Nuove misure escono dal cdm di Napoli: taglio dell’Ici sulla prima casa e detassamento degli straordinari. Ma è proprio questo quello che serve all’Italia?
Napoli ieri ha vissuto un giorno da leone. Per un giorno la città partenopea è stata considerata per la sua bellezza e per quello che rappresenta al mondo e per l’Italia. Di Napoli ieri si è parlato dopo tanto, troppo tempo passato all’addiaccio, di qualcosa che non aveva a che fare assolutamente con le sue rughe di vecchia signora malata e pusciescente, di camorra e di rifiuti. O meglio lo si è fatto, ma con stile. Tanto che per un giorno siamo riusciti a ridar voce ai poveri ed esausti cittadini napoletani, attraverso le loro manifestazioni di protesta, sit-in e cortei che per tutto il giorno hanno presenziato la zona limitrofa al palazzo reale dove Silvio Berlusconi e i suoi ministri, se ne stavano raccolti a discutere, sentenziare, decidere del futuro nostro e di quanti erano lì sotto a gridare con forza, che non serve tanto per restituire il sorriso a un popolo oppresso, non dal nemico ma dalla puzza. Passeggiando per le vie di Napoli è facile trovare i manifesti con su scritto: «Silvio santo subito se ci togli la monnezza». E lui, il principe degli istrioni non ci ha pensato due volte e portare il cdm qui. «Dovremmo fare più spesso i cdm itineranti, se solo non pesassero sull’economia del paese».
Beh, la notizia credo sia proprio questa: ora Berlusconi sta anche attento all’economia del paese. E a chi gli rinfaccia da piazza del Plebiscito che è stato lui a rovinare il lavoro in Italia facendoci diventare «tutti disoccupati», lui risponde con nuove misure economiche. «Grazie a Tremonti che con le sue soluzioni ci ha salvato spesso, anche se deve fare i conti con una coperta più corta del letto», più p meno recitava così il requiem del Cavaliere verso il suo tesoriere.
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