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SOCIETA’|Gelmini taglia i fondi, l’UE investe in ricerca

Mentre l’Italia perde tempo correndo dietro a riforme taglia-fondi, l’Unione Europea finanzia la ricerca e istituisce il primo Istituto di Innovazione e Tecnologia

di Simone Di Stefano/Dazebao, l’informazione on-line

Il 15 settembre scorso eravamo soltanto all’alba delle contestazioni studentesche contro il decreto Gelmini, anzi, a tener alta la guardia erano soprattutto le sorti dell’Alitalia, ancora tristemente attuali e allo stesso modo in bilico. E alla pari i quotidiani nazionali cavalcavano le denunce di una deriva razzista del nostro paese; il ministro dell’interno, Roberto Maroni, proclamava per una «Padania libera» e per il federalismo fiscale.

Quello stesso giorno, nel pieno della recessione economica a paralizzare le borse europee, alla stregua di quelle americane, in un angolo di Budapest veniva inaugurato lo Iet, Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia, sulla falsa riga di quel Mit (Massachussets Institute of Technology) tanto famoso per le sue continue scoperte nel campo scientifico.

Un motivo di vanto per l’Ungheria e un’occasione di rilancio per la sua capitale, tanto che ancora oggi sono diversi i quotidiani magiari che ne riportano notizia. Mentre in Italia il ministro Gelmini taglia i fondi alle nostre università, la linea dell’Unione Europea va, dunque, in tutt’altra direzione. E guarda caso, mentre le conseguenze della riforma dell’istruzione italiana vanno a ricadere in gran parte sui fondi da stanziare nella ricerca, l’Ue stanzia ben 308,7 milioni di euro per il periodo 2008-2013, allo scopodi favorire lo sviluppo degli studi in campi come l’ingegneria, le biotecnolgie, la medicina e la genetica. Un messaggio al nostro governo, un monito a una politica anacronistica e priva di uno sguardo attento al futuro. Continua a leggere