Al via la regata senza scalo vinta nel ’96. Un equipaggio per il re dei viaggi solitari
MARINAI. Gli ultimi minuti di attesa prima della partenza hanno un sapore particolare specie se si è prossimi a una traversata come la Québec-Saint Malò, unica transatlantica in equipaggio senza scalo, dal Canada alla Francia che giunge quest’anno alla sua settima edizione. Una competizione attorno cui c’è tanta attesa per il fatto che si svolge ogni quattro anni, chiudendo la stagione. Sono 28, complessivamente, le barche che hanno preso il via ieri, alle ore 11 (le 17 in Italia), dal Porto Vecchio di Québec. Di queste ben 18 sono class 40 (12 e 28 metri), il resto sono trimarani e 50 piedi simili a quel “Misco” che nel 1992 si rovesciò alla terza edizione della traversata. A bordo dell’imbarcazione c’era il giovane Giovanni Soldini che quattro anni dopo, all’edizione successiva, si impose su tutti arrivando primo al porto di Saint Malò, in Francia.
Quest’anno Soldini partecipa con la Telecom Italia alla competizione per class 40. Famoso per le sue traversate in solitario, in questo caso condividerà la compagnia in barca con Franco Manzoli, all’esordio con il velista milanese, Marco Spertini e Tommaso Stella, rispettivamente Shore team ed equipaggio. Ultimi controlli, verifiche di rito, e poi sei tu e il mare. Era tranquillo Soldini, consapevole della bravura e dell’affiatamento di un equipaggio già rodato e affiatato, che ad aprile 2008 ha vinto nel “Grand Prix Petit Navire” di Douarnenez, in Francia. Soldini può inoltre approfittare di una stagione più che favorevole, che lo ha visto trionfare nelle ultime due transatlantiche a cui ha partecipato, la Transat Jacques Vabre, in coppia con Pietro D`Alì, a novembre 2007, e l’Artemis Transat (ex Ostar), in solitario a maggio 2008.
Ai nastri di partenza il più tranquillo era proprio lui: «Dopo aver attraversato l’Atlantico da solo e di bolina, non vedo l’ora di ripartire in equipaggio con vento in poppa. Ma non sarà comunque una passeggiata – ha poi proseguito Soldini – Il percorso è ricco di insidie e difficoltà». Una regata difficile dal punto di vista tattico, soprattutto nelle prime 400 miglia di navigazione, lungo il fiume San Lorenzo sulle cui sponde si sono assiepati migliaia di spettatori. Alla ridotta possibilità di manovra che offre questo tratto fluviale, vanno aggiunte le scarse condizioni di vento che hanno costretto gli equipaggi a continue manovre e cambi di direzione. Le insidie del San Lorenzo vengono dai fondali molto bassi, con forti correnti e tronchi alla deriva che rischiano di danneggiare gli scafi. Motivo per cui tutta la flotta dei class 40 ha deciso di girare a sud dell’isola di Orleans. I venti deboli che spirano da sud ovest lungo il canale non sono poi l’ideale per il Telecom Italia, che offre il meglio di se proprio in presenza di venti superiori ai 10 nodi.
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