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l’Unione Europea vuole passi in avanti sul clima

 

Per l’Unione Europea il sistema secondo il quale si svolgono le discussioni sul clima nelle Nazioni Unite dovrebbe essere cambiato, per evitare che i vertici sul contrasto ai danni provocati dall’inquinamento diano come esito un nulla di fatto.

 

Nell’ultimo vertice sul riscaldamento globale si è veduto un peso eccessivo dei veti contrapposti e ciò ha impedito che le indicazioni positive che pure erano venute dalle elaborazion i della Unione Europea, dalla generosità dei paesi anglosassoni e dalle esperienze di economia sostenibile molto avanzate dei paesi scandinavi si traducessero in una decisione accettata da tutti.

A Copenaghen hanno pesato, probabilmente, la crisi economica che ha messo un freno alla politica ecologica di Obama e il mancato accordo con i paesi meno sviluppati, per i quali una politica industriale oculata in fatto di ambiente significherebbe effettivamente dover rallentare una crescita finanziaria di cui le popolazioni hanno bisogno in quei luoghi.

L’attuale presidenza della Unione Europea, attraverso il ministro degli esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos ha affermato che bisogna introdurre nuovi elementi se si vuole far funzionare le discussioni in materia di clima.

Nel 2012 “scade” il protocollo di Kyoto e il vertice che si è concluso il 19 dicembre con l’obiettivo di rimpiazzarlo ha prodotto un documento che auspica forti riduzioni delle emissioni di sostanze che provocano il riscaldamento del pianeta, ma non vincola le nazioni a risultati precisi in tal senso.

La Commissione Europea sostiene che questa situazione è incresciosa e Moratinos, per la presidenza spagnola della Unione Europea, ha dichiarato ieri che la UE intende arrivare ad un grado maggiore di impegno nel prossimo vertice che si terrà il prossimo dicembre in Messico. La Ue ha anche esortato gli Usa a sostenere questa posizione.

Aldo Ciummo