DOPING Il ciclista pugliese sentito come persona informata dei fatti dal procuratore Torri: dietrofront dopo le voci di una sua ammissione di colpa

Stesso luogo – lo stadio Olimpico di Roma – in cui, 24 ore prima, il suo ex compagno di squadra, Riccardo Riccò, aveva dichiarato di essersi dopato allo scorso Tour de France. Una verità incontrovertibile, limpida, con cui gettare la faccia in pasto al pubblico.
Chi tuttavia sperava in una seconda eclatante mattinata di ammissioni si è presto scontrato con il silenzio e i «no», secchi, che il corridore pugliese ha spiattellato in faccia al procuratore Torri. «Sono stato interrogato solo come testimone – si è giustificato Piepoli, a margine di un interrogatorio durato circa quaranta minuti – ho detto quello che dovevo dire, niente di più, niente di meno». Troppo poco però da non accontentare affatto Ettore Torri, rimasto, anzi, decisamente deluso dalla scarsa vena collaborativa del pugliese: «Non ha detto nulla di importante relativamente all’istruttoria – ha lamentato Torri – Ha negato tutto». Sebbene poi lo stesso procuratore abbia precisato che il ciclista è stato sentito esclusivamente come «un testimone, non è indagato, non è positivo, l’abbiamo sentito come persona informata dei fatti». E prosegue la querelle.
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