso alla UE lascia aperti alcuni problemi, l’apertura di un nuovo mercato corrisponde, per il piccolo paese balcanico, alla chiusura di sinergie come quelle che esistevano coi paesi non comunitari confinanti e che vedranno applicare alcune limitazioni ai propri contatti commerciali col vicino, proprio in conseguenza dell’appartenenza della Croazia all’Unione Europea, che questi stati ancora non hanno raggiunto.

La Croazia ha poco più di quattro milioni di abitanti, meno della centesima parte della popolazione della UE e la sua economia attualmente è attraversata da problemi come l’alta disoccupazione associata alla disomogenea efficienza delle grandi industrie nazionali, soltanto in parte adeguate al contesto attuale. Ma l’ingresso del ventottesimo paese nella comunità significa molto perché è stato un territorio più volte conteso e dilaniato dalle pulsioni nazionaliste e totalitariste ed ora è come se un confine a lungo considerato una cicatrice diventerà il punto di collegamento con una intera area, centroeuropea e balcanica, che guarda alla UE come ad una occasione di propulsione socioeconomica, il che non è stata trascurato dall’Italia, presente con varie iniziative imprenditoriali anche negli stati che dovranno attendere ancora a lungo per l’ingresso nella Unione, ad esempio la Serbia.

Il nordest dell’Italia, cui si guarda spesso per le opportunità di fare leva sui settori più dinamici per avviare la completa ripresa dello stivale, si sta inserendo rapidamente nel risveglio economico della regione europea interessata dall’allargamento odierno.

Aldo Ciummo

L’Istituto culturale della Repubblica Ceca a Milano

Ente Nazionale Ceco per il Turismo, Czechtourism ed Istituto Culturale Ceco, in collaborazione con Pilsner Urquell, partecipano alla BIT di Milano

L’ente Nazionale Ceco per il Turismo, Czechtourism ed Istituto Culturale Ceco, in collaborazione con Pilsner Urquell, presenteranno alla BIT di Milano (Fiera Milano, Rho, Sala Adutei, Pad 2 Stand G28) le destinazioni che il paese propone al turismo internazionale.

Il direttore dell’Ente, Lubos Rosenberg, introdurrà le mete legate alla cultura ed alla tradizione dello stato. Pilsner Urquell rappresenta alcuni di questi argomenti, trattandosi di una birra che ha dato inizio alle varie Pilsner o Pils come anche vengono chiamate spesso. La storia di Pilsner Urquell comincia nel 1842 a Pilsen, nella Boemia, il nome completo Pilsner Urquell significa Pilsner dalla fonte originale.

Josef Groll iniziò a produrre questa birra con il malto chiaro tuttora prodotto nella fabbrica di Pilsen, con orzo boemo e della Moravia, elemento che influenza il colore tipico, chiaro e leggermente dorato. Il luppolo (del Saaz) è alla base del retrogusto amaro che contrasta con il malto. Il lievito è tuttora prodotto sulla base di una formula conosciuta soltanto ai produttori. L’iniziativa, nello spazio di competenza della Repubblica Ceca, comprenderà uno spettacolo folcloristico.

NOTIZIE SU REGIONI E CULTURE DEL NORDEUROPA SUL SITO DI INFORMAZIONE      www.nordeuropanews.it           NORDEUROPANEWS