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La Svezia sempre più avanti nelle nuove tecnologie

 

Le ricerche più recenti registrano un incremento sensibile della televisione on line e su telefono nel paese scandinavo
 
Gli svedesi usano in maniera sempre più massiccia le nuove tecnologie, al centro della crescita economica nella UE nel quadro degli obiettivi di Lisbona, che puntano sull’economia della conoscenza. Circa i due terzi degli abitanti del più esteso e popoloso paese nordico seguono l’offerta televisiva su nuove piattaforme, diverse da quelle tradizionali.

 Il Nord Europa continua a farsi promotore dello sviluppo basato sull’innovazione, come già si era segnalato con le iniziative finlandesi a sostegno della diffusione di internet anche nella periferia dello stato.
 
La crescita maggiore del consumo di televisione on line e sul telefonino si è registrata durante le olimpiadi invernali. Le televisioni tradizionali ed il sistema nel suo complesso hanno sostenuto la novità, che ora sembra dare spazio a un mercato emergente.

Quasi quattro milioni e mezzo di svedesi hanno preso abitudine alla tendenza in atto e le organizzazioni che monitorano i media non pensano che la direzione avviata cambierà.
 
I servizi nuovi che riguardano l’offerta televisiva sono più facilmente reperibili sul mercato e il numero dei fruitori aumenta. Il fenomeno non coinvolge soltanto i giovanissimi. Si pensa quindi che le abitudini consolidate possano ora favorire anche una diversificazione ancora maggiore delle fonti disponibili e del paniere culturale elaborato dai mass media nazionali.
 
Aldo Ciummo

Anno di progettazione per i licei

 

Le scuole superiori cambiano completamente con la riduzione degli indirizzi e l’aggiunta di nuove scuole, transizione che richiederà la partecipazione di studenti ed insegnanti, solleva nuove istanze di adeguamento alla società da parte dei fruitori dell’offerta scolastica e comporta l’avvicinamento alle esigenze formative di generazioni alle prese con un mondo del lavoro molto diverso da quello che circondava le scuole nate dal vecchio impianto legislativo.

Entra nel vivo il cambiamento della scuola italiana, una riforma che va a intervenire sul nucleo vitale del sistema dell’istruzione e cioè le scuole superiori, l’insieme delle classi che esce ormai dalla scolarità di base delle fasce d’età precedenti e precede l’attività universitaria orientata in senso specialistico. Nelle scuole superiori coesistono un indirizzo definito ma ancora aperto a opzioni professionali e anche di scelta universitaria molto differenti e una formazione generale che si intende rivolta al cittadino e non soltanto al destinatario di una particolare disciplina teorica o tecnica.

I nuovi licei, di cui si è parlato già moltissimo sui mass media sono il Liceo Musicale e quello delle Scienze Umane, mentre al Classico la lingua straniera si insedierà definitivamente per tutti e cinque gli anni, così come allo scientifico quell’indirizzo tecnologico di cui si era visto qualcosa a livello sperimentale.

I cambiamenti sono qualche cosa di più di novità decorative, anche se negli attacchi all’impianto delle riforme proposte in questi anni – questa inclusa – è presente un elemento di fatto non trascurabile e cioè che il mancato investimento di fondi maggiori e anzi la sottrazione di risorse alla promozione delle iniziative di studenti ed insegnanti nella scuola superiore e della ricerca nelle università vanifica in gran parte lo sforzo di introdurre novità. E altre contraddizioni ancora riguardano lo scarso peso assegnato alla storia, specialmente contemporanea, all’economia ed all’Europa.

Ma è importante la ricerca di un adeguamento della formazione alle esigenze di crescita professionale degli studenti e di ore facoltative, ad esempio di diritto e di scienze audiovisive, che potrebbero essere un vero laboratorio di partecipazione degli studenti alla definizione della scuola ed infatti il sito sarà presente nella preparazione di alcune scuole superiori di Roma a queste novità.

Il numero degli istituti tecnici e di quelli professionali si è ridotto vistosamente e nelle intenzioni la ripartizione risponde a criteri di chiarezza nell’avviamento a ambiti professionali concreti della società italiana ed europea del presente: gli istituti tecnici sono raggruppati in due soli settori, economico e tecnologico, divisi al loro interno in due specializzazioni il primo e in nove il secondo; gli istituti professionali a loro volta comprendono due settori, servizi ed industria ed artigianato.

Aldo Ciummo