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USA|Piano di salvataggio in stallo dopo giorni di discussione

Un giovedì di passione all Casa Bianca. Il governo annuncia il piano di salvataggio per le società in crisi. ma è tutto rimandato perché manca l’accordo tra i repubblicani

di Simone Di Stefano

Gli usa sono sempre alle prese con la crisi economica che rischia di schiacciare il colosso americano. Sono ore delicate, in cui la politica statunitense si gioca una fetta importante del futuro della nazione. Serve un accordo per superare il crack down finanziario e non far finire in una bolla di sapone i 7oo miliardi di dollari che il governo ha messo sul piatto per salvare dalla bancarotta tutte quelle società finanziarie che rischiano ora di morire. Se ne sta parlando ala Casa Bianca, anche se c’è chi vede questi soldi bruciati già come neve al sole.

La giornata di ieri si è aperta con tutti i migliori auspici e con il Presidente George W. Bush dichiarare al congresso: «C’è ancora una possibilità di far crollare la crisi», ma le parole del numero uno Usa si mescolano all’incertezza che lo attanaglia perché è anche vero che lo stesso Bush ha ammesso che: «Siamo in una grave crisi economica», ai microfoni dei cronisti che ieri lo hanno assediato di fronte alla Casa Bianca.

Una giornata convulsa, quella di ieri a Washington. Iniziata con l’auspicio del dialogo, almeno in tempo di crisi, e di riuscire ad arrivare in serata a un accordo bipartisan, si è conclusa con una vera e propria rissa verbale che ha soltanto acutizzato il problema. Quando si sono visti arrivare alla White House, con passo militarmente cadenzato, i senatori Barack Obama e John McCain, candidati alle Presidenziali del prossimo novembre, si è pensato che forse, stavolta, si sarebbe raggiunto un accordo. Ma una volta chiuse le porte del Gabinetto, si è scatenata una rissa verbale che forse mai come ieri ha superato le private stanze dell’establishment a stelle e strisce, scendendo per le strade e le vie di Washington.

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ROMA|Pedoni bloccati per ore dal corteo Usa

Cordoni di Polizia hanno impedito i movimenti di molti cittadini. Una ragazza: «Tre agenti mi hanno scortata all’interno di villa Borghese». La protesta dell’ambasciatrice dell’Ecuador. Oggi il Presidente americano farà visita al Papa e poi ripartirà alla volta di Parigi

Transenne e volanti della Polizia Stradale agli incroci. Ospedali costretti a sospendere i ricoveri programmati. Persone bloccate per ore. Queste alcune delle conseguenze della visita di Bush a Roma. Momenti di sconforto si sono registrati vicino a villa Borghese, dove fin dalle 9,30 gli agenti hanno interdetto al traffico e bloccato per circa tre ore chiunque volesse percorrere via Aldrovandi per raggiungere Piazza delle Belle Arti, per il passaggio di lady Laura Bush con la sua scorta, diretta all’ambasciata Usa di via Veneto.

«Per arrivare in fondo alla via – dice Emanuela, una delle persone rimaste bloccate – ho dovuto attendere le 11, quando alcuni agenti mi hanno scortata attraverso villa Borghese». In molti sono riusciti a raggiungere il luogo di lavoro non prima delle 13. Tra questi l’ambasciatore dell’Ecuador, Gioconda Galan Castelo, che ha protestato contro l’atteggiamento della polizia italiana che le avrebbe «impedito di raggiungere gli uffici dell’ambasciata». L’ambasciatrice ha poi annunciato, ai microfoni di Radio Città Aperta, che denuncerà alla Farnesina «questa violazione dei protocolli diplomatici».

Caso diplomatico a parte, in occasione della visita di Bush, la capitale ieri ha fatto i conti ancora una volta con le ingenti misure di sicurezza, imposte dal via vai dei 15 mezzi a stelle e strisce, compresa la nera Limousine presidenziale. Ovunque cordoni di agenti di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, schierati lungo i marciapiedi per evitare che i pedoni oltrepassassero la strada. Oltre 50 i cassonetti in ghisa rimossi dal centro della capitale per scongiurare qualsiasi tipo di atto terroristico. Da Villa Taverna, zona Parioli, luogo di residenza dei Bush, la troupe presidenziale si è spostata verso via Aurelia, dove il numero uno Usa ha incontrato gli studenti della American Academy.

Poco prima del suo arrivo la carovana era transitata davanti a un gruppetto di dimostranti che in inglese cantavano «Bush go home». Successivamente il convoglio si è diretto al Quirinale per una visita tra presidenti, per poi volgere nel pomeriggio ancora verso villa Taverna, prima di puntare a Palazzo Madama, dove il numero uno Usa ha incontrato Silvio Berlusconi. Complessivamente i disagi più evidenti sono stati avvertiti sul Muro Torto, su Lungotevere delle Navi e Flaminio, a Prati, a Monteverde, al Gianicolo e sull’Aurelia antica. Oggi Bush sarà in visita dal Papa, dopodiché lascerà la capitale con destinazione Parigi.

Simone Di Stefano – Pubblicato su L’Unità del 13-06-2008