Dopo le elezioni europee ed amministrative nella Repubblica vacilla il monopolio centrista del Fianna Fàil, i liberisti del Fine Gael spingono per il ricambio, avanzano le sinistre e si ferma l’inventore del no a Lisbona, in Ulster invece lo Sinn Fein ha ottenuto un risultato storico diventando il primo partito
di Aldo Ciummo
Il doppio colpo ricevuto dal partito di governo centrista Fianna Fàil a Dublino da una parte ha permesso ai suoi avversari liberisti del Fine Gael di diventare il primo partito nelle europee, dall’altra ha messo in luce una grande e articolata crescita della sinistra locale nell’altra competizione fatale all’immagine del premier Brian Cowen, le amministrative. A Dublino il Labour ha superato tutti ottenendo 19 consiglieri su 51 ed esprimendo il sindaco, Emer Costello, ed il vicesindaco Kevin Humphreys. La sconfitta per il Fianna Fàil anche da parte del Fine Gael è stata anche più dura rispetto al voto politico delle europee, solo 6 eletti a fronte di 12.
Nelle elezioni europee il Labour è arrivato terzo, ma ha sottolineato la propria aspirazione a partito di massa avvalorandola soprattutto nell’est, intorno a Dublino e fortemente in città. Se il Fianna Fàil ha vissuto il voto nel suo complesso o come un giudizio sulla gestione della crisi economica ma anche su quel rapporto privilegiato con i ceti medi e popolari che faceva del Fianna Fàil il partito quasi eterno di governo con la sua formula che univa conservativismo e assistenzialismo, drasticamente ridotto per fare fronte alla crisi, a Dublino il Labour ha raggiunto nel voto per il Parlamento Europeo il 20 per cento, eleggendo così Proinsias De Rossa, la cui storia parte da Democratic Left, (una costola riformista del vecchio partito marxista Workers Party nato da una parte di sinistra dell’Ira degli anni settanta).Democratic Left si unì al Labour negli anni ’90 senza apportare grandi consensi, ma De Rossa è diventato uno dei personaggi trainanti del Labour. Il Fine Gael guidato da Enda Kenny batte le forze del premier Brian Cowen 29 a 23 per cento, ma questo da solo non basterà a farne il partito che succederà al potere del Fianna Fàil, abituato a percentuali quasi doppie alle attuali.
Scelte europee ed amministrative a Dublino hanno battuto entrambe un colpo in positivo per l’estrema sinistra, che qui ha colto il suo successo più significativo mandando un outsider in Parlamento Europeo, Joe Higgins, il trotzkista che facendo si potrebbe dire il percorso inverso rispetto a Proinsias De Rossa, abbandonò il Labour per formare il Socialist Party, che ha raccolto a Dublino il 12 per cento dei consensi: molto radicato su questo territorio urbano, per un decennio tra 1997 e 2007 ne è stato tra i rappresentanti nel parlamento nazionale. Nel consiglio comunale sono andati abbastanza bene lo Sinn Fein che ha portato in aula sette consiglieri, il People Before Profit Alliance che è una sorta di gruppo civico in stile social forum che un pò dappertutto nelle città si è fatto vedere a partire da battaglie su temi locali e legati all’estensione dei diritti ed alla partecipazione che ce ne ha portati due e vari indipendenti.
In ogni caso queste elezioni europee segnano evidenti trasformazioni della geografia elettorale sia in Irlanda che in Ulster. Declan Ganley, che creò Libertas per opporsi al trattato di Lisbona e ci riuscì col referendum di giugno non è riuscito a farne un progetto politico radicato in Irlanda, si è fermato al 6 per cento e ha dichiarato che abbandonerà la politica. I Verdi sono stati quasi cancellati dall’alleanza di governo, sotto al 2%. Il Labour, gruppo che più volte ha lavorato con il principale partito di opposizione raccogliendo percentuali intorno al 10-12 per cento, con Eamonn Gilmore come leader si è orientato a candidarsi autonomamente come alternativa, avendo raggiunto il 14% in queste consultazioni, grazie soprattutto al risultato della circoscrizione di Dublino. Sempre a Dublino il Fine Gael, primo partito in tutta la Repubblica nelle europee, ha eletto Gay Mitchell. Il Fine Gael avrà quattro europarlamentari, il Fianna Fàil tre ed anche il Labour ne avrà tre. Oltre al parlamentare di sinistra Joe Higgins ce l’ha fatta anche una indipendente nel nordovest. Lo Sinn Fein, il partito dei repubblicani che vuole la riunificazione dell’isola, pur non eleggendo nessuno al sud per il parlamento Ue è cresciuto fino ad arrivare all’undici per cento, contemporaneamente alle buone notizie che ha avuto dal nord.
Per la prima volta in assoluto lo Sinn Fein è diventato la prima forza dell’Ulster col 26 per cento dei voti grazie alle divisioni del campo unionista protestante, dove i duri e puri di Ian Pasley (il Democratic Unionist Party trainato al 18% da Diane Dodds) subiscono la concorrenza del Traditional Unionist Party (13%), ostile al processo di pace che vede il DUP insieme allo Sinn Fein nell’esecutivo dell’Ulster. L’UUP, (unionisti moderati) si è fermato al 17 e l’SDLP (repubblicani di centro) al 16. Nell’Irlanda del Nord cominciano ad affacciarsi forze estranee ai due campi nazionali, come i verdi (intorno al 3 per cento). E’ il segno di una maggiore attenzione a problemi “laici” e concreti come scuole, ospedali ed ambiente.
Riguardo alle altre circoscrizioni europee della Repubblica, nel Nord Ovest è stato il Fianna Fàil a prevalere e dovrebbe eleggere Pat “the cope” Callagher, mentre un altro Higgins, Jim, da non confondere col “rosso” Joe di Dublino, andrà a Strasburgo per il Fine Gael. Anche Marian Harkey, indipendente, pare avercela fatta, i dati da questa circoscrizione sono in ritardo. Qui Declan Ganley ha raccolto ben il 13 per cento con la sua creatura politica, Libertas, ma questo non è bastato all’imprenditore che combatteva il Trattato di Lisbona, per ottenere un seggio. Nel Sud, che comprende anche buona parte dell’ovest, e dove la competizione ha visto andare bene lo Sinn Fèin (13%) il Fine Gael ha eletto Sean Kelly, il Fianna Fàil Brian Crowley e il Labour Alan Kelly. La circoscrizione Est è stata indicativa delle tendenze nazionali, con un Fine Gael che ha quasi doppiato il FF arrivando al 40 per cento e un risultato del Labour vicino a quello di Dublino. Sono stati eletti Mairead McGuinness per il Fine Gael, Nessa Childers del Labour e Liam Aylward per il Fianna Fàil. Tutti gli indipendenti hanno raccolto in Eire circa l’undici per cento del voto. In Irlanda gli elettori esprimono tre preferenze, in modo che se la prima scelta non ha possibilità di raggiungere la soglia necessaria oppure il voto eccede una soglia già raggiunta dal candidato, si conta il suo secondo voto, fino al terzo se anche il secondo non è stato “fortunato”, per permettere la maggiore rappresentanza possibile.
Quanto all’Ulster, Bairbre De Brun è stata eletta per lo Sinn Fèin, Jim Nicholson per gli unionisti moderati (Uup) e Diane Dodds per il DUP, che fino a ieri era il partito dei duri e puri (si erano opposti agli accordi del Venerdì Santo firmati nel 1998 dal premier David Trimble, dell’Uup e avevano conquistato la maggioranza su questa base intransigente prima di arrivare alla formazione di un governo di unità nella primavera del 2007). Oggi la bandiera dell’Union Jack sventola in mano a Jim Allister, del Traditional Unionist Party, che pur non raggiungendo un seggio, col 13% rappresenta quella parte della comunità unionista che non accetta l’entrata dello Sinn Fèin e quindi dell’Ira nelle istituzioni.
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