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Da L’Aquila a Kajaani dialogano le università europee

 

 

I docenti Iapadre e Mori riferiscono dati interessanti su iniziative congiunte di atenei del continente capaci di coinvolgere tanti insegnanti e studenti anche in periodi molto difficili da gestire

A  L’Aquila l’impatto del sisma del 2009 ha compromesso gravemente la capacità dell’Università di ospitare studenti e docenti, dopo i problemi della vita accademica generati dai danni il 6 aprile, ma ha suscitato una serie di iniziative di cooperazione da parte di diverse università straniere, come riferito dal professor Lelio Iapadre (associato di Economia Internazionale e Delegato di Facoltà per le Relazioni Internazionali della Facoltà di Economia dell’Università de L’Aquila): “abbiamo cercato immediatamente di ricostruire un minimo di capacità di accoglienza e, pur tra molte difficoltà, siamo riusciti ad ospitare già nell’anno accademico 2009-2010 oltre settanta studenti. Si tratta in gran parte di studenti Erasmus, ma va considerata anche una dozzina di studenti pakistani nell’ambito del progetto Europeo Eureka. Nell’anno in corso il numero di studenti stranieri in entrata ha già raggiunto i cento e sono in preparazione altre attività di accoglienza di studenti extra-europei nell’ambito di progetti Erasmus Mundus e Tempus”.”

 Anche al di fuori delle convenzioni in vigore sono arrivate offerte da istituzioni ed università di paesi esteri in favore degli iscritti a L’Aquila: l’organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (OCSE) ha offerto all’ateneo un accordo per ospitare studenti del centro universitario abruzzese in tirocinio presso la sede di Parigi dell’organizzazione. La National Italian American Foundation (NIAF) ha messo a disposizione borse di studio per un anno di corsi presso il Sierra Nevada College.

 “Nell’ambito del programma Fulbright abbiamo ricevuto la visita del professor Charles D’Agostino, che ha tenuto lezioni e seminari sulla sua esperienza di sostegno allo sviluppo economico in aree colpite da catastrofi naturali – dice Iapadre – una delegazione di docenti e studenti del Politecnico di Osnabruk (Germania) ci ha fatto visita nel mese di maggio, ponendo le basi per un rapporto di collaborazione didattica e scientifica nei prossimi anni. ” Uno dei progetti più interessati di cui l’Università del capoluogo dell’Abruzzo è stata protagonista è quello di cui si è occupata la Vice Preside della Facoltà di Economia della Università degli Studi de L’Aquila, Margherita Mori, presso la Kajani University of Applied Sciences, School of Business, in Finlandia.

Durante il periodo dei seminari (tenuti in inglese da Margherita Mori, ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari dal 19 al 24 settembre 2010) sono stati trattati argomenti di carattere finanziario (Financial Developments in Italy, the Italian Banking System e Financial Innovation) e altri riconducibili al terremoto che ha devastato la città abruzzese il 6 aprile del 2009 (Redevelopment after a natural disaster, Principles of disaster managemente e Funding the recovery process). “I destinatari del corso erano gli studenti undergraduate del Finish Degree Programme e dell’International Degree Programme, circa 40 persone in ciascuna classe – ha spiegato Margherita Mori – il progetto rientra nell’ambito del programma Erasmus, gli studenti hanno mostrato profondo interesse e sensibilità, con riferimento alle problematiche scaturite dal terremoto all’Aquila e si sono appassionati alle vicende della ricostruzione, così come alla fase dell’emergenza.”

 L’iniziativa ha avuto un ulteriore seguito comunitario, presso la “South East European University” di Tetovo (Macedonia), dove la vicepreside dell’ateneo aquilano ha tenuto seminari specialistici sul turismo sostenibile, fra il 19 ed il 22 ottobre 2010, nell’ambito del progetto Tempus Satis (“Using Local Resources for Microregional Development – Sustainable Agribusiness and Tourism in the Southern Balkans”) di cui l’Università degli Studi de L’Aquila è partner. L’esperienza sviluppata a Kajaani in Finlandia è stata valorizzata nel modulo relativo a “Sustainable Tourism – Service Industry” il seminario “The case of Finland”.

“L’Università di Kajaani conta 2000 studenti e diversi corsi di laurea, con quattro principali aree di istruzione: School of Business, School of Tourism, School of Health and Sports e School of Engineering – riferisce Margherita Mori – le attività si svolgono su un ampio campus unitario e le strutture comprendono una fornitissima biblioteca, liberamente accessibile, non solo a studenti, docenti ed al personale universitario, ma anche agli abitanti, nell’ottica della prestazione di un servizio alla collettività. L’ orientamento alla internazionalizzazione è molto accentuato e la Kajaani University partecipa a numerosi programmi di scambi culturali.”

 Con il sistema universitario finlandese sono auspicabili quindi ulteriori collaborazioni, sia sul piano sia della didattica che della ricerca scientifica. L’impressione emersa a Kajaani infatti si riassume in termini di “student-centered learning”, sullo sfondo di un ambiente multiculturale nel quale si offrono i servizi agli studenti, abbinando teoria e laboratori, e stimolando il merito. L’obiettivo sembra alimentare la gioia di apprendere, più che “far rispettare il dovere” di studiare.

 Aldo Ciummo

L’Europa punta su ricerca e innovazione

 

Lunedì 19 luglio a Roma l’Unione Europea presenterà un pacchetto di bandi nell’ambito del programma dedicato alla ricerca ed all’innovazione.

 

L’Unione Europea sta finanziando il più grande programma del pianeta per la ricerca, con più di 53 miliardi per il periodo 2007-2013. Dall’inizio del programma fino ad oggi, sono stati investiti 12 miliardi di euro. I responsabili della politica europea, adottando la strategia 202o, hanno posto la ricerca e l’innovazione tra le priorità. Il 19 luglio, a Roma, la responsabile europea per la Ricerca, l’Innovazione e la Scienza, Màire Geoghegan-Quinn, illustrerà l’insieme delle opportunità di presentare proposte nell’ambito del settimo programma quadro riguardante la ricerca e l’innovazione.

Il finanziamento per il 2011, con sei miliardi di euro, sarà uno stimolo di cui sarà interessante vagliare il peso in fatto di creazione di posti di lavoro e di crescita economica nei settori colpiti dalla crisi mondiale, così come il massiccio trasferimento di risorse collettive ad ambienti elitari avvenuto negli ultimi anni viene insistentemente chiamato nel dibattito pubblico.

Occorre osservare che, al di là delle cifre indubbiamente significative che vengono citate, il modello europeo difficilmente vedrà un miglioramento delle condizioni socioeconomiche sperimentate da vaste fasce delle popolazioni, ultimamente costrette a scontri di piazza come in Grecia oppure poste sotto ricatto come gli operai delle automobili in Italia, se non si affrontano i nodi, strettamente collegati tra loro, della redistribuzione delle risorse (ormai inesistente nei paesi più arretrati dell’Unione tra cui uno degli stati fondatori, l’Italia, dove sta venendo meno di fatto anche la divisione dei poteri e la loro reciproca indipendenza, chiacchiere politicamente corrette a parte) e del loro utilizzo strategico, ad esempio in quei settori come l’Istruzione, la Sanità ed appunto la Ricerca che in alcuni paesi sudeuropei vengono oramai gettati, con una certa sufficienza, nel cassone dei ricordi.

Inutile dire che, senza la libertà dal bisogno e di conseguenza senza la concreta possibilità dell’esercizio dei diritti politici e del corollario di condizioni che li rendono effettivi (come la pluralità delle opinioni e della loro rappresentazione pubblica), gli obiettivi di Lisbona, spesso ripetuti nei documenti ufficiali senza un eccessivo interesse da parte di popolazioni comprensibilmente preoccupate da altri argomenti e legittimamente prive del tempo per studiare la storia delle istituzioni europee, restano conquiste reali nell’attuale grado di progresso sperimentato dalla UE, ma soltanto all’interno dei suoi palazzi più prestigiosi.

Benvenga a questo proposito la prospettiva di lanciare una strategia di innovazione per l’Unione Europea per creare la cosidetta economia innovativa ed affrontare sfide che, questo è vero, richiedono mezzi di conoscenza e di produzione duttili, fermo restando che per fare questo sarà necessario promuovere nei singoli paesi misure atte a rendere saldo lo stato di diritto e i diritti dei cittadini, anche perchè molto difficilmente questi ultimi avranno l’apertura mentale e le possibilità concrete di muoversi verso un contesto intellettuale e professionale internazionale e dinamico, se alle prese con ostacoli anche nell’usufruire di scuola dell’obbligo e cure pubbliche.  In tempi di economia avanzata, certezza del diritto, democrazia e diritti sociali sono la base per lo sviluppo delle società.

Aldo Ciummo

L’Itis Mattei di Urbino promuove le Energie Alternative

 

Il sito continua a seguire le iniziative ecologiche sul territorio di Pesaro ed Urbino già introdotte su queste pagine web alla fine del 2009 in attesa di avviare approfondimenti anche sugli istituti a Roma

 

I lettori di Skapegoat hanno incontrato l’ITIS “Mattei” alla fine dello scorso anno, in occasione degli eventi promossi dalle amministrazioni del territorio di Pesaro ed Urbino a dicembre assieme alle rappresentanze di nazioni alla avanguardia nella sostenibilità ambientale come Norvegia e Svezia, l’istituto superiore Mattei, difatti, aveva partecipato all’organizzazione con altre scuole della provincia ed il sito aveva seguito l’evento sul posto.

L’Itis “Mattei” di Urbino lavora da molti anni in fatto di energie rinnovabili e risparmio energetico, promuovendo progetti europei (FSE, IFTS, Leonardo, Comenius), iniziative didattiche e collaborazioni con le aziende del settore e con l’università.

Per il 22 maggio 2010, l’ITIS, in collaborazione con la Provincia di Pesaro ed Urbino, ha allestito un evento per far emergere ciò che già esiste sul territorio ed investire su progetti successivi: la Festa dell’Energia, occasione per le scuole secondarie e superiori della provincia per far conoscere i propri lavori, per le imprese di entrare in rapporto con il pubblico, per gli enti e le associazioni di aprirsi a collaborazioni con il pubblico.

l’Itis ha indetto un concorso e messo a disposizione di ogni scuola uno spazio riservato in cui esibire dei lavori. L’iniziativa si rivolge alle scuole, ai parenti degli studenti ed ai cittadini interessati.

Sono previsti diversi laboratori e conferenze, tra le quali un workshop intitolato “Scuole rinnovabili? Chi ci guadagna?”, incentrato sulle soluzioni percorribili ed economicamente vantaggiose per la ristrutturazione energetica dell’edificio, dato che l’intera manifestazione si basa sulle ricadute pratiche dei comportamenti quotidiani e della ricerca sulla sostenibilità delle attività comuni a tutti i cittadini sul territorio.

Aldo Ciummo

L’Istruzione nell’Europa delle regioni

Nei giorni 8 e 9 febbraio a Napoli si svolgerà il convegno “Regionalizzazione dei sistemi di istruzione e formazione”, organizzato dalla regione in collaborazione con la Facoltà di Sociologia dell’Università “Federico II” e l’Ais-Edu.

Un convegno per fare il punto sulle politiche di istruzione e formazione messe in campo in questi anni nel territorio regionale campano e per confrontarle con altre realtà nazionali ed internazionali: è l’occasione nella quale si incontreranno alcuni dei più accreditati esperti di politiche educative nel panorama nazionale.

Le regioni assumono un peso sempre maggiore nel contesto europeo delle riforme del sistema dell’istruzione. Difatti l’Unione Europea non ha ancora competenze ben definite in quello che resta un settore di competenza nazionale. In questa situazione si inserisce il ruolo delle regioni e delle provincie, di quelle realtà territoriali che sempre più spesso si trovano a giocare come degli apripista nel campo della integrazione continentale.

La riflessione è stata promossa dal Fondo Sociale Europeo della regione Campania con l’Ais-EDU e con la facoltà di Sociologia dell’Università Federico II , si parlerà infatti come prima cosa della governance regionale delle politiche educative, in una sessione dedicata a quanto fatto a Napoli in accordo con la strategia di Lisbona, in particolare riguardo all’investimento sulla conoscenza.

La discussione affronterà il problema dell’inclusione sociale e delle opportunità di accesso alla formazione professionale, le politiche sull’apprendimento permanente e sull’adeguamento dell’offerta scolastica alle realtà regionali. A questo proposito il confronto si sposterà soprattutto sull’università. Infine le due giornate daranno spazio anche ai progetti incentrati sulle nuove tecnologie.

Aldo Ciummo