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Al Palazzo dell’Innovazione e della Conoscenza di Napoli “Ripensare le città”

 

Una scommessa ragionata sui fondi europei è ciò che ha portato allo sviluppo diverse aree d'Europa e che auspicabilmente porterà nei prossimi anni alla loro reciproca integrazione

Il 15 dicembre una iniziativa dedicata a Riqualificazione, Innovazione e Mobilità sarà una occasione di riflessione sull’impatto del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

Il programma operativo regionale della Campania (POR) per il 2007-2013 si trova ad uno stadio abbastanza avanzato ed il 15 dicembre 2009 al Palazzo dell’Innovazione e della Conoscenza (Pico) si svolgerà un dibattito dedicato all’illustrazione degli obiettivi raggiunti e di quelli per i quali lavorare per uno sviluppo più equilibrato della regione.

I progetti finanziati dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale stanno apportando diverse trasformazioni in Italia, le aree del Mezzogiorno sono tra quelle che potranno beneficiarne di più ed accelerare così la integrazione delle zone anche marginali finora nella comunità europea.

La giornata prevederà l’intervento di Carlo Neri (Autorità di gestione del POR Campania per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR 2007-2013) , di Maria Adinolfi, responsabile dell’Obiettivo Operativo “Più Europa” , l’assessore ai Trasporti e Viabilità, Porti ed Aeroporti, Ennio Cascetta, Gabriella Cundari (Urbanistica, Politiche del Territorio), il Presidente del Tavolo Regionale del partenariato Economico e Sociale Mario De Biase, il capo di gabinetto della giunta regionale Maria Grazia Falciatore.

Lo sviluppo del territorio coinvolge anche l’istruzione e la ricerca, per le politiche legate alle scienze ed all’università parteciperà l’assessore Nicola Mazzocca. Ci saranno anche il presidente di Bagnoli Futura, Rocco Papa, il sindaco di Benevento Fausto Pepe, anche per il tavolo Città più Europa, Maria Raffa, assessore allo sviluppo del comune di Napoli, Leopoldo Spedaliere, Presidente Tess Costa del Vesuvio e la giornata sarà coordinata da Paolo Leon.

L’iniziativa al Palazzo PICO di via Terracina è sostenuta dal Governo, dalla UE e dalla regione, con il motto “la tua Campania cresce in Europa” ed è da intendersi come uno stimolo alla partecipazione dei territori alla costruzione di una economia integrata in Europa, una delle basi per una società sempre più aperta anche oltre i vecchi confini.

Aldo Ciummo

Alisa Del Re: “Gli ostacoli alla partecipazione femminile sono ancora alti”

 

Un luogo di lavoro: uffici, fabbriche, strade, i punti di riferimento dove la produzione materiale ed intellettuale, la mobilitazione sociale, l'associazionismo, le relazioni informali si sviluppano sono anche i punti di aggregazione dove la partecipazione nasce, prima ancora di strutturarsi nella politica e di essere organizzata nelle istituzioni. La situazione in questi luoghi è il termometro e la bussola della democrazia.

La docente di Politiche Sociali e Pari Opportunità all’Università di Padova, intervistata sull’evoluzione della democrazia in Italia ed in Europa in relazione al ruolo delle donne, ha contribuito al panorama che il sito sta tracciando riguardo i rapporti tra protagonismo femminile sul territorio e qualità della democrazia.

“Vedo un mancato riconoscimento del valore, sia in termini materiali che formali, della rilevanza del contributo che le donne potrebbero apportare nella vita pubblica se vi fossero spazi adeguati per la loro presenza” è l’opinione di Alisa Del Re, docente di Politiche Sociali e Pari Opportunità presso l’Università di Padova. Alisa Del Re ha ricordato come molte studiose hanno evidenziato che l’apporto relazionale informale (il care) assicurato dalle donne è alla base di uno sviluppo equilibrato della società.

“Questo è stato considerato per lungo tempo un ostacolo alla partecipazione femminile formale ed informale, perchè la vita democratica è stata analizzata sulla base del modello di partecipazione maschile – ha affermato la docente dell’Università di Padova – la cultura politica di un territorio dovrebbe essere esaminata in funzione delle possibilità di integrazione dei contributi di tutti i diversi componenti della società, ovviamente eliminando tutti gli ostacoli (anche interpretativi) che impediscono una effettiva partecipazione”.

Alisa Del Re ha aggiunto che una analisi portata avanti dal gruppo Choisir la cause des femmes (un gruppo di giuriste francesi presieduto dall’avvocato Gisèle Halimi) identifica come azione prioritaria per l’Unione Europea “la presa in conto di legislazioni più favorevoli alla libertà femminile per farle diventare l’indicazione comune per tutti gli stati”. Per la docente di Politiche Sociali e Pari Opportunità, c’è poco di democratico quando la metà della popolazione ha un salario inferiore per ragioni di sesso e dove, in Europa, complessivamente le rappresentanti sono il 30% del totale nella realtà politica.

“Io credo che gli ostacoli al protagonismo femminile, sia a livello locale che a livello nazionale, siano ancora alti, nonostante le donne dimostrino di essere preparate (alto livelli di studio) e capaci di affrontare praticamente problemi organizzativi e di espressione politica (nella maggior parte dei casi al di fuori dei partiti politici). Basti vedere a livello di espressione dei bisogni della popolazione l’alta e qualificata presenza femminile” sottolinea Alisa Del Re, citando a questo proposito il comitato No dal Molin di Vicenza, diretto da donne.

La docente di Politiche Sociali e Pari Opportunità non ritiene che i casi virtuosi siano esportabili da una parte all’altra dell’Europa e che esistano davvero isole felici, come si dice, ma nemmeno crede in una funzione “salvifica” dell’ingresso femminile negli organismi dirigenziali dei partiti, anche se pensa che una situazione paritaria negli organi elettivi porterebbe ad una ridefinizione positiva dell’agenda dei bisogni ammessa dalla politica.