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AMBIENTE|G8 ambiente. Il controvertice sfila nelle strade di Siracusa

Il corteo volge alla conclusione senza nessun incidente. Secondo gli organizzatori sono migliaia i partecipanti

di Simone Di Stefano/Dazebao, l’informazione on line

SIRACUSA – La solita girandola di cifre sui presenti, tra chi minimizza riducendo il corteo ad una scampagnata e gli organizzatori che invece parlano di numeri consistenti. Se la verità è nel mezzo allora i presenti al contro-corteo del G8 di Siracusa di oggi erano alcune migliaia. E chi si aspettava vetrine in frantumi e cassonetti rigirati stavolta sarà rimasto deluso perché mai come oggi la scia di manifestanti ha regolarmente concluso il suo percorso nella più risoluta compostezza. Eppure la giornata non era iniziata nel migliore dei modi.

L’arresto di un cittadino polacco colto in possesso di un coltello non aveva fatto altro che alimentare le paure dei negozianti ignari degli appelli del sindaco Roberto Visentin a sedare gli «inutili allarmismi», tanto che stamattina per il centro di Siracusa diverse erano le serrande abbassate. Il corteo è però partito da Piazza Sgarlata senza arrecare danno a nessuno. Presenti come di consueto i soliti caschi blu, i manganelli e la Polizia a cavallo, ma stavolta nessun intervento e solo ordinaria amministrazione. A parte un allarme bomba in tarda serata ieri, che ha destato i visi tirati dal sonno dei poliziotti. Tutto rientrato dopo che gli artificieri hanno fatto brillare il contenitore, che altro non era se non una vecchia cassa acustica.

«La scelta di Siracusa limita la partecipazione a livello nazionale. Quindi qui sono presenti soprattutto giovani siciliani. Siamo qui per manifestare il nostro forte dissenso rispetto alla dissennata politica ambientale che ci propinano i partecipanti del G8», ha spiegato l’ex parlamentare e leader dei no global, Francesco Caruso, alla testa del corteo. Molte le sigle: Prc, Sinistra e Libertà, No dal Molin, Cobas e anche migranti africani richiedenti il permesso di soggiorno. Una folta rappresentanza di Rifondazione ha accompagnato il corteo fino all’ingresso di Ortigia, dove si svolge il vertice internazionale sull’ambiente e dove era prevista la conclusione della manifestazione.

Oltre a Ramon Mantovani (direzione nazionale Prc), anche il segretario regionale Luca Cangemi, che ha lanciato una frecciata a chi temeva incidenti. «A Siracusa – ha affermato Cangemi – è stato diffuso un terrore ingiustificato della nostra iniziativa che ha colpito e preoccupato la città. Ma ciò nonostante dalla Sicilia sono arrivate delegazioni da tutte le nove province. Siamo contenti comunque che il nostro contro-vertice, due giorni di incontri tra associazioni varie, abbia avuto un grande successo riuscendo a mettere insieme tutte le più grandi vertenze ambientali e sociali dell’isola». Nel frattempo 19 ministri discutevano, approvavano, rimandavano. Contento il ministro dell’ambiente danese, Connie Hadegaard, che ritiene «questo G8 un passo avanti rispetto ai precedenti incontri». Poi continua, «dovrebbe arrivare un messaggio molto chiaro ai capi di stato alla Maddalena a luglio».

Contenta del vertice anche Lega Ambiente che ha apprezzato la Carta sulla biodiversità che ne è scaturita. Ma poi c’è anche chi crede che «da 40 anni questi signori girano per il mondo per dire che c’è un problema ambientale ma loro stessi non hanno alcun interesse a bloccarlo», ha spiegato Francesco Caruso. A giudicare dal dolce girar circense il leader no-global non è troppo lontano dal vero. A forum ancora in corso, infatti, già si guarda alla prossima conferenza sulla protezione della biodiversità che si terrà ad Atene il 27 aprile e ultima in ordine di tempo arriva anche la decisione che il G8 della Maddalena è stato spostato a L’Aquila. Così i Summit internazionali diventano  nomadi …

AMBIENTE|G8 Ambiente a Siracusa. I fallimenti dei “grandi” e il controvertice

Si apre oggi il summit internazionale nel capoluogo siciliano. La Prestigiacomo apprezza la politica ambientale di Obama, ma non rinuncia agli inceneritori. Partono i forum e le manifestazioni del controvertice


di Simone Di Stefano/Dazebao, l’informazione on line

«Nucleare, inceneritori, inquinamento, rifiuti, devastazione, privatizzazione dell’acqua, mafia, danni ambientali. Non pagheremo la vostra crisi con la nostra Terra».

Promosso e celebrato con lo scopo di simboleggiare qualsiasi tipo di protesta, l’ormai noto slogan contro la crisi sbarca oltre lo Stretto, stavolta in favore dell’ambiente. Con tutto il carico di attuali «verbi verdi» previsti dal caso, si erge a manifesto della tre giorni di contro-vertice di protesta al G8 sull’ambiente, inaugurato oggi a Siracusa e in concomitanza con l’Earth Day di cui oggi in 175 nazioni si celebra la 39ª edizione. «Un attacco contro il futuro dell’isola», si legge sulla testata dei manifesti affissi lungo le vie delle città insulari. Organizzate da Rete Catanese contro il G8, le tre giornate parallele al summit si svolgeranno tra lezioni, incontri, dibattiti e serate in musica. Il contro-vertice siracusano prevede anche una manifestazione, fissata per domani (giovedì 23) alle ore 14.00. Il corteo, che partirà da Piazzale Sgarlata, ha messo in agitazione i commercianti della zona che, per timore di eventuali scontri tra no global e forze di Polizia, hanno annunciato l’intenzione per domani di tenere chiuse le saracinesche dei negozi, nonostante il sindaco di Siracusa, Roberto Visentin abbia invitato a non creare «inutili allarmismi». Ma nonostante gli appelli alla calma, già stamani vi sarebbe stata un’azione della polizia, dal vago sapore provocatorio. Un pulmann di manifestanti dei  movimenti no-global e di Rifondazione comunista, partito da Napoli per recarsi a Siracusa è stato fermato dalle Forze dell’ordine non appena sbarcato a Messina. Ai giovani sarebbe stato chiesto di essere identificati e perquisiti. Una richiesta non accolta dai manifestanti che, dopo essere stati bloccati per qualche ora, sono riusciti a ripartire alla volta del capoluogo siciliano in cui si svolge il vertice.

Dalle strade al convegno, dalla massa si passa ai pochi che prendono le cruciali decisioni e, a giudicare dalle parole di oggi, in apertura di conferenza, del ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, da Rio a Siracusa, passando per Kyoto e Bali, aumenta il debito rispetto alle promesse non mantenute. E quindi la vera e unica novità, tolta la solita melassa di parole come «mutamenti climatici», «global warming» o «biodiversità» – termine quest’ultimo che lo stesso ministro ritiene «ancora incompreso dall’opinione pubblica» –  l’unica vera novità di questo summit globale è il mutato atteggiamento degli Usa verso la salvaguardia ambientale. Almeno stando a quel che ha promesso fin dalla campagna elettorale, il nuovo numero uno alla Casa Bianca, Obama.

Ma, pare di capire, che il punto è un altro. Infatti, come un Global forum che si rispetti, anche questo G8 partorirà la sua Carta. Era avvenuto anche a Bali, tra le proteste degli ambientalisti che lo avevano etichettato come un’offesa. «La Carta di Siracusa sulla biodiversità – ha spiegato Prestigiacomo – che conterrà una serie di indicazioni e priorità che rinnovano l’impegno internazionale, anche alla luce dei risultati del Target 2010, obiettivo in gran parte disatteso». Viva la sincerità! Visto che nel nostro governo qualche collega del ministro si ostina ancora a voler far credere che la crisi è ormai passata. Ma da tutto ciò si evince che non basta rinnovare una promessa già in parte disattesa. E non serve che a farlo sia un ministro che «prima inneggia alla costruzione di ben 4 inceneritori nell’isola e poi appoggia le politiche di Obama». È quanto sostiene il Comitato Siracusa Rifiuti Zero, che poi lancia un appello diretto proprio al ministro dell’ambiente: «Ridurre quantità e tossicità dei rifiuti che produciamo, riusare contenitori e prodotti, riparare ciò che si è rotto o donarlo a qualcuno che sia in grado di ripararlo, riciclare il più possibile, includendo l’acquisto di beni prodotti con materiali riciclati». Servirebbe dunque una più ampia convergenza di intenti, che la nuova amministrazione americana ha il compito di alimentare. Una posizione, quella degli Usa sui cambiamenti climatici, che per il segretario dell’esecutivo del Unfccc, Convenzione sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, Yvo De Boer, ritiene «di essenziale importanza». In vista del vertice Onu sul clima, previsto per il prossimo dicembre a Copenaghen, il ministro Prestigiacomo ha comunque tracciato una prospettiva incoraggiante, perché «finora progressi sono stati fatti su numerose questioni, anche se ancora devono essere sciolti nodi importanti per il raggiungimento dell’accordo (di Copenaghen, ndr)». Ergo, da Bali (dicembre 2007) a oggi, poco o nulla è stato fatto in vista del cosiddetto post-2010. Ma «come presidenza G8 – ha concluso il ministro – ed in vista della Conferenza sul Clima di Copenhagen, riteniamo estremamente importante ricercare una convergenza tra paesi industrializzati e in via di sviluppo, con particolare riferimento alle economie emergenti, per raggiungere un accordo a dicembre». L’Italia è tra i paesi più arretrati in materia di politiche ambientali, a braccetto con gli Stati Uniti e gli altri paesi industrializzati. Già nel 2007, Al Gore aveva lanciato l’allarme sulla necessità di anticipare i propositi di Kyoto a prima del 2012. Il motivo era chiaro, perché i guadagni delle imprese, delle multinazionali, non potevano sottostare a logiche ambientali e antieconomiche agli occhi dell’economia. La crisi ha fatto il resto e oggi qualcuno si sta accorgendo che forse per uscire dalla recessione una grande mano può arrivare anche dal pollice verde.