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Europa: il regime bielorusso se la prende anche coi minori

 

Finalmente il Parlamento Europeo si sveglia sulla situazione di un paese confinante con la Comunità e rimasto congelato nel passato sovietico: l’assemblea di Strasburgo chiede il rilascio dei prigionieri politici

L’ultima puntata degli orrori istituzionali provenienti dallo stato bielorusso è il tentativo delle autorità di mettere sotto custodia Dani, che ha tre anni ed è il figlio del candidato alle presidenziali Andrei Sannikov e della giornalista Irina Khalip (i genitori sono stati arrestati durante le elezioni). Attualmente il bambino vive con la nonna ed è probabilmente il più giovane bersaglio di un sistema che l’obiettivo lo ha puntato, in molti casi non metaforicamente, contro decine di oppositori.

L”Unione Europea deve imporre divieti di soggiorno e blocco di beni per funzionari, magistrati e ufficiali di sicurezza bielorussi coinvolti nella repressione avvenuta dopo le elezioni svoltesi a dicembre in condizioni del tutto inaccettabili per gli standard occidentali: questo giovedì il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che sostiene queste misure ed il condizionamento del loro ritiro alla liberazione degli esponenti d’opposizione incarcerati. Come al solito bisognerà vedere come gli organi esecutivi della UE recepiranno le decisioni di un’assemblea eletta ancora troppo poco determinante nel continente.

Il Presidente del Parlamento Europeo, Jerzy Buzek, assieme a commissioni e delegazioni parlamentari, ha rilasciato una dichiarazione congiunta in linea con le richieste degli eurodeputati. Nel documento elaborato dai rappresentanti delle popolazioni europee si ipotizza anche l’utilizzo di sanzioni economiche mirate contro il governo bielorusso.

Bisogna considerare però l’impatto che il blocco degli aiuti finanziari del Fondo Monetario Internazionale, della BEI (Banca Europea per gli Investimenti) e della BERS (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) sortirebbero su una popolazione che già subisce le politiche del regime e le conseguenze che queste portano da anni in termini socioeconomici.

L’Unione Europea si sta muovendo per facilitare l’ingresso nell’Unione a cittadini provenienti da stati come la Bielorussia e rafforzare il sostegno finanziario ai media indipendenti come TV Belsat, Radio Europea per la Bielorussia o radio Racja ed alle Organizzazioni Non Governative che promuovono la crescita di istituzioni democratiche nell’area. Il Parlamento Europeo chiede alla Commissione Europea di sospendere ogni cooperazione con i mass media statali del paese che hanno espulso tutte le comunicazioni provenienti da organizzazioni indipendenti della società civile.

Aldo Ciummo