• i più letti

  • archivio

  • RSS notizie

    • Si è verificato un errore; probabilmente il feed non è attivo. Riprovare più tardi.
  • fin dove arriva la nostra voce

  • temi

SKAPEGOAT TV|Cgil- manifestazione 4 aprile 2009


SOCIALE|Ater, protesta in piazza degli inquilini

Il pignoramento dei beni delle case popolari, dicono i sindacati, mette in difficoltà chi ha sempre pagato la pigione e a rischio i lavoratori dell’azienda delle case popolari

Individuare soluzioni idonee per la dignità di tutti gli assegnatari e sostenere la lotta degli oltre 400 dipendenti dell’Ater ai quali si presentano dubbi ed incertezze sul proprio futuro lavorativo. Sono questi i temi che i sindacati inquilini Sunia, Sicet, Uniat, FederCasa chiedono al Comune di Roma, oltre alla sospenzione dell’immobilizzazione delle riserve economiche dell’Ater. Assieme ai sindacati, numerosi manifestanti delle case Ater, che muniti di cappelli, striscioni e fischietti, hanno preso parte a un sit-in di protesta in Piazza del Campidoglio, di fronte al Palazzo Senatorio, sede dell’ufficio del Sindaco.

«Questa manifestazione di diversi enti – dice il Consigliere comunale Pd Massimiliano Valeriani – è contro il pignoramento del Comune, che deve sbloccare i conti dell’Ater per non mettere in difficoltà 45 mila famiglie».In particolare, al centro dell’attenzione dei sindacati c’è il provvedimento del comune di bloccare le riserve economiche dell’Ater a causa dei debiti assunti dal vecchio Iacp e dovuti al mancato pagamento dell’Ici dal 1993 al 2002. Il debito in questione ammonta a circa 372 milioni di euro e oggi «impedisce all’azienda di effettuare ogni intervento che comporti spese per erogare servizi di qualunque natura per tutti gli assegnatari», sostengono i sindacati inquilini. Su richiesta del Pd capitolino è stata fissata per il prossimo 26 giugno, una riunione straordinaria del Consiglio comunale, dopo che la convocazione era già stata proposta dallo stesso gruppo nella scorsa conferenza dei capigruppo su iniziativa del vicecapogruppo Mario Mei.

Intanto l’assessore comunale alla Casa e al Patrimonio Alfredo Antoniozzi replica: «Stiamo portando avanti una trattativa serrata, la cui conclusione potrebbe essere il passaggio al Comune di una parte del patrimonio Ater per saldare il debito e togliere il pignoramento». Strada questa che però dovrà fare i conti con gli aspetti legali. «La volontà politica c’è – continua Antoniozzi – però l’aspetto giuridico dovrà essere verificato con la Corte dei Conti. Si deve verificare se il ritiro del pignoramento può ricadere sull’amministrazione comunale». Proprio in merito alla questione del pignoramento, oggi alle ore 13, l’assessore Antoniozzi riceverà nel suo ufficio una delegazione di Ater. L’obiettivo è quello di giungere a una soluzione del problema.

Simone Di Stefano – Pubblicato su L’Unità del 20-06-2008

REPORTAGE|Un cantiere a cielo aperto. Bruxelles, delitti e virtù dell’eurocapitale (1)

Un viaggio alla scoperta della capitale dell’Unione Europea. Una città dalle due facce, in continua evoluzione, con cantieri, gru e uomini al lavoro in ogni angolo della strada per costruire il volto di domani. Una città che dovrebbe servire da esempio a tutte le metropoli del continente unito, dove quello che funziona sono la multiculturalità e i servizi, ma che troppo spesso cade nelle sue stesse contraddizioni. proviamo a spiegare perché.

Davanti alla Cattedrale di Bruxelles, a Sinter-Goedelevoorplein, si è riunito sotto una pioggia battente uno sparuto gruppo di manifestanti. Tra striscioni e slogan ripetuti reiteratamente al ritmo dei tamburi, quello che colpisce particolarmente è un brano cantato a gran voce dall’uomo al microfono, vicino al furgoncino parcheggiato proprio sotto la scalinata in marmo della chiesa, di fronte a lui gli striscioni, uomini, donne e qualche bambino, molti vestiti in abiti tradizionali di qualche paese del sud del mondo.

«Una mattina – cantava il tipo – mi son svegliato, po po po, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao. Una mattina, po po po, mi sono svegliato, po po po, ed ho trovato l’invasor». I manifestanti sono quelli dell’Udep (Union De Defense des Personnes Sans Papierse); il cantante è un omone belga, alto, biondo, sulla cinquantina; probabilmente nostalgico dei canti partigiani italiani e non solo.

Tutti riuniti per far blocco contro l’arresto di dodici clandestini, “sans-papiers” da queste parti, che avevano protestato a loro volta contro le autorità belghe, ree di aver “indotto” alla disperazione un loro compagno, un altro clandestino, un giovane camerunense di 32 anni che, costretto a lasciare il paese, si è impiccato all’interno della toilette del campo in cui soggiornava dallo scorso mese di aprile, situato a pochi chilometri da Anversa.

Continua a leggere