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L’Istituto culturale della Repubblica Ceca a Milano

Ente Nazionale Ceco per il Turismo, Czechtourism ed Istituto Culturale Ceco, in collaborazione con Pilsner Urquell, partecipano alla BIT di Milano

L’ente Nazionale Ceco per il Turismo, Czechtourism ed Istituto Culturale Ceco, in collaborazione con Pilsner Urquell, presenteranno alla BIT di Milano (Fiera Milano, Rho, Sala Adutei, Pad 2 Stand G28) le destinazioni che il paese propone al turismo internazionale.

Il direttore dell’Ente, Lubos Rosenberg, introdurrà le mete legate alla cultura ed alla tradizione dello stato. Pilsner Urquell rappresenta alcuni di questi argomenti, trattandosi di una birra che ha dato inizio alle varie Pilsner o Pils come anche vengono chiamate spesso. La storia di Pilsner Urquell comincia nel 1842 a Pilsen, nella Boemia, il nome completo Pilsner Urquell significa Pilsner dalla fonte originale.

Josef Groll iniziò a produrre questa birra con il malto chiaro tuttora prodotto nella fabbrica di Pilsen, con orzo boemo e della Moravia, elemento che influenza il colore tipico, chiaro e leggermente dorato. Il luppolo (del Saaz) è alla base del retrogusto amaro che contrasta con il malto. Il lievito è tuttora prodotto sulla base di una formula conosciuta soltanto ai produttori. L’iniziativa, nello spazio di competenza della Repubblica Ceca, comprenderà uno spettacolo folcloristico.

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Mostra di arte moderna promossa dalla Lituania a Milano

 

Il più rappresentativo artista lituano, scomparso nel 1911, al centro della retrospettiva italiana promossa dall’Ambasciata Lituana in Italia

Palazzo Reale, la Fondazione Antonio Mazzotta, l’Ambasciata ed il Consolato della Repubblica di Lituania ed il Museo Nazionale d’Arte intitolato all’artista Mikalojus Konstantinas Ciurlonis (1875-1911) hanno promosso a Milano un evento che sarà al centro della cultura lituana in Italia in questo periodo. Il Comune di Milano ha sostenuto l’iniziativa, in un’ottica di crescita dei rapporti culturali tra i territori dell’Unione Europea.

L’iniziativa è stata resa possibile anche dalla Fondazione Cariplo, dalla Viscione Editore, dalla “Valartes” e dall’associazione culturale “Vytis”. Nella mostra saranno esposte 79 opere, dipinte su tela oppure cartoncino, in tempera e pastello, 30 acquerelli, chine, disegni, 24 fotografie e documenti inediti, tra cui lettere provenienti dal Museo dedicato al pittore a Kaunas, in Lituania.

Mikalojus K.C sognava di far conoscere le sue opere in Europa Occidentale, riferiscono gli organizzatori della esposizione: l’occasione gli venne offerta dall’invito di Vasilij Kandiskij, che in quegli anni contribuiva a cambiare il volto dell’arte contemporanea con le sue tesi e con le sue tele astratte e che era rimasto colpito da opere del lituano viste a San Pietroburgo.

Kandiskji infatti invitò l’innovatore ad esporre a Parigi e nello stesso anno un invito simile arrivò da Monaco: ma Ciurlonis morì, a trentasei anni, quindi mancò il tempo. Ieva Gaizutytè, Coordinatrice della mostra, sottolinea il contributo del pittore alla formazione dell’identità culturale nella Repubblica baltica: “era il periodo della dominazione dell’impero russo, veniva fatto divieto di insegnare, scrivere e pubblicare in lingua lituana”.

L’artista al centro dell’esposizione diffuse la cultura d’origine con le sue opere: enigmi della natura, archetipi di un mondo arcaico, sensibilità umana, sono visti dagli studiosi delle sue tele come esempi dell’ultimo popolo pagano d’Europa.

La mostra, che sarà presentata il 16 novembre a Palazzo Reale in Piazza Duomo, resterà aperta fino al 13 febbraio 2011. Nella conferenza d’apertura interverranno Domenico Piraina, responsabile del Coordinamento delle esposizioni nel Comune, Massimiliano Finazzer Flory, assessore alla Cultura di Milano, Martina Mazzotta (curatore della Fondazione Antonio Mazzotta), Yeva Gaizutytè, addetto culturale dell’Ambasciata della Repubblica di Lituania in Italia, Osvaldas Daugelis, Direttore del Museo Nazionale d’Arte M.K Ciurlonis e curatore della mostra, Gabriella di Milia (curatrice della mostra).

Aldo Ciummo

Il vicepresidente Norvegese a Milano: “società più forti se le donne sono importanti nell’economia”

 

A Palazzo Marino ieri si è svolta la conferenza più importante tra quelle previste in questi giorni nell’ambito delle iniziative norvegesi, “la risorsa femminile: optional o opportunità”

 

di     Aldo Ciummo
 


Ieri mattina Milano ha ospitato il convegno messo dalle organizzazioni norvegesi al centro della iniziativa della Norweek10, che il sito sta seguendo interamente. L’ecologia invece è stata al centro dell’evento di questa mattina, a palazzo Turati. Ieri alle 19.00 è stata presentata la mostra di Marian Heyerdahl, curata da Lorella Scacco al Castello Sforzesco, che resterà aperta al pubblico fino al 27 giugno. Sulla giornata di oggi, dedicata all’ecosostenibilità, parleremo ancora e molto data l’estrema attualità del tema.
 
Il dibattito di ieri sulla parità non ha avuto soltanto l’obiettivo di illustrare risultati raggiunti in Scandinavia, ma anche quello di aprire una discussione su risorse che restano poco valorizzate: a questo proposito il Vicepresidente del Consiglio dei ministri norvegese, Karl Eirik Schjott-Pedersen, ha sottolineato che il capitale umano è ciò che conta di più per il benessere nazionale ed ha aggiunto che “le società sono più forti se le donne sono importanti nell’economia”.
 
Ci sentiamo di aggiungere che le società sono forti quando le donne sono considerate importanti in tutti i settori ed a questo proposito un altro elemento interessante è l’incremento progressivo delle settimane di licenza e la quota consistente che la parte di tempo destinata alla paternità si è aggiudicata, il che da una parte è una conquista importante nel privato per gli uomini, ma determina anche effetti significativi nella libertà di dedicarsi alle professioni da parte delle donne.
 
A questo proposito sono intervenute anche Mariolina Maioli, presidente del Comitato Pari Opportunità e assessore a scuola e politiche sociali del comune di Milano, ed Emily Barrera che è una rappresentante del Comitato citato. Il dibattito ha affrontato la necessità di apprestare strumenti di incentivo e di sostegno nelle fasce di maggiore difficoltà, ad esempio nelle questioni dell’integrazione poste dall’immigrazione consistente in città.
 
Marit Hoel, del “Centre for Corporate Diversity” ha detto che la prospettiva del Nord Europa è coniugare la forza del settore privato all’efficienza del welfare, che garantisce la funzionalità in tempi di crisi. Nel 2002, l’allora governo conservatore della Norvegia introdusse la quota minima del 40% che ha contribuito a fare della Norvegia un esempio di parità nelle cariche dirigenziali dell’economia. Anche Svezia, Finlandia e Danimarca hanno standard molto elevati in merito.
 
E’ stato di particolare interesse l’intervento di Morten Huse, della Norwegian School of Management, sulle donne nei cda nell’esperienza professionale norvegese. Huse ha pubblicato diversi studi, tra i quali “Gender Related Boardrooms Dynamics”, nei quali tratta estesamente anche il valore aggiunto conferito alle iniziative economiche dalla collaborazione di soggetti molto differenti tra loro e il ruolo della conoscenza delle culture e delle peculiarità personali nell’innovazione economica. Da segnalare gli spunti di Giovanna Dossena (Università di Bergamo) sulle opportunità per l’imprenditoria femminile, al di là della parità dichiarata, compresa la propensione all’impresa femminile favorita o meno nella società.
 
Un caso che ha fatto scuola è quello di Elisabet Norderup Michelson, la quale, partita da una laurea in chimica, dopo molti anni di lavoro imprenditoriale nell’area sviluppo ha fondato autonomamente una società che si occupa di sviluppo e vendita di materiali plastici come il poliuretano ma soprattutto, per quello che riguarda il dibattito specifico, ha promosso la cultura dell’iniziativa autonoma prendendo a prestito una immagine classica della letteratura locale “calzelunghe nel mondo del business” che è diventato un motto.
 
Michelson è stata premiata come imprenditrice dell’anno, riconoscimento istituito soltanto l’anno scorso in Norvegia. Per restare più vicini a noi Giovanna Mavellia, della Camera di Commercio di Milano, commentando gli studi effettuati dall’organizzazione ha potuto sottolineare un dato positivo di Milano, con un aumento molto netto dell’imprenditorialità femminile straniera in città che Mavellia ha definito un fatto culturale importante per quello che determina nella percezione dell’autonomia personale.
 
Tra gli altri interventi, che hanno toccato tematiche sulle quali ritorneremo e che sono un nostro ambito di analisi non da oggi, le riflessioni di Paola Dubini, dell’Università Luigi Bocconi, sul ruolo dal punto di vista economico, il discorso di Svein Hoppegart della Confederazione dell’Industria Norvegese Svein Hoppegaard, su donne e business leadership, i dati di Sara Annoni (Altis Università Cattolica) su rapporto tra lavoro e vita personale in Lombardia, l’introduzione del sindaco di Milano Letizia Moratti e la chiusura dei lavori da parte della presidente della Commissione Pari Opportunità del comune di Milano, Patrizia Quartieri. Svein Hoppegart della NHO ha affermato, con speciale convinzione data la sua posizione nelle politiche occupazionali, il valore strategico del peso femminile nell’impresa.