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Irlanda: i servizi sociali rivedono l’assistenza ai genitori “single”

 
 
 

Il degrado nella maggior parte dei quartieri è fortunatamente un lontano ricordo: i servizi sociali hanno avuto la loro parte nello sviluppo ma oggi si pensa a ripensarne l'impianto laddove non hanno dato i risultati sperati

La crisi ha colpito duro il budget del Governo, ma il Ministero della Famiglia e degli Affari Sociali vorrebbe introdurre una revisione generale del sistema assistenziale che nella Repubblica ha sollevato più volte critiche, per gli scarsi effetti positivi nel reinserimento nel mondo del lavoro e nella rete sociale.

Adesso potrebbe accadere che il Governo decida di ridurre gli anni di sostegno per i genitori, un modo per incoraggiarli a una maggiore iniziativa individuale ma forse soprattutto un modo per fare cassa in tempi di crisi.

A Dublino, perlomeno nelle aree più periferiche, non è difficile imbattersi in qualcuno che critica l’eccessiva generosità dello stato verso una parte della popolazione urbana, che poi è la parte un pò più da “cartolina” sia pure non delle più amene. I problemi di dipendenza dagli alcolici non sono generali ma esistono, tuttora accompagnati in alcune aree da una situazione in cui i giovanissimi debbono crescere praticamente da soli. Tutto ciò sta rapidamente cambiando in meglio e già negli ultimi cinque anni il volto dell’Irlanda si è ulteriormente trasformato, cancellando gran parte dei segni dei disagi passati che già dagli anni ottanta al duemila erano stati decimati lasciando il posto allo sviluppo.

Situazioni paradossali, specialmente in periferia, permangono e qui si è inserito nel dibattito sul ruolo dello stato l’intervento di Mary Hanafin, la quale è Ministro per la Famiglia e gli Affari Sociali e che oggi in una intervista al giornale “The Irish Times” ha detto sostanzialmente: meglio non pagare più il genitore che è rimasto da solo fino al raggiungimento del ventiduesimo anno di età da parte dei figli che stanno ancora studiando, ma erogare i sussidi soltanto fino a tredici anni. Dopo, è stata l’argomentazione, i ragazzi spenderanno più tempo a scuola e il genitore avrà a sua volta più tempo: anche per cercarsi un lavoro o un lavoro migliore.

Non è un sasso nello stagno completamente astratto dal sentire comune dell’irlandese medio. Guardando le periferie, molti pensano che garantire 225 euro alla settimana al genitore rimasto da solo con un figlio o una figlia come fa lo stato in Irlanda non assicura nulla sull’utilizzo che questa madre o questo padre farà della somma assegnatagli, sulla sua formazione professionale o su quella culturale della prole. Inoltre l’attuale sistema irlandese, che porta questo aiuto fino ai 18 anni e nel caso evidenziato all’inizio a 22, è molto più “sociale” ad esempio di quello inglese, che per la maggior parte dei casi si ferma all’età di 7 anni. Ma che non è detto che il metodo inglese funzioni di meno, socialmente.

Beninteso, se è vero che uno stato eccessivamente diligente verso chi è rimasto solo con figli potrebbe perfino rappresentare un freno alla ricostituzione di una vita completa da parte dei soggetti assistiti (Mary Hanafin afferma che addirittura qualcuno potrebbe pensarci due volte a costruire di nuovo la famiglia con un nuovo compagno), lo stesso Ministro ammette che dare almeno fino al completamento della prima parte degli studi un supporto al genitore significa aiutarlo a programmare una formazione professionale e dove necessario un reinserimento per sè stesso e indirettamente per i figli.

Più di 87.000 persone (l’Irlanda ha circa quattro milioni di abitanti) ricevono il sussidio in questione, discussioni sulle attitudini umane in fatto di iniziativa autonoma o dipendenza pubblica a parte, ridurne drasticamente il numero in tempo di crisi ed in presenza di scarse opportunità di trovare o migliorare posizioni professionali significa influire in maniera quantitativamente negativa anche sull’economia. Ma la discussione sul tema è qualcosa che in Irlanda sarebbe bene iniziare.

Aldo Ciummo

All’azione europea sugli stupefacenti hanno contribuito varie associazioni della società civile

Graffiti. Le associazioni che si trovano di fronte ai problemi più urgenti dei quartieri sono spesso anche le organizzazioni spontenee, scuole, palestre, gruppi grafici. L'Europa è svuotata di partecipazione democratica se non riesce a raccordarsi e ad essere diretta espressione dei territori. L'area del Centro Italia, con Roma, Napoli, L'Aquila e la metropoli diffusa che è il suo hinterland è un tipico esempio di laboratorio di scambio tra Mediterraneo, Europa Continentale e Scena Internazionale

L’evento che si è svolto presso lo Spazio Europa l’ 11 dicembre ha coinvolto molte associazioni che in questi anni stanno facendo la loro parte per contenere il problema delle dipendenze. Qui si riporta soltanto l’azione di alcune di queste realtà, quelle più legate all’aspetto dell’istruzione.

“The Spot” sta organizzando per l’ 8 maggio una iniziativa, “Write 4 Gold” una tappa nazionale di un prestigioso evento incentrato sui graffiti. In questa occasione sarà eletto il gruppo che rappresenterà l’Italia ai campionati del mondo di Lipsia, l’iniziativa coinvolgerà almeno 2000 persone nelle previsioni dei promotori.

“Ilbucodellozono” rappresenta l’attivismo locale di Ostia ponente e unisce gli sforzi di docenti e studenti dell’area, il 20 settembre di quest’anno l’associazione ha organizzato uno spettacolo hip hop ispirato all’Eneide di Virgilio, presa a spunto di una filosofia di vita positiva e proiettata a raggiungere obiettivi attraverso la creatività.

La scuola di formazione professionale CFP Pasolini si sta muovendo invece attraverso una serie di incontri tra questo dicembre ed il prossimo marzo e l’ottica è quella di un progetto costruttivo all’interno dei quartieri ed anche tra coetanei.

E’ significativo che le iniziative siano state presentate nello Spazio Europa di Roma, la partecipazione in grado di riempire e democratizzare la crescita del continente è qualcosa che parte dalla vita dei territori, dei nostri quartieri dell’area del centro Italia, di Roma e area metropolitana nel nostro caso e che si sviluppa coerentemente soltanto con un raccordo continuo con il resto d’Europa.

La manifestazione dell’ 11 dicembre era dedicata a tutto il complesso delle politiche messe in atto dalle istituzioni europee per limitare e contrastare il consumo e la diffusione degli stupefacenti che però si ricorda non sono un fenomeno chiuso in sè stesso ma che si alimenta degli squilibri nella distribuzione delle risorse, dello scarso accesso della popolazione alle decisioni e della difficoltà di mantenere una qualità significativa della socialità negli stati in assenza di integrazione reale.

Aldo Ciummo