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L’austerità a senso unico aggredisce gli studenti

Gli esecutivi di destra tecnica attaccano l’istruzione, togliendo risorse al futuro per affidarle alla deregolamentazione e danneggiando il paese

Autunno dopo autunno si ripetono scene che vedono studenti di liceo e di università trattati con metodi polizieschi nelle piazze italiane, col solito strascico di richiesta di leggi securitarie da parte della consueta fascia di destra dello schieramento di grande coalizione tecnica. Ci sarà pure un motivo se in fatto di ricerca e sviluppo e in materia di energie alternative l’Italia arranca, dietro ad un numero consistente di stati più avanzati, che in tempo di crisi hanno ritenuto di rafforzare (e non di dissestare) l’istruzione ed hanno avuto tanta ragione che oggi trainano da soli tutta la UE.
Ma è un pò in tutta Europa che le destre conservatrici e coalizioni tecniche relegano studenti, professionisti, disoccupati e precari al ruolo di destinatari di campagne elettorali sempre meno convincenti,  tagliando contemporaneamente risorse all’istruzione, all’università, alla cultura, alla ricerca e soprattutto alle opportunità per la parte della popolazione che non è bocconiana di nascita (e a tutti quelli che probabilmente non frequenteranno le facoltà private, religiose, aziendali, specie in tempi di recessione).
E’ incerto se i maturandi, guardando alla situazione dei fratelli maggiori laureati, trovino il fegato di iscriversi alle università che a causa delle destre populiste e tecniche non assegneranno più borse di studio, ma presenteranno invece un salato conto in termini di tasse, il tutto sempre sovrastato dalla continua proposta della destra montiana, avvallata da quella berlusconiana, di abolire il valore legale del titolo di studio per favorire direttamente i dottori delle università cosidette prestigiose (cioè supportate dai privati, a pagamento e riservate ad una piccola parte della società italiana).
Non si vede proprio come si fa a non essere solidali con gli studenti di liceo e di università, lasciati soli dalla carente politica italiana a scontrarsi con una deprivazione di futuro (costituito dai mezzi culturali per competere nella società) tanto più grave perchè avviene in un paese come l’Italia, già fortemente arretrato in tema di istruzione e ricerca, come registra qualsiasi statistica da anni.
Un altro motivo per il quale gli studenti che coraggiosamente reagiscono (con una scarsissima attenzione della politica) meritano solidarietà è che mentre loro vengono trattati come sovversivi dai governi dell’austerità a senso unico (che protegge i più facoltosi e ripudia le patrimoniali), l’Italia si impoverisce con loro della risorsa più preziosa, l’istruzione, che non è solo il mezzo al quale secondo la Costituzione italiana avrebbero diritto per sviluppare il proprio futuro, ma è anche il valore aggiunto con il quale i paesi civili in quasi tutto il mondo occidentale stanno contrastando la crisi economica e ne stanno uscendo.
Danneggiare istruzione, sanità, ricerca, solidarietà, per proteggere invece prepotenze e feste di quella parte di Italia che promette venti miliardi di investimenti (e poi ne impiega uno contestualmente ad una campagna di smantellamento dei diritti dei lavoratori) non è solo un attacco premeditato da parte degli autori della crisi economica agli studenti di liceo e di università giustamente preoccupati per la desertificazione del loro futuro (programmata dalla destra tecnica e dalla destra populista con importanti appoggi confessionali ed ex-democratici) ma è anche una scelta in grado di compromettere gravemente la crescita dell’Italia, già arretrata a causa del numero esiguo dei laureati e della aperta ostilità del sistema paese a questi ultimi, segno distintivo negativo nei confronti di molti paesi vicini (e non) più sviluppati e sicuramente più proiettati verso il futuro. Poche forze politiche come Prc, IdV, Sel, Fiom esprimono la propria solidarietà a questa parte importante della società rappresentata dagli studenti.
Aldo Ciummo

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Germania, progressisti in maggioranza

 Dopo la vittoria di oggi nelle elezioni in Nordreno Westfalia, Socialdemocratici verso la maggioranza assieme agli ambientalisti

Sarebbe davvero difficile evitare di attribuire a questo nuovo tonfo dei conservatori in Germania, che si aggiunge ad esiti simili nelle consultazioni presidenziali ed amministrative che si sono svolte in diversi paesi della UE in queste ultime settimane, il significato evidente di svolta nel ciclo politico europeo che un pò tutti avvertono: stanno tornando le condizioni per un quadro politico progressista nella UE. Nel NordReno Westfalia, una delle regioni più popolose della federazione tedesca, i Socialdemocratici toccano il quaranta per cento, mentre la Cdu si ferma attorno al ventisei per cento.

I Verdi, con il loro dodici per cento, sono in grado di determinare una maggioranza progressista sommandosi al partito socialdemocratico, guidato in NordReno Westfalia da Hannelore Kraft. Un’altra novità significativa è la prova di vitalità data dai Liberali (Fdp), guidati nella regione dall’ala di sinistra dell’Fdp, favorevole ad accordi con le sinistre. In queste elezioni per il Parlamento regionale (la Germania è a tutti gli effetti uno stato federale) i Liberali sono arrivati infatti all’otto e mezzo per cento, ribaltando i pronostici di alcuni mesi fa che davano il partito per invischiato in una crisi irreversibile.

Il Partito dei Pirati, nato con una piattaforma incentrata sull’importanza della trasparenza e della democrazia diretta, ha avuto un buon risultato, intorno al sette e mezzo per cento. Riguardo ai partiti minori, anche in Germania l’album dei ricordi non aiuta: la Linke con il due e mezzo per cento è molto lontana dall’ingresso nell’assemblea che è stata eletta. Solo una settimana prima, mentre un altro stato tedesco faceva traballare il governo Merkel, in Francia l’alleanza nel voto di Hollande e Melenchon archiviava quella che era stata una presidenza forte del Centrodestra e nel Regno Unito i Laburisti ponevano le basi per un contrasto efficace all’esecutivo di Cameron, senza dimenticare l’affermazione delle sinistre in Grecia (Syriza) e le basi per un laboratorio progressista che sono state poste in Italia con il successo delle liste di centrosinistra in decine di città che hanno un ruolo pesante nei rispettivi territori, con la riuscita di amministratori di Sel, IdV, Pd, Prc.

Anche in Germania il successo delle liste civiche e di nuove forze politiche, se sottratto come risultato elettorale al computo generale dei consensi lascia invariato il dato principale, il crollo delle compagni conservatrici e l’affermazione di una nuova sintesi tra forze di sinistra, radicali e progressiste. Nel NordReno Westfalia infatti Socialdemocratici e Verdi insieme hanno il cinquantadue per cento, come lo ha avuto Francois Hollande convincendo anche l’area elettorale di Melenchon in Francia e come lo avrebbe avuto Ken Livingstone a Londra se ai suoi voti si fossero sommati quelli degli ambientalisti o se i consensi del Labour che hanno portato alla maggioranza progressista nel consiglio comunale della capitale fossero andati anche al primo cittadino.

Aldo Ciummo

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Cosa può fare l’Italia per rilanciare la UE?

Sabato a Roma la “Convenzione sul ruolo dell’Italia per rilanciare l’obiettivo della Federazione Europea”

Il 13 gennaio 2012 si svolge la conferenza stampa organizzata dal Movimento Federalista Europeo (MFE) e dalla Gioventù Federalista Europea (GFE) in vista della “Convenzione sul ruolo dell’Italia per rilanciare l’obiettivo della Federazione Europea” promossa dal movimento federalista e dalla sua sezione giovanile e previsto per sabato mattina, il 14 gennaio, presso il Teatro Capranica di Roma. Alla conferenza stampa di venerdì, alla sala stampa della Camera dei Deputati (via della Missione 4) interverranno Lucio Levi (presidente del Mfe), Sandro Gozi (presidente intergruppo parlamentare per la federazione europea), Paolo Acunzo (vicesegretario del Mfe) e Tommaso Visone (direzione nazionale Gfe).

Verranno illustrati i punti principali al centro dell’iniziativa e sarà presentata l’iniziativa che si terrà a Roma in occasione del vertice Monti-Merkel-Sarkozy il 20 gennaio 2012. Per il Movimento Federalista Europeo, che non è un partito ma un’associazione di cui fanno parte persone di tutti gli orientamenti convinte della necessità di accelerare ed approfondire il percorso in direzione di una Europa effettivamente unita anche politicamente e socialmente, il vertice svoltosi a Bruxelles l’8 e 9 dicembre 2011 e l’accordo con cui la Germania e la Francia hanno cercato di avviare il rafforzamento dell’unione monetaria (accordo di cui al momento non fa parte il Regno Unito per scelta del governo britannico) indica che si è aperta una nuova fase nel processo europeo, pur in presenza di divisioni.

Diventa ancora più significativo adesso il ruolo che l’Italia può giocare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, sottolineano i federalisti, che evidenziano soprattutto gli incontri dei capi di stato e di governo di Francia, Germania ed Italia nella promozione del metodo federale al posto di quello untergovernativo e per introdurre piani di sviluppo sostenibile nelle proposte di trattato per una unione fiscale ancora poco definita. Il Movimento Federalista perciò ha proposto ai rappresentanti delle principali forze politiche, sindacali, imprenditoriali e della società civile italiana una Convenzione per la federazione europea, obiettivo reso più urgente dalla situazione globale, che una Europa unita nell’utilizzare le proprie risorse economiche, cognitive e politiche può affrontare adeguatamente.

Sabato 14 gennaio i lavori presieduti da Lucio Levi, presidente nazionale della Mfe, vedranno l’intervento di esponenti e rappresentanti di IDV, PD, PDL, Radicali, Partito Repubblicano, sindacati ed organizzazioni europeiste come il Movimento Europeo, la JEF Europa, la GFE, l’Aiccre, il Cife, gruppi della società civile come Acli, Ami, Cad, Cilap, European Alternatives, Fare Futuro, Osservatorio Europa, Altramente; le conclusioni saranno affidate a Franco Spoltore, segretario nazionale della Mfe. La partecipazione va comunicata in anticipo ed accompagnata da nominativo ed organizzazione di riferimento.

 

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