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Riscoperto Anders Cydenius, lo svedese di Finlandia che anticipò Adam Smith

 



 

Alle origini del pensiero liberale, coloro che promuovevano la crescita dell’iniziativa privata erano anche quelli che difendevano le libertà individuali e le opportunità di crescita di tutte le fasce della popolazione

L’Institutum Romanum Finlandiae e l’Ambasciata di Finlandia hanno promosso un  interessante incontro, che si è tenuto a Villa Lante presso la Passeggiata del Gianicolo questo 29 settembre. Alla presenza dell’ambasciatore finlandese Pauli
Mäkelä, di studiosi come Francesco Forte ed Alberto Mingardi e di molti giovani e cittadini finlandesi, svedesi ed italiani, è stata presentata l’opera “La Ricchezza della Nazione” di Anders Cydenius, recentemente riedita in italiano.

 Mäkelä ha ricordato la figura di Cydenius, soprattutto per l’originale coincidenza di fatti storici che alcuni secoli fa permetteva a coloro che promuovevano la crescita dell’iniziativa privata di difendere al tempo stesso, contro privilegi consolidati, i diritti di emancipazione di ogni fascia di popolazione, ad esempio dei contadini e dei più poveri, tacciati all’epoca di essere naturalmente pigri o inclini a tendenze negative nei casi in cui non si trovavano costretti a condizioni inique di lavoro: assunzioni preconcette che molto fanno pensare all’Europa di oggi ed alle sue disperate giustificazioni di pregiudizi funzionali ad un sistema economico che spesso lascia entrare nei confini ma non altrettanto spesso include nella società.

Anders Cydenius (1729-1803) pubblicò la sua opera a Stoccolma nel 1765, undici anni prima della “Ricchezza delle Nazioni” di Adam Smith, che se guardata al netto di considerazioni che appartengono ai diversi esiti che il liberalismo e le sue varianti hanno avuto nella storia successiva è un testo che fonda nozioni importanti dello sviluppo e della scienza economica successivi.

 Cydenius viveva in Finlandia, allora parte della Svezia, esperto di botanica ed interessato ai problemi pratici: il suo primo impegno riguardò i diritti della libera navigazione commerciale in Ostrobothnia, la regione d’appartenenza. Come pensatore lottò a lungo perchè fosse assicurata la libertà di pensiero.

Francesco Forte, docente di Scienza delle Finanze alla Sapienza di Roma, ha introdotto il libro, Karin Hellbom lo ha tradotto. Den Nationnale Winsten, scaturito dal superamento di un ostacolo concreto, le norme che impedivano il libero commercio da parte delle città marittime di una regione, scaturì dalla considerazione dei vantaggi sociali che l’ottenimento di alcuni diritti attraverso l’azione di Cydenius presso la Dieta (il Parlamento di allora) permise. L’autore difese in altre opere le esigenze dei lavoratori e la solidarietà, necessità che in forme nuove continuano a richiedere intelligenza e decisione a fronte di trasformazioni storiche che lasciano sempre grandi spazi allo strabordare di forze consolidate.

Aldo Ciummo

Germania, la Merkel resta, ma lì c’è l’Europa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Infondate le voci che davano prossimo alla fine il cancellierato Merkel, simbolo di grandi cambiamenti in Europa con l’apertura a Est, inscritta nella stessa storia personale del personaggio politico (popolare ma proveniente dalle strutture della Ex Ddr), l’accelerazione del percorso unitario europeo sulla base del mantenimento dei rigidi criteri di responsabilità economica su cui si è mosso lo sviluppo tedesco negli ultimi decenni ed una evoluzione costante di una delle democrazie più grandi del continente (dopo l’U.K), con il raggiungimento delle massime cariche di governo da parte di categorie (donne, immigrati) ancora largamente bloccate ai margini delle istituzioni e degli organi decisionali nelle società di buona parte dell’Europa (soprattutto Italia).

Christoph Steegmans, come portavoce del Governo di Centrodestra che comprende i popolari della Cdu-Csu e i liberali della Fdp di Guido Westerwelle, ha smentito le indiscrezioni che volevano l’esecutivo della Merkel al capolinea in Germania.

Un dato interessante è che i timori rapidamente ingenerati intorno alla tenuta del governo hanno subito avuto qualche influenza  sull’andamento dell’euro nei mercati asiatici e causato preoccupazioni sulle ricadute nella crisi greca.

L’agitazione dei mercati seguita alla notizia poi rivelatasi priva di fondamento è un dato perchè indica chiaramente come la politica tedesca sia già europea, come dovrebbe essere dappertutto essendo quello il tappeto dove si gioca di fatto la risposta alla crisi economica. Questo avviene logicamente non per illuminazione divina, ma per il ruolo che storicamente ed economicamente la Germania svolge, anche a livello di influenza e potere all’interno dei meccanismi istituzionali della economia e delle decisioni nell’Unione Europea. Però Berlino ne paga i costi, mentre altrove soprattutto si parla (e si utilizzano i fondi, anzi a volte nemmeno quello, si bloccano e si lasciano lì, per pensare a lamentarsi dell’euro).

Gestione dell’Afghanistan, tasse da tagliare, sanità, gli argomenti anche “domestici” su cui ci si scontra nel governo di centrodestra non mancano, lì si tratta di una coalizione di pari e inoltre l’opposizione non fa sconti sulle questioni sociali e sostanziali, infatti la sinistra estrema è un big nell’arena politica tedesca ed arriva al venti per cento nelle elezioni regionali federali.

Altrove, non c’è da stancarsi a dirlo finchè i partitini italiani non avranno raggiunto il loro obiettivo di estinguersi ed ottenere premi per i loro rappresentanti da parte delle forze maggiori, i gruppi storici della sinistra si ammazzano tra di loro per difendere falci e martelli, soli che ridono e varie altre anticaglie e petrelle. Lavoratori, disoccupati, studenti, professionisti, immigrati, si rappresentano da soli, con effetti per ora desolanti per la società circostante, non per loro carenze, ma per la stupefacente impermeabilità delle strutture forti tramandatesi ai vertici del paese.

Intanto, i gruppi che governano l’Italia si dedicano ad una ristrutturazione del sistema giuridico e ad un accentramento degli avanzi del sistema economico che allontana il paese dall’Europa e che avvinghia gli stessi gruppi politici e sociali appartenenti all’area conservatrice in una stretta dalla quale non possono uscire neppure volendo, a causa del fatto che non esiste una opposizione. Ve ne è una di comodo e un’altra talmente intransigente, a parole, che non corre il rischio di confrontarsi con nessun problema concreto della società.

Forse i diversi paesi hanno situazioni politiche ed economiche non comparabili. Di sicuro, parlando di Germania, si può parlare di Europa. E l’Europa un giorno o l’altro dovrà arrivare anche in Italia.

Aldo Ciummo