Il ciclismo in Danimarca non è solo uno sport o una scelta ambientalista ma anche e soprattutto il mezzo di spostamento più rapido ed apprezzato: per questo i danesi hanno creato una ambasciata che rappresenta questo modo di vita nel mondo: e che ha firmato un patto con Roma perchè la città eterna diventi come Copenaghen
di Aldo Ciummo
Sono le due del pomeriggio all’Aranciera di San Sisto, uno degli spazi verdi che interrompono il traffico invernale di Roma, quando in mezzo agli invitati di un convegno sulla ciclabilità in Italia ed in Danimarca “Eco & the City” arriva in bicicletta Gunnar Ortmann, l’Ambasciatore danese a Roma: lui viaggia sempre così quando può ma ora non è l’unico ambasciatore del suo paese a stringere la mano ai rappresentanti della Siemens, di Enel e della Nissan (tutti interessati a vario titolo alla mobilità sostenibile).
E’ il 24 novembre e qui a Roma c’è anche Troels Andersen, che si occupa della “Cycling Embassy of Denmark”, ingegnere e pianificatore del traffico nella sua città, Fredericia, Andersen condivide con il regista Mikael Colville-Andersen (che nel 1997 ha creato la prima organizzazione europea per gli sceneggiatori, “Euroscreenwriters”) e con il presidente della Federazione Ciclistica Italiana Rocco Ruggiero l’idea che abitudini di vita favorevoli al risparmio energetico non si diffondono con lamentele eco-responsabili, ma cooperando attorno alle esperienze urbane che hanno funzionato in maniera visibile in Europa, situazioni che sono tante in Norvegia, Germania, Olanda, Svezia, Finlandia. In Danimarca i progetti per la ciclabilità hanno raggiunto risultati particolarmente radicati anche nella mentalità.
“Io sono a Roma da tanti anni ed amo molto visitarla in bicicletta, ma spero che si arrivi ad una Città Eterna meno condizionata dalle automobili – ha detto l’Ambasciatore danese in Italia Gunnar Ortmann nel corso dell’incontro promosso dalla Rappresentanza danese a Roma, dal Comune della Capitale italiana e sostenuto dalle aziende citate all’inizio di questo articolo – ricordo che anni fa andai in bicicletta ad un vertice della Fao nella capitale italiana e vedendomi su due ruote all’ingresso il personale non riusciva quasi a credere che io fossi un rappresentante di stato”.
Ma davvero si può ridurre il traffico fino a fare di tutta la capitale italiana una città a misura d’uomo in stile nordico? gli organizzatori e gli ospiti dell’incontro pensano di sì: “tra gli anni settanta e gli anni ottanta, in Danimarca la motorizzazione di massa si era fatta strada come in molti altri paesi dell’Europa occidentale – riferisce Colville-Andersen che la mobilità cittadina la studia da anni – ma le politiche dei trasporti degli ultimi trenta anni hanno riportato il ciclismo, inteso come sistema di spostamento delle persone, al centro della vita cittadina a Copenaghen, Odense, Fredericia ed in tutta la nazione, perchè quello che occorre non è un territorio in cui poter pianificare da zero le infrastrutture, ciò che serve davvero è la volontà politica”.
E la Danimarca di oggi risente evidentemente di questa convinzione, perchè il 16% di tutti gli spostamenti nel paese sono su due ruote e senza motore, così come il 24% dei viaggi che coprono meno di 5 chilometri, che sono poi quelli che spesso fanno la differenza nell’intasare uno spazio urbanizzato. Quasi la metà dei ragazzini va a scuola con questo economico mezzo, la qualità dell’atmosfera ne guadagna. Dal 1993 ad oggi sono stati stabiliti in Danimarca undici percorsi ciclabili su scala nazionale, che coprono un totale di 4.233 chilometri (in un paese di 43.070 kmq). La classe dirigente apprezza: Margrethe Vestanger, leader del Social Liberal Party, fa dieci chilometri al giorno pedalando. “In alcune occasioni non è pratico viaggiare così, ad esempio se devi andare a un party con la regina e sei vestita di conseguenza – ha scritto Margrethe Vestanger ai rappresentanti dell’Ambasciata del Ciclismo Danese – ma per il resto è un’abitudine che ti consente di stare molto più a contatto con la gente e di sentirti parte della strada”.
La larghezza standard delle piste ciclabili in Danimarca (poco più di due metri) garantisce abbastanza sicurezza e consente una conversazione tra compagni di tragitto. L’evento organizzato a Roma ha visto la partecipazione di Fabio De Lillo, assessore alle Politiche Ambientali del Comune e di Giovanna Rossi del Ministero dell’Ambiente (che sta investendo 186 milioni in 14 aree urbane in Italia per cofinanziare l’acquisto di biciclette e la realizzazione di piste ciclabili). La giornata è stata per molti una occasione di vedere esposte alcune biciclette e prototipi di automobili ecologiche e soprattutto di visitare la mostra “Dreams on Wheels” che l’italodanese Thomas Ermacora, geografo, sta portando in diverse città europee.
A Copenaghen la quantità di persone che si sposta in bici è cresciuta dal 2006 al 2008, dal 36% al 37% (secondo il “Bicycle Account 2009”, che l’anno scorso ha fotografato il panorama della mobilità nella capitale danese), mentre il 31% utilizza l’automobile, il 28% i trasporti pubblici (autobus e treni) e un 4% si sposta abitualmente a piedi. Zone intere della città (quelle la cui struttura rendeva meno sicuri i movimenti di chi lavora o studia) vengono oggi ridisegnate, è il caso dell’incrocio tra H.C Andersen Boulevard e Jarmers Plads.
Una curiosità, notata da molti visitatori, è la presenza delle cosidette bici-cargo, che hanno di lato oppure davanti (o dietro) una piccola struttura che ricorda il posto passaggero dei sidecar e che trasporta accanto al guidatore un bagaglio o in alcuni casi un compagno di viaggio. Copenaghen ha più biciclette che abitanti (le due ruote sono 560.000 e i residenti 519.000) e vanta oggi quasi 35.000 parcheggi appositi. Alla luce di una cultura così radicata e comprensiva di risparmi economici ed ambientali, vantaggi privati e pubblici, origini nella storica vicinanza alla comunità e all’ambiente, non stupisce che accanto all’Ambasciata ufficiale rappresentata a Roma da Gunnar Ortmann, ne sia citata sempre più spesso un’altra con sede in Danimarca: l’Ambasciata del Ciclismo che ha inviato Troels Andersen a Roma.
Nato solo nel gennaio del 2009, questo network flessibile formato da compagnie private, autorità locali, associazioni non governative, ha già avviato contatti in tutto il mondo. L’azione civica a favore di quartieri a misura d’uomo ha ottenuto risultati ulteriori, nel solco di una tradizione tutta danese: la città di Aarhus vedrà investire milioni nella ristrutturazione del suo traffico, dove il ruolo del motore sarà sensibilmente ridotto, mentre realtà pilota come Frederiksberg, che nel paese è il più piccolo municipio ma con la più alta densità di abitanti fanno leva sulle ridotte distanze per sperimentare scelte ancora più popolari di mobilità non inquinante.
“Gli spostamenti in bicicletta sono cresciuti di un quinto e sono diventati più sicuri nella stessa percentuale, speriamo che tutti coloro che si trasferiscono in Danimarca conoscano rapidamente il perchè di abitudini che fanno parte della nostra storia recente e le condividano” ha detto Troels Andersen a Roma.
Nella giornata, l’Ambasciatore a Roma Gunnar Ortmann (che in questa occasione rappresentava anche la particolarissima ambasciata di cui si è parlato) e l’Assessore cittadino alle Politiche Ambientali Fabio De Lillo hanno firmato un patto per migliorare la ciclabilità del paese nordico e di Roma, che, attraverso gli esponenti dell’Amministrazione comunale presenti, ha riconosciuto il patrimonio di esperienza urbanistica maturato a questo proposito in Danimarca e la sua utilità come stimolo, nonostante la struttura molto diversa del territorio romano: si potrebbe aggiungere, la capitale italiana non sarà tanto presto così eco-friendly come Copenaghen, ma fa bene a cominciare a valorizzare gli spazi liberi dal traffico che tuttora ne fanno una delle città con più verde in Europa.
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