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A via Niccolò Odero alla Garbatella incontro sulla Resistenza

I partigiani ed i costituenti hanno difeso ed elaborato la divisione dei poteri e l'uguaglianza delle opportunità per evitare che l'accentramento economico, mediatico, istituzionale si traducesse in un attacco ai diritti favorito dall'uso demagogico delle pulsioni razziste e securitarie. La loro lezione è attuale in Italia

Oggi pomeriggio alla Sala Urban Center dell’undicesimo municipio di via Niccolò Odero alla Garbatella si svolgerà il Convegno “LA STORIA NEGATA L’uso politico del Revisionismo” una discussione quanto mai attuale in un quindicennio che ha visto in Italia una crescente concentrazione dei poteri economici, mediatici e politici ma anche un massiccio uso della distorsione dei fatti storici, reso possibile ma allo stesso tempo funzionale all’accentramento istituzionale che è ormai visibile a chiunque.

I lavori saranno aperti da Pavia (Aned) e introdotti dall’Associazione “La lotta continua”. Seguirà la proiezione di un estratto del film “Nazirock” di Claudio Lazzaro. Massimo Rendina, dell’ANPI, parlerà del 25 aprile nel clima di revisione storica attuale. Angelo Del Boca, curatore del volume “La storia negata” interverrà in merito all’uso politico del Revisionismo, Nicola Tranfaglia di “Resistenza e Costituzione sotto attacco”;  Aldo Pavia riporterà alla memoria “I campi di concentramento del duce”, argomento passato sotto silenzio per molto tempo in Italia, in anni in cui si è parlato solo dell’Istria (e in maniera estremamente parziale). Alessandro Portelli parlerà della storia orale in rapporto al revisionismo.

Alle 18.45 ci sarà una breve animazione teatrale e in seguito Davide Conti interverrà sul tema “Dal Msi di Almirante alla convergenza nel Pdl, lo spazio politico della destra in Italia”, il CSOA La Strada di squadrismo a Roma le Università e i quartieri sotto attacco (e anche questo è un fatto poco presente sui media ma ormai strabordante). L’associazione “La lotta continua” presenterà una proposta di rilancio della memoria storica a Roma, un 25 aprile per rompere l’oblio. E si può aggiungere che se ne sente oltremodo il bisogno in un momento in cui la concentrazione dei poteri e l’attacco ai diritti ha raggiunto in Italia un livello altissimo.

Aldo Ciummo

A Roma “La storia negata” della libertà italiana

Immagine d'epoca: arditi del popolo e resistenti non accettarono un senso comune che sostenuto da un consenso propagandistico e dall'oscuramento delle opposizioni attaccava i diritti e le regole della convivenza

di   Aldo Ciummo

C’è in Italia una storia sempre più negata, diradata attraverso la sua banalizzazione nel senso comune, contraddetta dall’esplicita estraneità delle attuali pratiche di governo ai princìpi che ispirarono quella vicenda e sommersa dalla riemersione massiccia, nello stivale compresso dalla crisi economica e dalle diffidenze spinte dai media verso diverse fasce di cittadini.

Questa storia è la nostra, è la vicenda dell’Europa che spezzava la morsa del fascismo, della dignità di operai, studenti, emigranti, italiani, tedeschi, francesi che riconquistava spazio respingendo l’illusione militarista, è soprattutto la realtà dell’Italia odierna dove se ci sono le famose libertà (per quanto sempre più libertà private di pochi iper-garantiti che ancora elaborano a ritmi industriali leggi per autogarantirsi) questo è stato dovuto al fatto che la gente ha lottato.

La democrazia non è stata dovuta alla difesa ad oltranza dei dogmi ecclesiastici, che aveva anzi prodotto i pregiudizi poi divenuti razziali, nè allo scambiare la libertà di impresa con il diritto al monopolio, disfunzionale alla concorrenza (ed al liberalismo politico) e che da sedici anni a questa parte straordinariamente sembra essere tornato in auge in un paese come l’Italia. I diritti costruiti per tutti dagli attivisti per il voto esteso a tutti i cittadini, ottenuti dai sindacalisti impegnati per il raggiungimento di una effettiva cittadinanza per ognuno, difesi dall’Arditismo che rappresentò la resistenza armata allo squadrismo, poi portati fino a noi dal dissenso, dai partigiani e dai costituenti non sono regali garantiti per sempre.

L’accentramento dei poteri prima economici e mediatici, poi istituzionali, l’uso politico della diffidenza verso la diversità, la compressione dei diritti sostenuta dalla criminalizzazione di fasce di cittadini, la svendita del lavoro permessa dall’indebolimento del dissenso: questi sono altrettanti elementi che riducono la libertà prima di soggetti percepiti come svantaggiati e poi di tutti gli altri.

L’incontro che si svolgerà a Roma oggi pomeriggio alle 17.00 a via Niccolò Odero 13 è dedicato proprio a questo, a questa “Storia negata” ed all’uso politico che del revisionismo si è fatto (e che hanno portato avanti anche coloro che oggi si trovano a doversi rendere conto degli effetti che la pressione mediatica a senso unico ha creato in Italia, dato che neppure a loro nelle strutture che hanno contribuito a rafforzare è garantito il diritto al dissenso tipico dei sistemi parlamentari occidentali, almeno in genere.)

Interverranno nella giornata di oggi Massimo Rendina, Aldo Pavia, Angelo del Boca, Nicola Tranfaglia, Alessandro Portelli e Davide Conti. Parteciperanno l’Aned, l’associazione culturale “La lotta continua”, l’Anpi, il CSOA la strada.

INTERVENTO DELL’ASSOCIAZIONE PONTE DELLA MEMORIA E DELL’ANP | Il pomeriggio del 16 febbraio alla Casa della Memoria e della Storia di via Francesco De Sales 5 “Damnatio Memoriae Argentina. Tra emigrazioni e storie d’Italia”.

 
 
 
Ci saranno Massimo Rendina, Presidente Anp Roma, Giovanni Miglioli che presiede Ponte della Memoria, Camilla Catarulla dell’Università di Roma Tre, Loris Zanatta (Università di Bologna), gli storici argentini Osvaldo Bayer, Fabian D’Aloisio, Bruno Napoli. L’iniziativa avrà il patrocinio dell’ambasciata della Repubblica Argentina in occasione del suo bicentenario.
 
Dopo i fatti di Rosarno, è indispensabile riacquistare una volta di più la storia delle migrazioni italiane, e sforzarci di renderle memoria collettiva. Oggi nel nostro paese i migranti sono considerati come “non-uomini”.
Lo Stato e il sistema economico vigenti li vogliono rendere invisibili alla società, emarginandoli, nascondendoli e segregandoli in centri di detenzione semi-clandestini. I Cpt sembrano non esistere, perché lontani dalla nostra vista; possono esistere perchè vi è una società che decide di non vedere per sua propria impotenza.
Lì i migranti, pur entrando per “essere identificanti”, diventano nuovi desaparecidos perdendo la propria identità a favore di un conteggio sterile utile solo alla politica.
L’Argentina accolse molti migranti italiani che per molti anni furono vilipesi e umiliati con vari epiteti: “ladri, disonesti, puzzolenti tanto da essere chiamati mocciosi orecchiuti”. Molti dei nostri connazionali furono perseguitati dalla dittatura, desaparecidos o costretti a un nuovo esilio di ritorno.
 Abbiamo dato all’Argentina patrioti quali Manuel Belgrano che era figlio di un genovese ed è ricordato non solo come l’ideatore della bandiera nazionale bianca e azzurra, ma come uno dei padri dell’indipendenza della Spagna, al punto che la sua data di nascita è diventata una festa nazionale: la Giornata dell’Emigrante Italiano.
E poi scrittori come Ernesto Sabato, grandi musicisti del tango come Astor Piazzolla, calciatori come Antonio Valentin Angelillo, mitici piloti automobilistici come Juan Manuel Fangio, industriali come Agostino Rocca. (“L’orda” di Gian Antonio Stella ).
Il fenomeno migratorio è bagaglio imprescindibile della storia d’Italia, di cui va recuperata la memoria a salvaguardia della nostra identità costituzionale e in difesa dei diritti fondamentali.
Associazione Ponte della Memoria e ANP