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Banche: Carnegie incontra HQ

 

La banca d’investimenti Carnegie ieri ha firmato un patto con la HQ Bank, colpita dalla crisi

La Carnegie ci metterà in tempi brevi 268 milioni di corone, vale a dire quasi 37 milioni di sterline. L’accordo con la HQ Bank, colpita dalla crisi, è stato raggiunto giovedì sera e formalizzato ieri mattina. Dopo una settimana di chiusura della HQ, mentre la situazione era ancora incerta, le operazioni relative alla clientela riprenderanno pienamente.  Per la Hq i problemi erano iniziati formalmente alla fine di questo agosto con la revoca della licenza.

L’Autorità Svedese di Supervisione Finanziaria (Finansinspektionen) ha approvato l’operazione, ha fatto sapere la Carnegie, ma HQ formalmente è ancora in liquidazione. Gli impiegati della HQ saranno inclusi nella Carnegie e la compagnia nascente diventa quindi un colosso nell’area nordica. Alcuni disagi si sono registrati nella settimana per il fatto che la HQ è rimasta temporaneamente chiusa.

Il gruppo che acquisisce rileverà anche quelle quote della compagnia di investimento Oresund che sono della HQ. Dopo un parziale stop da parte dell’Autorità Finanziaria alle attività Carnegie nel 2008 e la sua successiva nazionalizzazione, la Carnegie nel 2009 è stata rilevata da una joint venture comprendente Altor Equity Partners  e  Bure Equity.

In seguito ad una negazione del piano iniziale di acquistare HQ domenica scorsa sempre da parte dell’autorità finanziaria svedese Finansinspektionen, lunedì la HQ è andata in liquidazione e la situazione è stata incerta fino al raggiungimento dell’attuale patto con Carnegie, che di fatto la rileverà. Dovrebbe ora riaprire i suoi sportelli lunedì.

Aldo Ciummo

La Danimarca alla ricerca di partnership economiche in Italia

 

L’ambasciata in Italia si interessa soprattutto del settore Ricerca e Sviluppo, da tempo strategico nel panorama economico danese

Il 18 giugno l’ Ambasciata danese in Italia parteciperà alla conferenza internazionale su internazionalizzazione del capitale umano e competitività del territorio previsto a Trieste presso gli spazi di Area Science Park, una realtà italiana attiva nel campo della ricerca e dello sviluppo e con cui la rappresentanza danese in Italia ha deciso di stringere rapporti per rendere più efficace l’azione di aziende e joint venture.

In Danimarca, il 2% del prodotto interno lordo viene speso per le attività di ricerca e sviluppo, una impostazione che va incontro alle priorità elencate dall’Unione Europea (ma a livello continentale spesso disattese) e che trova nei governi che si sono succeduti a Copenaghen dei sostenitori fattivi.

L’ambasciata danese da tempo considera l’Italia un’area interessante per la presenza di centri di ricerca avanzati ed ha cominciato quindi a valutare la situazione commerciale di questo settore nello stivale, in vista della creazione di accordi tecnologici e partenariati, potenzialmente creativi di crescita per entrambe  le nazioni.

A questo proposito lo stato nordico, attraverso la propria rappresentanza, ha già preso parte alle giornate informative volute dalla Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (inclusa la conferenza internazionale “Europea Agricultural Policies Going Global” che si è svolta a Roma il 30 aprile scorso).

L’evento che si terrà a Trieste il 18 giugno si intitola invece “Internazionalizzazione del capitale umano e competitività del territorio: lancio del Welcome Office Friuli Venezia Giulia e presentazione del progetto Talents for an International House”: la Danimarca sarà presente con la speranza di costituire nel tempo veri partenariati economici in grado di rafforzare l’efficienza delle imprese danesi e italiane.

 Aldo Ciummo