Varato il decreto, il ministro lo farà approvare dal Parlamento. I no di Casini e Veltroni
Ci siamo. Il Ministro degli Interni Maroni ha annunciato: «Entro Luglio le norme previste dal pacchetto sicurezza entreranno in vigore». Il decreto deve ancora diventare legge, verrà affidato con ogni probabilità alle fauci del Parlamento, come ha già consigliato Franco Frattini perché: «Il Parlamento è sovrano». Giusta la decisione di percorrere la via dell’ampio consenso, peccato che Veltroni e Casini abbiano già largamente manifestato il loro voto contro.
Oltre all’introduzione del reato di clandestinità di cui abbiamo ampiamente parlato in queste pagine e che rischia di far diventare l’Italia lo zimbello dell’Unione Europea, le norme contenute nel pacchetto riguarderanno alcune misure “severe” come una stretta sui ricongiungimenti, l’applicazione più rigorosa del diritto di asilo, gli inasprimenti delle pene per alcuni reati di allarme sociale (come rapine, scippi, furti, maltrattamenti in famiglia) e modifiche al codice di procedura penale con una stretta sui benefici della legge Gozzini, una legge che risale al 1986 e che ha riformato l’ordinamento penitenziario, cercando di renderlo più vicino ai principi contenuti nella Costituzione, che evidentemente non può essere più considerata in Italia un arma in difesa dei diritti.
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