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Conferenza sullo sviluppo economico a Palermo

Il 12 e 13 aprile si discuterà di legalità e di microcredito in un convegno cui partecipano rappresentanti delle istituzioni regionali ed europei

Lo sviluppo delle regioni passa ormai attraverso la sinergia con le istituzioni europee: l’iniziativa che avrà luogo a Palermo il 12 ed il 13 aprile, a Palazzo Comitini, ha appunto l’obiettivo di approfondire la conoscenza degli strumenti europei disponibili, per rafforzare la capacità di iniziativa dei territori.

Il 12 aprile, a partire dal pomeriggio, si discuterà della microfinanza e dei mezzi che offre per promuovere l’iniziativa di giovani, imprenditoria femminile, integrazione: la giornata è a cura di “European Microfinance Network”.

Il 13 aprile ci sarà una sessione alla quale parteciperanno il presidente della povincia regionale di Palermo, l’ingegnere Giovanni Avanti, il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, il presidente dell’ente nazionale per il microcredito Mario Baccini ed il direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Lucio Battistotti.

Alla giornata parteciperanno anche i rappresentanti della regione siciliana e di altre istituzioni, oltre che di associazioni dell’imprenditoria e del microcredito nazionali ed europee. La scheda di adesione si può trovare sul sito della provincia regionale di Palermo.

Aldo Ciummo

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I giovani federalisti europei a favore di una UE più unita

Il 13 marzo, quando si svolgerà il vertice Monti-Merkel, i federalisti europei organizzeranno un presidio

L’incontro tra il Primo Ministro italiano e la cancelliera tedesca che avrà luogo il 13 marzo sarà l’occasione per sottolineare, da parte degli europeisti appartententi a tutto l’arco delle forze politiche, conservatrici o progressiste che siano, che una Europa che intenda superare le attuali difficoltà deve esprimere una concreta solidarietà tra gli stati componenti e fornire una prospettiva alle parti della società che sono più pressate dalla situazione globale. Vittorio Cidone, vice presidente a Roma del Movimento Federalista Europeo (di cui i Giovani Federalisti Europei fanno parte e che comprende studenti e persone attive in tutte le forze politiche o nella società civile) è riuscito ad organizzare l’iniziativa in Piazza Montecitorio per il 13 marzo a partire dalle 14.00.

L’evento si intitola  “Per una Italia europea, per una Europa federale” ed intende evidenziare che occorre restituire alla Unione Europea una prospettiva più ampia rispetto a ciò che si è visto negli ultimi anni, con il grave ritardo ad esempio nella cooperazione con la Grecia: un programma che abbia la stessa capacità di superare steccati e coltivare una maggiore integrazione che hanno dimostrato i fondatori dell’Europa dopo avere sconfitto i totalitarismi.

Negli ultimi anni si è registrato un dibattito a volte abbastanza sterile, nel quale stati come la Germania, Finlandia, Regno Unito, Olanda sono stati additati come i componenti che avrebbero dovuto supportare i paesi in difficoltà, senza considerare che la condotta dei paesi (dalla Grecia all’Italia) che hanno lasciato crescere il proprio debito ed i ritardi nella ricerca, nell’istruzione e nella tecnologia ha appesantito l’intera costruzione europea. Questo non deve ovviamente consentire visioni rigide del riequilibrio delle economie. Non si risolvono le contraddizioni attuali accrescendo gli squilibri attraverso un rigore che penalizzi ulteriormente i più deboli e le parti produttive della popolazione della UE, ma non serve a nulla nemmeno attaccare stati come la Germania che hanno costantemente compiuto sforzi per aiutare l’intero continente, nell’ottica lungimirante di crescere meglio rafforzando tutta l’Europa, quindi a dover cambiare è l’impostazione generale del sistema federale non soltanto la politica di questo o quel paese.

L’Unione Europea ha bisogno di indirizzarsi verso le risorse principali odierne, che non sono più il carbone e l’acciaio ma l’istruzione e la conoscenza, le energie alternative e le tecnologie, che vanno valorizzati per ridurre gli squilibri sociali ed accrescere l’innovazione, al contrario di quanto si sta facendo spesso ancora oggi, rincorrendo in modo miope la precarizzazione e flessibilizzazione estreme del lavoro e della sicurezza sociale delineate dai modelli cinese e ultraliberista, che hanno mostrato entrambi i loro limiti, il primo generando un tipo di sviluppo cui difficilmente gli europei adatterebbero il proprio stile di vita e il proprio ambiente, il secondo portando alla crisi che oggi attanaglia l’intero occidente. La partecipazione delle popolazioni della UE è necessaria per arrivare ad uno sviluppo sostenibile.

Aldo Ciummo

 

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Iniziative federaliste europee a Roma

 

A settembre nella capitale italiana sono state organizzate diverse iniziative dal Movimento Federalista Europeo, nel quale sono attivi componenti di tutti i partiti e della società civile

L’ultima parte dell’estate ha veduto intensificarsi gli sforzi del MFE, movimento europeista, per spingere l’Europa ad affrontare la crisi ed assicurare una maggiore partecipazione. Il Movimento Federalista Europeo è composto da persone provenienti da tutti i settori della società civile ed è apartitico, ne fanno parte cittadini di qualsiasi orientamento, accomunati dalla convinzione che il processo di unificazione europeo abbia bisogno di entrare nel vivo delle società che formano l’Unione Europea e di poter contare su veri strumenti di governo e partecipazione che permettano alla UE di diventare un soggetto significativo.

Il seminario di Ventotene che si svolge ogni anno è stato uno degli stimoli che ha rilanciato le iniziative europeiste, assieme alla situazione internazionale che sottolinea l’opportunità di rafforzare l’azione europea e, sul territorio, l’assemblea della Gfe Roma, la sezione giovanile del movimento, che tenendosi a Roma il 15 settembre ed anticipando il congresso regionale di ottobre ha incoraggiato l’identita del MFE come realtà apolitica nel panorama istituzionale perchè composta da tendenze del tutto differenti tra loro ma legate dalla consapevolezza che esiste ormai una società europea capace di affrontare le difficoltà globali.

Negli appuntamenti di Roma stanno rivestendo un ruolo importante Acunzo, Caloisi, Cidone, Dastoli, Di Bella, Gui, Imarisio, La Porta, La Rocca, Panizzi e Pietrosanti, lungamente attivi nella diffusione delle tematiche europee e nel confronto all’interno della società civile su questioni che sono ormai sentite dalla cittadinanza ma artificialmente escluse dal dibattito politico nazionale nella comunicazione generalista a causa della chiusura nelle controversie partitiche interne. MFE e GFE rappresentano quindi un laboratorio il cui obiettivo è evidenziare nell’agenda di tutte le organizzazioni sociali, economiche e politiche significative le tematiche europee perchè queste raggiungano il peso che la società civile richiede abbiano e supportare quest’ultima nel prendere l’iniziativa in Europa.

Le Commissioni Nazionali di Studio del movimento federalista europeo, che non essendo un partito nazionale è presente in tutto il continente e promuove eventi in Francia, in Germania, in Italia come in molti altri paesi si sono riunite a settembre ed è stato approvato un testo di iniziativa dei cittadini europei. La possibilità di arrivare a referendum europei rappresenta un cambiamento nella struttura della UE, che lo prevede, perchè una organizzazione fortemente centralizzata come la comunità dei ventisette stati può acquisire la direzione voluta dai cittadini attraverso un incremento della partecipazione, una volta che le popolazioni europee avranno iniziato stabilmente ad utilizzare le opportunità presenti nei Trattati, specialmente dall’entrata in vigore di Lisbona.

Aldo Ciummo

UE: all’Italia restituiti 572 milioni dal bilancio comunitario‏

 
Il Parlamento UE oggi ha approvato la riduzione di quasi 572 milioni di euro al contributo italiano al bilancio comunitario, fondi che la comunità europea non ha utilizzato nel 2010
 
 
Stanziamenti non utilizzati per i programmi realizzati nel 2010, interessi ed eccedenze di varia natura ammontano nella UE a 4,54 miliardi di euro (dei quali 2,72 miliardi riferiti proprio ai fondi non utilizzati) che andranno restituiti agli stati componenti l’Unione Europea.
 
Il Parlamento Europeo infatti oggi ha votato in favore dela restituzione dei contributi in questione agli stati (625 favorevoli, 14 contrari e 29 astenuti).
 
 Il PE ha reso noto l’importo che ogni stato potrà dedurre dai propri contributi per il 2011, le somme di cui si parla sono le seguenti: 130.911.830 (Belgio); 12.599.367 (Bulgaria); 50.621.080 (Repubblica Ceca); 88.583.723 (Danimarca); 922.894.175 (Germania); 4.980.590 (Estonia); 48.123.148 (Irlanda); 84.195.529 (Grecia); 381.161.659 (Spagna); 740.852.370 (Francia); 571.966.026 (Italia); 6.293.730 (Cipro); 6.191.661 (Lettonia); 9.860.488 (Lituania); 10.570.481 (Lussemburgo); 35.811.599 (Ungheria); 2.088.825 (Malta); 218.397.409 (Paesi Bassi); 104.337.375 (Austria); 133.314.462 (Polonia); 59.119.421 (Portogallo); 46.336.945 (Romania); 12.888.128 (Slovenia); 24.905.776 (Slovacchia); 66.270.167 (Finlandia); 126.883.265 (Svezia); 639.235.054 (Regno Unito).

Maggio 2011: “Firenze Capitale d’Europa”

  Dal 6 al 10 maggio il capoluogo toscano ospiterà il Festival d’Europa, una manifestazione che ha l’obiettivo di avvicinare le istituzioni europee ai cittadini

 di   Aldo Ciummo

E’ stata presentata a Roma il 27 aprile l’iniziativa del Festival d’Europa, che rivolgendosi al pubblico dei non addetti ai lavori ricerca una maggiore vicinanza delle istituzioni europee alla vita quotidiana dei suoi territori. Firenze si trasforma per qualche giorno in laboratorio creativo di comunicazione per diffondere la conoscenza dell’Unione Europea e delle sue politiche, quindi delle opportunità che la UE offre ai cittadini. All’evento parteciperanno il Presidente dell’assemblea di Strasburgo, Jerzy Buzek, il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, il vice presidente della Commissione Antonio Tajani, la Commissaria europea all’Istruzione, la Cultura ed il Multilinguismo Androulla Vassiliou, il Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ed il Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, Carlo Casini. L’iniziativa di Firenze è promossa dalla UE e dall’Istituto Universitario Europeo, ed è stata presentata il 27 aprile nella sede della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea a via IV novembre a Roma. Il convegno più importante che si terrà a Firenze nel quadro della manifestazione è “The State of The Union”, cui parteciperanno anche molti esperti di economia e politica internazionale, il 9 e 10 maggio presso il Palazzo Vecchio, un dibattito sull’attualità dell’Unione. Ma gli eventi sul territorio saranno centinaia, coinvolgendo oltre a molti palazzi storici e piazze, biblioteche, cinema, librerie, teatri, nel corso di cinque giorni di mostre, rassegne, laboratori didattici, concerti attraverso i quali Firenze si candida quest’anno come un originale laboratorio, spiegano gli organizzatori. Piazza Signoria sarà ribattezzata per questo, durante l’evento, Piazza Europa, con tre padiglioni allestiti come una finestra su tutte le opportunità offerte dall’Europa. Nel padiglione “Europa”, promosso dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, dall’Ufficio di Informazione in Italia del Parlamento Europeo e dal Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, ci saranno i workshop dedicati a diritti, opportunità e finanziamenti offerti dai vari programmi dell’Unione Europea e sarà possibile confrontarsi con il personale specializzato dei centri di informazione della Commissione Europea in Italia. Il padiglione delle Nazioni ospiterà gli stand dei dieci paesi europei che hanno accolto l’invito a partecipare alla prima edizione del Festival d’Europa e tra gli stati presenti ci sarà anche la Turchia, in segno di avvicinamento alla UE. Sono previste anche iniziative di Francia, Germania, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Svezia ed Ungheria. La Loggia dei Lanzi sarà illuminata di blu per tutti i giorni del Festival d’Europa durante gli spettacoli ed i concerti. Lo spazio “Youth on the Move”, promosso dalla Commissione Europea, porterà avanti i temi della mobilità giovanile, dalla formazione ai progetti di cooperazione. La Notte blu, organizzata dall’amministrazione di Firenze, si svolgerà tra 7 ed 8 maggio con decine di eventi dedicati al nostro continente. L’Università di Firenze partecipa al Festival d’Europa con vari seminari sul ruolo della UE nella ricerca. La provincia di Firenze e l’Ufficio scolastico regionale partecipano con il progetto “L’Europa a scuola” nell’ambito del quale gli istituti superiori lavorano sugli argomenti che riguardano più da vicino l’integrazione nella comunità. Camera di Commercio e Promofirenze organizzeranno eventi dedicati allo sviluppo delle piccole e medie imprese. La sera del 9 maggio, che è il giorno della festa dell’Europa, verrà consegnato il Premio Galileo 2000, presso il Teatro della Pergola. Il riconoscimento sarà consegnato a José Maniel Barroso, presidente della Commissione Europea, al primo Ministro del Lussemburgo Jean Claude Junker, al presidente croato Ivo Josipovic ed alla cantante greca Haris Alexiou. Sono in programma anche interessanto mostre, come quella sulla cartografia storica dei confini dell’Europa, alla biblioteca nazionale centrale, così come incontro e dibattiti, ad esempio quello della Fondazione Spadolini sul ruolo dell’Italia nell’integrazione europea e la conferenza di Giuliano Amato su “L’Unione Europea: come superare l’impasse”. La manifestazione, che ha l’alto patronato della Presidenza della Repubblica Italiana ed il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, vede tra i principali promotori Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze, Direzione Scolastica Regionale, Università e Camera di Commercio di Firenze. Nel Comitato organizzatore ci sono l’Istituto Universitario Europeo, la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Politiche Europee, Ministero degli Affari Esteri, Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Università degli Studi di Firenze, Agenzia LLP e Youth in Action.

L’Europa delle chiusure affonda Tony Blair

 

Se l'Europa vuole crescere democraticamente, dovrà imparare a rispettare la direzione scelta da ogni paese che la compone

Se l'Europa vuole crescere democraticamente, dovrà imparare a rispettare la direzione scelta da ogni paese che la compone

Un blocco continentale si frappone tra Tony Blair e la Presidenza dell’Unione Europea, carica che risulterà rafforzata dal Trattato di Lisbona

di    Aldo Ciummo

 

La Presidenza Europea è una carica che sta per diventare più “pesante” grazie all’estensione del mandato e delle sue prerogative, fino ad oggi il favorito è stato Tony Blair, ma sembra che non debba essere più così. Sarkozy, presidente di uno degli stati più centralisti della comunità, la Francia, ha spiegato che è un problema il fatto che il Regno Unito non abbia adottato l’euro. Sarà. Intorno alle cariche europee si liberano le mire delle nazioni, ma soprattutto di concezioni dell’Europa e gruppi di potere differenti. Ora il governo della Germania è più o meno allineato alla Francia.

La Reuters nella giornata di oggi ha reso noti i contenuti di un documento riconducibile a Belgio e Lussemburgo più l’Austria, in sintesi vi si dice che non è adatto un politico proveniente da un paese che non ha accettato tutte le condizioni richieste dalla UE.         Ma l’opt out che permette ad un paese di restare fuori da una decisione senza fare ostruzionismo non è qualcosa di perfettamente regolare all’interno della comunità?          Inoltre, in una situazione in cui giustamente si va verso una riduzione del numero dei commissari, come segno della non sovrapposizione tra nazioni e rappresentanti (perchè i politici in carica nelle istituzioni dell’Unione rappresentano tutta l’Europa e non lo stato di provenienza) affermare che qualcuno non può candidarsi perchè è inglese è stupefacente da un punto di vista politico oltre che nel merito.

La difesa dei propri interessi all’interno della comunità è legittima, difatti Belgio e Lussemburgo sostengono la candidatura di Jean-Claude Juncker, visto non senza ragione dai membri dell’Est come rappresentante di un blocco federalista ma soprattutto continentale-occidentale, racchiuso nel nucleo più vecchio della Unione. Comunque, Tony Blair non è nè Roosvelt nè Gandhi, anzi può benissimo non piacerci perchè ha portato avanti politiche esageratamente liberiste, anche se da qui a dire che l’economia inglese in quegli anni andava peggio di adesso ne passa, anche perchè si direbbe una cosa che non corrisponde alla realtà (e anche se la direttiva Bolkestein che ha liberalizzato il prezzo dell’offerta di lavoro nel settore dei servizi è stata varata all’inizio del 2004 non certo da un inglese liberista, ma dalla Commissione di Romano Prodi, che è italiano ed appartenente ad una coalizione che all’epoca aveva sfumature di attenzione al sociale, Prodi in tanti in Italia lo abbiamo votato e con i tempi che corrono probabilmente oggi saremmo ancora di più, ma perchè raccontarci storie di mussoliniana memoria su liberalizzatori che non amano il continente e socializzatori centralisti che lo amerebbero?)

Ma l’azione sociale, specie in realtà complesse come le istituzioni europee, deve guardare avanti e quindi adesso l’attenzione dei paesi europei ed in particolare delle élites che li governano si sta concentrando sui “papabili” presidenti della Comunità, vediamoli insieme: particolarmente prestigiosa è la candidatura di Paavo Lipponen, proveniente da una tradizione di sinistra effettivamente attenta all’esistenza dei cittadini. Lipponen è stato primo ministro della Finlandia e lo è stato in conseguenza del fatto di portare al successo un grosso partito socialdemocratico, a vocazione concretamente maggioritaria e rappresentativo delle fasce dei lavoratori, infatti acquisiva punti percentuali interi nelle elezioni politiche. Paavo Lipponen è stato primo ministro dal 1995 al 2003 nel suo paese.

Un altro candidato è l’attuale premier olandese Jan Peeter Balkenende, appartenente al Partito Cristiano Democratico olandese di Centrodestra che ha molte caratteristiche che sono effettivamente discutibili, ma che è tornato al governo del suo paese per aver avuto l’intelligenza e lo spirito democratico di cooperare anche con forze politiche non assimilabili al 100% al suo programma. In molte parti d’Europa gli elettori laici attendono altrettanto dai vertici delle forze progressiste perchè le iniziative a favore dell’integrazione, di una maggiore partecipazione femminile e di strumenti legislativi come i Pacs eccetera vengano portati avanti con la volontà di farlo nella realtà e non a chiacchiere in Parlamento, anzi ormai fuori perchè l’autoreferenzialità ha causato spesso, ad esempio in Italia, frammentazione e disintegrazione elettorale e territoriale.

Una novità per l’Unione Europea è la possibilità della candidatura di Mary Robinson, che non ha mai ricoperto incarichi di governo diretti nel suo paese, l’Eire, nè incarichi europei. Mary Robinson è stata Presidente della Repubblica irlandese dal 1990 al 1997 e Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite dal 1998 al 2002, un campo nel quale l’Europa ha molta strada da fare. Inoltre, in un contesto economico ed istituzionale che anche a livello continentale attende un necessario riequilibrio tra i sessi nei vertici delle organizzazioni decisionali, l’arrivo di una donna (di provate capacità espresse in una decennale attività nel Labour party del suo paese) sarebbe indubbiamente un segnale significativo.