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ROMA|«Centri anziani a rischio chiusura»

Allarme dei cittadini di Tor Bella Monaca: il Comune ha stanziato fondi solo fino al 31 luglio

C’è preoccupazione attorno al futuro dei servizi sociali del Municipio VIII, in particolar modo per i centri anziani diurni, luoghi di ritrovo e punti di riferimento importanti per gli “over 65”. L’allarme è stato lanciato da una lettera pubblicata ieri su l’Unità, in cui un nostro lettore denunciava che «la giunta di destra nell’intento di risparmiare si accinge a chiudere i centri anziani, adducendo come scusante che il comune è a corto di fondi» .

I primi a temere il peggio sono i centri anziani Belleville, nel quartiere di Torre Spaccata e Fata Carabina, nel quartiere di Tor Bella Monaca, entrambi gestiti dalla cooperativa sociale Iskra. Sebbene per il primo il Comune abbia provveduto all’affidamento aggiuntivo fino a fine luglio, «data oltre il quale – dice il presidente di Iskra, Maurizio Simmini – nulla è certo e per il momento siamo fermi a una rassicurazione verbale sulla volontà di dare continuità a questo tipo di servizi», riguardo al centro anziani Fata Carabina, i fondi termineranno entro la fine dell’anno.

Questa vicenda si inserisce però entro un quadro più complesso che vede a rischio tutti i servizi sociali del Municipio VIII. Sono novecento mila euro i soldi che può investire il Comune contro una spesa prevista di 2 milioni e centomila euro: «Esattamente la stessa situazione dello scorso anno – dice l’ex presidente del Municipio VIII, Fabrizio Scorzoni – che noi avevamo risolto attraverso lo stanziamento di circa un milione e mezzo di euro previsto dall’assestamento di bilancio e di altri 600 mila euro successivamente».

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ROMA|Il Comune dimentica i servizi sociali

A Rischio i progetti di sostegno ai minori disagiati. Per salvarli servono 9 milioni di euro

Il Campidoglio chiede finanziamenti straordinari al governo per far fronte al «buco» ma si dimentica dei servizi sociali. «Stiamo pagando con i nostri stipendi, siamo rimasti anche senza carta igienica», accusano gli operatori di volontariato. Oltre cento progetti, sviluppati nella capitale con i finanziamenti della legge 285, che rischiano in queste ore di venire cancellati. «Fino allo scorso anno – spiega Claudio Tosi, del Coordinamento Volontari – era una consuetudine che il Comune anticipasse i fondi della 285, temporaneamente bloccati dal tesoro». Non quest’anno, lamentano i volontari.

Una lettera firmata da circa cinquanta enti di volontariato, destinatario l’assessore ai Servizi sociali del comune di Roma, Sveva Belviso, è stata spedita lo scorso 10 giugno. Risultato? Nessuna risposta. «Uno sgarbo istituzionale», secondo il consigliere Pd Massimiliano Valeriani: «La vicenda è estremamente grave, presa dall’ansia da prestazione di dimostrare che il buco nel bilancio comunale esiste davvero questa amministrazione comunale chiude i rubinetti ai municipi e blocca una prassi ormai consolidata». A farne le spese – ricorda Paolo Masini (Pd) – sono insieme agli utenti dei servizi anche «coloro che lavorano nel settore e i cui stipendi sono bloccati da mesi».

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