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Iniziative federaliste europee a Roma

 

A settembre nella capitale italiana sono state organizzate diverse iniziative dal Movimento Federalista Europeo, nel quale sono attivi componenti di tutti i partiti e della società civile

L’ultima parte dell’estate ha veduto intensificarsi gli sforzi del MFE, movimento europeista, per spingere l’Europa ad affrontare la crisi ed assicurare una maggiore partecipazione. Il Movimento Federalista Europeo è composto da persone provenienti da tutti i settori della società civile ed è apartitico, ne fanno parte cittadini di qualsiasi orientamento, accomunati dalla convinzione che il processo di unificazione europeo abbia bisogno di entrare nel vivo delle società che formano l’Unione Europea e di poter contare su veri strumenti di governo e partecipazione che permettano alla UE di diventare un soggetto significativo.

Il seminario di Ventotene che si svolge ogni anno è stato uno degli stimoli che ha rilanciato le iniziative europeiste, assieme alla situazione internazionale che sottolinea l’opportunità di rafforzare l’azione europea e, sul territorio, l’assemblea della Gfe Roma, la sezione giovanile del movimento, che tenendosi a Roma il 15 settembre ed anticipando il congresso regionale di ottobre ha incoraggiato l’identita del MFE come realtà apolitica nel panorama istituzionale perchè composta da tendenze del tutto differenti tra loro ma legate dalla consapevolezza che esiste ormai una società europea capace di affrontare le difficoltà globali.

Negli appuntamenti di Roma stanno rivestendo un ruolo importante Acunzo, Caloisi, Cidone, Dastoli, Di Bella, Gui, Imarisio, La Porta, La Rocca, Panizzi e Pietrosanti, lungamente attivi nella diffusione delle tematiche europee e nel confronto all’interno della società civile su questioni che sono ormai sentite dalla cittadinanza ma artificialmente escluse dal dibattito politico nazionale nella comunicazione generalista a causa della chiusura nelle controversie partitiche interne. MFE e GFE rappresentano quindi un laboratorio il cui obiettivo è evidenziare nell’agenda di tutte le organizzazioni sociali, economiche e politiche significative le tematiche europee perchè queste raggiungano il peso che la società civile richiede abbiano e supportare quest’ultima nel prendere l’iniziativa in Europa.

Le Commissioni Nazionali di Studio del movimento federalista europeo, che non essendo un partito nazionale è presente in tutto il continente e promuove eventi in Francia, in Germania, in Italia come in molti altri paesi si sono riunite a settembre ed è stato approvato un testo di iniziativa dei cittadini europei. La possibilità di arrivare a referendum europei rappresenta un cambiamento nella struttura della UE, che lo prevede, perchè una organizzazione fortemente centralizzata come la comunità dei ventisette stati può acquisire la direzione voluta dai cittadini attraverso un incremento della partecipazione, una volta che le popolazioni europee avranno iniziato stabilmente ad utilizzare le opportunità presenti nei Trattati, specialmente dall’entrata in vigore di Lisbona.

Aldo Ciummo

Germania, la Merkel resta, ma lì c’è l’Europa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Infondate le voci che davano prossimo alla fine il cancellierato Merkel, simbolo di grandi cambiamenti in Europa con l’apertura a Est, inscritta nella stessa storia personale del personaggio politico (popolare ma proveniente dalle strutture della Ex Ddr), l’accelerazione del percorso unitario europeo sulla base del mantenimento dei rigidi criteri di responsabilità economica su cui si è mosso lo sviluppo tedesco negli ultimi decenni ed una evoluzione costante di una delle democrazie più grandi del continente (dopo l’U.K), con il raggiungimento delle massime cariche di governo da parte di categorie (donne, immigrati) ancora largamente bloccate ai margini delle istituzioni e degli organi decisionali nelle società di buona parte dell’Europa (soprattutto Italia).

Christoph Steegmans, come portavoce del Governo di Centrodestra che comprende i popolari della Cdu-Csu e i liberali della Fdp di Guido Westerwelle, ha smentito le indiscrezioni che volevano l’esecutivo della Merkel al capolinea in Germania.

Un dato interessante è che i timori rapidamente ingenerati intorno alla tenuta del governo hanno subito avuto qualche influenza  sull’andamento dell’euro nei mercati asiatici e causato preoccupazioni sulle ricadute nella crisi greca.

L’agitazione dei mercati seguita alla notizia poi rivelatasi priva di fondamento è un dato perchè indica chiaramente come la politica tedesca sia già europea, come dovrebbe essere dappertutto essendo quello il tappeto dove si gioca di fatto la risposta alla crisi economica. Questo avviene logicamente non per illuminazione divina, ma per il ruolo che storicamente ed economicamente la Germania svolge, anche a livello di influenza e potere all’interno dei meccanismi istituzionali della economia e delle decisioni nell’Unione Europea. Però Berlino ne paga i costi, mentre altrove soprattutto si parla (e si utilizzano i fondi, anzi a volte nemmeno quello, si bloccano e si lasciano lì, per pensare a lamentarsi dell’euro).

Gestione dell’Afghanistan, tasse da tagliare, sanità, gli argomenti anche “domestici” su cui ci si scontra nel governo di centrodestra non mancano, lì si tratta di una coalizione di pari e inoltre l’opposizione non fa sconti sulle questioni sociali e sostanziali, infatti la sinistra estrema è un big nell’arena politica tedesca ed arriva al venti per cento nelle elezioni regionali federali.

Altrove, non c’è da stancarsi a dirlo finchè i partitini italiani non avranno raggiunto il loro obiettivo di estinguersi ed ottenere premi per i loro rappresentanti da parte delle forze maggiori, i gruppi storici della sinistra si ammazzano tra di loro per difendere falci e martelli, soli che ridono e varie altre anticaglie e petrelle. Lavoratori, disoccupati, studenti, professionisti, immigrati, si rappresentano da soli, con effetti per ora desolanti per la società circostante, non per loro carenze, ma per la stupefacente impermeabilità delle strutture forti tramandatesi ai vertici del paese.

Intanto, i gruppi che governano l’Italia si dedicano ad una ristrutturazione del sistema giuridico e ad un accentramento degli avanzi del sistema economico che allontana il paese dall’Europa e che avvinghia gli stessi gruppi politici e sociali appartenenti all’area conservatrice in una stretta dalla quale non possono uscire neppure volendo, a causa del fatto che non esiste una opposizione. Ve ne è una di comodo e un’altra talmente intransigente, a parole, che non corre il rischio di confrontarsi con nessun problema concreto della società.

Forse i diversi paesi hanno situazioni politiche ed economiche non comparabili. Di sicuro, parlando di Germania, si può parlare di Europa. E l’Europa un giorno o l’altro dovrà arrivare anche in Italia.

Aldo Ciummo