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La UE si preoccupa mentre la Russia fa strane manovre politiche in Georgia

Russia

Immagini favolose da cartolina, sempre di più quel ritaglio scintillante che i turisti possono ammirare nei centri storici degli stati più restii a rispondere della situazione dei diritti umani è gran parte di quello che all'Europa viene concesso di vedere. Dietro la copertina, Russia, Cina, Arabia Saudita gestiscono l'economia e le istituzioni con metodi antichi, difendendosi con una polemica verso il mondo occidentale che trova sponda in un malinteso terzomondismo

L’ Europa chiede più cooperazione russa riguardo Transnistria e Georgia : la richiesta arriva al margine di una crescente perplessità europea mentre la Federazione Russa rilascia con inedità facilità molti passaporti e mette in cantiere una legge che permetterebbe all’esercito di difendere i cittadini russi anche all’estero

 

 

Il Parlamento Europeo ha approvato un avanzamento dei rapporti con la Federazione, ma non è convinto della trasparenza dei diritti umani nel gigante eurasiatico: giovedì il Parlamento Europeo ha votato un documento sostenuto da Ppe (Centrodestra, cattolici e conservatori), S&D (Socialisti e Democratici), ALDE (Liberali), Verdi/ALE (ambientalisti e sinistra progressista) e ECR (raggruppa varie formazioni di destra tra cui quello che resta dell’ Unione per l’Europa delle Nazioni) affermando l’importanza della cooperazione con la Federazione Russa, ma ribadendo le preoccupazioni già chiaramente espresse con l’assegnazione del Premio Sacharov all’organizzazione russa “Memorial”,  nome che richiama alla mente migliaia di persone tuttora in lotta verso lo Stato, in un paese dove molti attivisti per i diritti umani sono stati uccisi senza che le autorità abbiano individuato responsabili e dove le opposizioni affrontano restrizioni impensabili in Occidente, anche in paesi dove la situazione è oggettivamente anomala e squilibrata.

Difatti, l’assemblea elettiva ha invitato le autorità russe a garantire che gli assassini di Natalia Estemirova, Andrei Kulagin, Zarema Sadulayeva, Alik Dzhabrailov, Maksharip Aushev, Stanislav Markelov, Anastasya Baburova e Anna Politkovskaya siano rintracciati e consgnati alla giustizia ed ha  fatto riferimento all’assassinio di Maksarip Ausev, esponente dell’opposizione ucciso in Inguscezia. A questo punto la UE sta chiedendo anche misure preventive per la protezione degli attivisti per i diritti umani e l’avvio di indagini appena le minacce nei loro confronti sono note a una procura oppure ad un tribunale. Il Parlamento ha chiesto anche di seguire con la massima attenzione il secondo processo in corso contro l’ex dirigente della Yukos Oil, Michael Chodorkovskij, imprenditore ed oppositore, in particolare si teme (in maniera giustificata dai precedenti avvenuti) che le autorità utilizzino il sistema giudiziario come strumento politico.

Sostanzialmente, l’Europa tende la mano alla Federazione Russa, rinnovando il proprio sostegno all’obiettivo dell’adesione della Russia all’Organizzazione Mondiale del Commercio. Esistono però anche in questo capitolo ostacoli, come i dazi russi all’esportazione, tariffe ferroviarie per il transito di merci, pedaggi stradali e restrizioni su importazioni alimentari. Il Parlamento Europeo ha invitato l’Unione nel suo complesso a promuovere iniziative per arrivare ad una soluzione pacifica dei conflitti in Nagorno-Karabah ed in Transnistria, ma soprattutto in Georgia. La missione di vigilanza dell’Unione coincide con l’impegno europeo per l’integrità territoriale della piccola repubblica e c’è una certa preoccupazione per la proposta di legge, presentata dal Presidente russo, che autorizzerebbe l’impiego della forza anche per proteggere cittadini russi che si trovano all’estero, timore rafforzato dalla politica di rilascio massiccio di passaporti che si accompagna alla proposta.

Aldo Ciummo

Il Parlamento Europeo: “c’è ancora molto da fare per cancellare la pena di morte nel pianeta”

Il Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek

Il Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek

Lo ha detto il Presidente dell’assemblea elettiva della comunità, Jerzy Buzek, intervenendo lunedì

Nella seduta del Parlamento Europeo che si è svolta lunedì il Presidente dell’assemblea, Jerzy Buzek, è intervenuto sull’impegno europeo per l’abolizione della pena di morte nei paesi, nessuno dei quali Ue, dove ancora viene applicata. Il discorso si è soffermato in modo particolare sulla importanza che la tutela dei diritti riveste nell’area intorno all’Unione Europea, laddove la Comunità fa sentire maggiormente l’influenza della propria tradizione giuridica.

Nell’Europa, anche al di fuori della comunità, tale pratica resta in vigore soltanto in Bielorussia. L’attenzione espressa nei riguardi di un paese vicino riflette anche la posizione del paese da cui Jerzy Buzek proviene, la Polonia. Nel firmare l’adesione al trattato di Lisbona, anche il presidente della Repubblica Lech Kaczynski infatti aveva ricordato l’auspicio del suo governo di contribuire al rafforzamento dei legami con altri paesi dell’est, anche appartenenti all’area della Ex Unione Sovietica. Quindi si moltiplicano gli sforzi per avvicinare gli stati al modello europeo anche per favorirne la futura integrazione.

Lech Kaczynski, quando ha firmato il Trattato di Lisbona in seguito al referendum irlandese questo ottobre, ha aggiunto che l’Europa, che ha chiamato un esperimento di successo, per restare tale non dovrebbe chiudere le porte nè agli stati dell’area balcanica nè a paesi come la Georgia. Nel suo intervento alla rappresentanza romana dell’assemblea elettiva della Ue a Roma questo settembre, il presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek, aveva introdotto gli stessi concetti.

Il discorso di Buzek si inscrive in una tendenza della politica europea come costruzione graduale di spazio culturale e giuridico oltre i confini attuali degli aderenti ai Trattati che costituiscono la realtà geopolitica UE. Questa tradizione di graduale cooperazione non appartiene alla sinistra ma al partito cui Buzek appartiene, il PPE, che fu alla base del progetto europeo con apporti azionisti, liberali e socialdemocratici. All’epoca della creazione europea infatti la divisione in blocchi impediva ai partiti comunisti e fino agli anni settanta anche a quelli socialisti di sostenere pienamente i meccanismi comunitari.

Quanto ai contenuti di questa politica però, nel tempo il Partito Popolare Europeo li ha mutati in direzione di una posizione di destra, laddove negli ultimi decenni (quelli della crescita di importanza del Parlamento tra le altre istituzioni continentali) la sinistra socialista, ambientalista e movimentista ha portato avanti la maggior parte delle battaglie incentrate sulla promozione dei diritti e su di una visione partecipata della gestione degli affari globali. Questa crescita dell’iniziativa socialista è stata accompagnata frequentemente da un apporto liberale ed è stata resa possibile anche dalla caduta della contrapposizione est-ovest che ha permesso ai progressisti, almeno nella maggior parte dei paesi europei, di affrontare i cambiamenti e i problemi che ne derivavano in modo meno schematico rispetto al passato, ma ha anche portato ad uno sfaldamento che attende ancora una ricomposizione nella forma di progetto politico coerente.

Aldo Ciummo