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La Spagna da gennaio presidente di turno Ue

 

L'Unione Europea è un progetto vivente in corso di crescita anche territoriale e di definizione e ridefinizione della propria identità e dei propri mezzi: da una parte lo snellimento istituzionale determinato dal Trattato di Lisbona e dall'altra l'eccezionale impegno della Svezia nel semestre della Presidenza di turno (in linea con un contributo molto significativo di stimoli e progetti da parte dell'intera area nord europea specialmente Uk, Danimarca, Finlandia e in cooperazione dall'esterno, con lo Spazio Europeo, Norvegia e Islanda) hanno reso possibile una straordinaria accelerazione nei sei mesi appena passati. I progetti avviati saranno oggetto di approfondimenti tematici sulle pagine del sito.

Venendo ad assumere ora il ruolo che spetta per sei mesi a rotazione a ogni paese della comunità, la Spagna potrà contare sull’enorme lavoro svolto in questi mesi dalla Presidenza Svedese e su un ingranaggio istituzionale che è stato modificato in profondità dal Trattato di Lisbona.

La Spagna ha assunto, con l’inizio del 2010, la presidenza di turno della UE. In realtà lo stato iberico avrà meno poteri, perchè nel frattempo il Trattato di Lisbona ha cambiato il sistema istituzionale della Comunità.

 Ora l’Unione Europea ha infatti un presidente permanente, che resta in carica due anni e mezzo, il primo è Herman Van Rompuy, premier belga che ha recentemente evitato l’impasse nel governo di Bruxelles dovuto al mancato accordo tra partiti fiamminghi e partiti valloni.

Ed ha un ministro degli Esteri, Catherine Ashton, che è una donna inglese che ha svolto una opera egregia nel sociale e nella politica del suo paese, la Gran Bretagna, paese la cui importanza nel cuore della Unione Europea è destinata ad essere riconosciuta, con il progresso del continente e la progressiva marginalizzazione delle tendenze centraliste degli stati fondatori.

Quella della Spagna è una posizione in qualche modo difficile, trattandosi di uno stato che in alcune fasi delle trattative che hanno preceduto il Trattato Lisbona ha creato più polemiche che altro, allineandosi anche a richieste eccessive di alcuni paesi dell’est come la Polonia.

Sulle spalle dello stato iberico c’è anche una eredità difficile da emulare, perchè la presidenza che si sta chiudendo, gestita con molto impegno dalla Svezia, ha portato all’Europa parecchi risultati, l’elaborazione di strategie lungimiranti in fatto di istruzione, ambiente ed impresa e difatti anche su queste pagine i lettori troveranno nei primi mesi dell’anno appena iniziato servizi dedicati nel dettaglio e nello specifico al lavoro svolto da Stoccolma.

Ma occorre sottolineare anche la novità strutturale apportata dal Trattato di Lisbona, con lo snellimento delle procedure decisionali e la facilitazione delle iniziative con le quali si esprime la partecipazione dei cittadini nella politica del continente, sforzi istituzionali portati avanti dalla Commissione Barroso e dalle pressioni del Parlamento Europeo, organo il cui ruolo in crescita indica una possibile democratizzazione di un progetto, l’Europa, ancora molto distante dalla vita dei suoi milioni di cittadini.

Non a caso, accanto alle prospettive dei paesi nordici e di tutta quell’area nord dell’Europa dentro e fuori la UE istituzionale, vicino alla trasformazione della politica avviata dalla crescita della partecipazione femminile e al mutamento della società grazie alle immigrazioni, il sito terrà un occhio, anche retrospettivo, a ciò che le novità introdotte dal Trattato di Lisbona significano in pratica, sono proprio queste ristrutturazioni dell’archittettura europea, se così si può dire, che rendono più efficaci anche nel lungo periodo le iniziative positive che la Svezia ha messo in campo in quest’ultimo semestre e di cui ci sarà bisogno di seguire il percorso anche nel 2010 perchè non sono state pensate per un mese o per un anno in particolare ma per fornire un apporto  ragionato al futuro dell’Europa.

Comunque, la Spagna ha espresso, nell’acquisire la carica per i prossimi sei mesi, le sue priorità: il primo ministro Jose Ruiz Rodriguez Zapatero ha elencato il miglioramento delle relazioni con l’America Latina, la cooperazione con la Croazia per una rapida adesione, la cura delle relazioni con la Turchia. La Spagna di fatto presiederà soltanto la riunione dei ministri degli Esteri europei, appunto perchè il Trattato ha cambiato tutto il sistema e non sarà più la presidenza di turno ad essere al centro, anche se si è deciso di lasciare per il momento la rotazione.

Aldo Ciummo