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SPORT|Razzo Stoner Ducati sogna la California

Rossi insegue l’australiano. Oggi la gara a Laguna Seca

Duello. In un circuito dove i sorpassi non sono molto frequenti, aggiudicarsi la pole significa essere oltre la metà dell’opera. Ieri la freccia che ha squarciato il cielo californiano portava, neanche a dirlo, il nome dell’australiano Casey Stoner. A poco è servito a Velentino Rossi l’aver trovato fin dalla sessione di qualifiche di venerdì scorso il giusto assetto alla sua R1. Un assetto che «sembra funzionare bene», aveva spiegato a fine giornata Valentino, augurandosi di scendere ancora di qualche decimo nelle sessioni successive. Sono state effettivamente di buon auspicio le parole del pesarese, che nella terza sessione di ieri ha girato in 1’22”168, migliorandosi di quasi sei decimi.

Non abbastanza per essere il più veloce. Quello è stato invece l’australiano Casey Stoner che ha girato in 1’21”461. Il campione della Ducati ha migliorato ancora se stesso infrangendo di nuovo il record della pista in prova. E ha poi conquistato la pole position fermando il cronometro sul tempo di 1’20”700. Ha preceduto Valentino Rossi, secondo in 1’21”147. Terzo posto per Nicky Hayden (1’21”430) davanti a Jorge Lorenzo (1’21”636) e a Toseland (1’21”848). Ma Laguna Seca è prima di tutto un circuito diverso dagli altri, dove conta sì la bravura del pilota, ma soprattutto i cilindri.

Quelli che ha tirato fuori la rossa di Borgo Panigale e che sembrano rappresentare in questo momento il gap con la Yamaha. Getta la spugna invece Dani Pedrosa, che ha rinunciato alle qualifiche e quindi a prendere parte alla gara: l’infortunio alla mano sinistra del pilota, operato lunedì, dopo la caduta sotto la pioggia del Sachsenring di domenica scorsa rende infatti impossibile la guida su una pista che propone proprio molte curve a sinistra, come dimostrato dai forti dolori accusati da Pedrosa nelle due sessioni di libere del venerdì.

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SPORT|L’enfant prodige torna a sorridere: sì, è la mia vittoria più bella

Il dopo gara. Dal box della «Rossa» facce lunghe e un unico coro: abbiamo sbagliato la strategia nei pit-stop

«È di gran lunga la mia più bella vittoria in una delle gare più difficili». Appena sceso dalla sua monoposto Louis Hamilton, vincitore del Gp di Gran Bretagna, non è riuscito a nascondere l’emozione. «Qui mi sento a casa – ha ammesso il pilota inglese – All’ultimo giro ho visto la folla che si alzava, contavo i metri che mancavano al traguardo. Ho vissuto grandi emozioni, volevo condividerli con tutti e dedico questa bellissima gara alla mia famiglia». Poi l’analisi tecnica di una gara che lo ha visto davanti fin dalla partenza: «Ci sono state condizioni meteorologiche estreme con alcuni settori asciutti, altri bagnati, e pozzanghere che andavano evitate. Non riuscivo neanche a vedere dagli specchietti, riuscivo a regolarmi quando sentivo il rumore dei motori». Poi la svolta dai box, quando l’inglese ha cambiato le gomme e Raikkonen no: «Effettivamente dopo il cambio gomme con le intermedie è andato meglio. È stata la decisione giusta del team, io mi sono concentrato sulla pista. È stata molto dura, una grande sfida».

Tutt’altra atmosfera invece in casa Ferrari. Luca Baldisserri, team manager del Cavallino è stato il primo ad ammettere l’errore del mancato cambio gomme: «La scelta di rimanere al primo pit stop con le stesse gomme alla fine non ha pagato perché ha continuato a piovere più di quanto pensavamo. Quando eravamo sicuri di poter andare in fondo, siamo stati costretti a fare un altro pit-stop». Stesso tipo di valutazione secondo il finlandese Raikkonen che ha sottolineato la gravità dell’errore di valutazione: «È stata una decisione sbagliata. Peccato perché avevamo una buona velocità ma ora non ci resta che fare ottime prove in futuro. Si vince e si perde insieme – ha aggiunto raikkonen – non ho motivi per fare delle critiche alla squadra».

Il più scuro in volto però è Felipe Massa arrabbiato con se stesso più che con il team: «È stato un week end da dimenticare. Ho commesso tanti errori e non sono riuscito a guidare dritto, facendo tanti aquaplaning». Ad avere approfittato della pioggia inglese sono stati Nick Heidfeld, arrivato secondo alle spalle di Hamilton e Rubens Barrichello, che non saliva sul podio dal 2005: «È stato veramente difficile – ha detto il tedesco della Bmw – All’inizio ero in difficoltà a stare dietro ad Alonso ma poi ho notato che qualcun altro aveva distrutto i pneumatici, mentre i miei erano ancora integri. Molto dipendeva dalla scelta iniziale». Scelta che si è rivelata vincente anche per l’ex ferrarista: «È fantastico – ha detto Rubinho – Mi piace guidare sul bagnato e a volte riesco a far bene. Mettere le gomme da bagnato è stata un’ottima idea, riuscivo a superare gli altri sia internamente che esternamente come se fosse una magia».

Simone Di Stefano – Pubblicato su L’Unità del 07-07-2008