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Presented the emerging cinema of Northern Europe

The exhibition “Nordic Film Fest” has proposed new Norwegian, Finnish, Swedish, Danish, and Icelandic movies

Once again, the most important event in Italy for the presentation of new Nordic movies was attended by a large audience at the Casa del Cinema in Villa Borghese. The purpose of the initiative is to promote in Italy the film culture of Norway, Finland, Sweden, Denmark and Iceland.During the last years many new authors have emerged, which have increased the prestige of a popular tradition in the world. The event was organized by the Embassies of Denmark, Finland, Norway, and Sweden, in collaboration with Iceland and with institutions for the promotion of cinema of their respective countries.

Many in Italy unreleased movies, documentaries, and films in original language with subtitles were presented during the event, introduced by directors, actors and producers. Among the guests there was also Mika Kaurismäki (brother of director Aki Kaurismäki, with whom he has directed several movies), which movie “North Road” (that won recently at the Toronto International film Festival) was screened during the festival.

Among the guests known to the Italian public, the opening day was introduced (on April the 5th, one week before the beginning of the event, which was organized from 11 to 14 April) by the Italian-Finnish actress and producer Anna Falchi while the Swedish actress Malin Buska, awarded with the “Rising Star” (Stockholm International Film Festival in 2011) talked about the movie “The King girl” directed by Mika Kaurismäki and dedicated to the life of Queen Christina of Sweden. The role played by Malin Buska was the one of Greta Garbo in the famous film of 1933, “Drottning Kristina” (screened on April the 13th).

Saturday night it was the turn of the Norwegian director Petter Næss with his movie “Into the White”, in which there is the presence of Rupert Grint (Ron Weasley in “Harry Potter”). The Norwegian movie tackles the difficult story of the pilots, allied and not, who fell in the Norwegian mountains during the Second World War, faced with a common opponent: the wilderness.

China Ahlander intervened in the debate, as the Swedish manufacturer of “Dying Eating Sleeping,” a film that paints a dramatic and unknown reality, that of immigration. It is not lack of Iceland (a country which is discussed more and more frequently, given the mounting evidence of rapprochement to the EU) represented in the Nordic Film Fest from the autobiographical movie “Mamma Gogo” directed by Fridrik Thor Fridriksson, who was also nominated for an Oscar in 1992 for “Children of Nature”.

An important event within the event was the projection, April the 12th, of “Olof Palme”, a movie that takes its name from the Swedish prime minister assassinated in 1986, a politician who did very much for the convergence of socialdemocracy and the European policy for an equitable approach toward the Global South and the problems of different countries, which at the time seemed revolutionary. Even today Sweden is investigating the crime: along with the film’s director Kristina Lindström there was the author of the book “Olof Palme, life and assassination of a European socialist,” Aldo Garzia, with a comment by Walter Veltroni.

Aldo Ciummo

Presentato il cinema emergente nordeuropeo

 

La rassegna “Nordic Film Fest” ha proposto film inediti norvegesi, finlandesi, svedesi, danesi, islandesi

Anche quest’anno l’evento più importante del nuovo cinema nordico in Italia ha visto affollarsi alla Casa del Cinema di Villa Borghese un numeroso pubblico. Il fine della iniziativa è la promozione, nella penisola, della cultura cinematografica di Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca ed Islanda.

 

Negli ultimi anni sono emersi molti nuovi autori (che hanno accresciuto il prestigio di una tradizione apprezzata nel mondo). La rassegna è stata organizzata dalle Ambasciate di Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, in collaborazione con l’Islanda e con gli Istituti per la promozione del cinema dei rispettivi paesi.

 

Sono stati presentati film inediti in Italia, documentari, proiezioni in lingua originale sottotitolati, introdotti dai registi, dagli attori e dai produttori. Tra gli ospiti di maggiore notorietà c’è stato Mika Kaurismäki (fratello del regista Aki Kaurismäki, assieme al quale ha diretto alcuni film) di cui è stato proiettato anche, nel corso della rassegna, il film “Road North” presente recentemente al Toronto International Film Festival.

 

Tra gli ospiti più conosciuti per il pubblico italiano, ha introdotto la giornata inaugurale (il 5 aprile, una settimana prima dell’inizio della rassegna che si è articolata dall’11 al 14 aprile) l’attrice e produttrice cinematografica italo-finlandese Anna Falchi, mentre l’attrice svedese Malin Buska, nominata “Rising Star” (al Festival Internazionale di Stoccolma nel 2011) ha parlato del film “The girl King” diretto da Mika Kaurismäki e dedicato alla vita della regina Cristina di Svezia. Il ruolo assunto da Malin Buska fu di Greta Garbo nella celebre pellicola del 1933, “Drottning Kristina” (riproposta il 13 aprile nel corso della rassegna).

 

Sabato sera è stata la volta del regista norvegese Petter Næss, suo il film “Into the White”, nel quale c’è una curiosità, la presenza di Rupert Grint (il Ron Weasley di “Harry Potter”). Il film norvegese affronta la difficile vicenda dei piloti, alleati e non, che precipitarono sulle montagne norvegesi durante il Secondo Conflitto Mondiale, trovandosi di fronte talvolta un avversario in comune: la natura selvaggia.

 

E’ intervenuta nel dibattito China Ahlander, produttrice svedese dI “Mangiare Morire Dormire”, film che dipinge una drammatica e sconosciuta realtà, quella dell’immigrazione. Non è mancata l’Islanda, (un paese di cui si parla sempre più frequentemente, date le crescenti prove di avvicinamento alla UE) rappresentata nel Nordic Film Fest dal film autobiografico “Mamma GòGò” del regista Fridrik Thor Friðriksson, il quale è stato anche candidato agli Oscar nel 1992 con la pellicola “Children of Nature”.

 

Un evento importante, all’interno della manifestazione, è stato la proiezione, il 12 aprile, di “Olof Palme”, film che prende il nome dal primo ministro svedese assassinato nel 1986, un politico che fece molto per l’avvicinamento delle socialdemocrazie e della politica europea al Sud del Mondo e per un approccio paritario ai problemi dei diversi paesi, il che all’epoca appariva rivoluzionario. Ancora oggi in Svezia si indaga su quel delitto: assieme alla regista del film Kristina Lindström è intervenuto l’autore del libro “Olof Palme, vita e assassinio di un socialista europeo”, Aldo Garzìa, con un commento di Walter Veltroni.

 

Aldo Ciummo

Antiche arti dell’Europa Contemporanea: arte tessile in Lituania

In Lituania a a partire dal 22 settembre settantaquattro giorni di mostre d‘arte contemporanea, trecento artisti, spettacoli di danza intorno al tessile la Biennale di  Kaunas, quest’anno dedicata alla scienza ed all’industria


Artigiani e docenti da quasi 40 paesi di tutto il mondo in gallerie e spazi allestiti in una delle città più antiche d’Europa:  Dal 2005 le mostre tradizionali tessili della città lituana di Kaunas si sono trasformate in manifestazioni interdisciplinari (patrocinate da un team internazionale) il contenuto della festa da allora cambia ogni anno, la città si fa riconoscere sempre di più come uno dei più importanti centri del mondo tessile. E’ un esempio di come l’Europa alimenta con nuove energie le antiche tradizioni dei territori emergenti, oltre che di quelli che hanno partecipato alla fondazione della comunità: noti artisti accanto a piccoli produttori, province di paesi più piccoli e meno conosciuti visitate da tutto il continente, grazie ad una nicchia di arte o di artigianato conosciuta in tutto il mondo.
 
La Biennale di Kaunas da dieci anni fa del tessile la sua parola chiave, quest’anno si chiama “Rewind-Play-Forward” come i comandi di un registratore, per simboleggiare i tre momenti dell’arte, passato, presente e futuro. I laboratori aperti quest’anno parlano di arte, scienza ed industria, sono previste mostre di gruppo e personali, la più grande conferenza europea sul tessile, un programma interdisciplinare di danza contemporeanea e arte visiva. Le domande di partecipazione sono arrivate da decine di paesi, ma per l’esposizione più competitiva sono stati selezionati trentuno progetti .
 
Dirigente artistico della Biennale di Kaunas è Virginia Viktiene, che ha selezionato le opere assieme ad un comitato internazionale. Quest’anno verranno esposte per la prima volta in Lituania le opere di un noto artista inglese, Yinka Shonibare. All’interno della manifestazione ci saranno le esposizioni personali dei più importanti artisti di tessile Reiko Sudo (Giappone) e Lia Cook (USA). Il programma “Rewind” presenterà processi tessili in cui artisti e scienziati uniscono la tecnologia moderna con il processo di tessitura per creare tessuti interattivi in ​​grado di interagire con l’ambiente. Nel programma “Play” si intrecciano danza contemporanee ed arti visive: promosso dal Festival Internazionale di Danza “Aura” e dalla Biennale di Kaunas questo programma ha favorito le condizioni per la nascita di sei nuovi spettacoli.
 
Partecipano gli artisti più significativi nel proprio campo: la tessitrice finlandese Silja Puranen, i fratelli brasiliani (artisti di strada) Os Gemeos, il coreografo tedesco Johannes Wieland, il suo collega norvegese Kenneth Flak e altri. La terza parte della Biennale di Kaunas (Forward) consiste nella Sedicesima Conferenza Europea del Tessile, la più grande a livello internazionale: quest’anno ha scelto Kaunas. Nel 2011 cade il trentennale della rivista ”Textile Forum” organizzatrice della conferenza, Beatrijs Sterk ha invitato a Kaunas per leggere le relazioni nella conferenza le maggiori personalità dell’arte contemporanea tessile. Molti di questi ospiti sono stati invitati ad organizzare le mostre personali a Kaunas. Alla conferenza parteciperanno circa 150 artisti dell’arte tessile, design, professionisti dell’industria provenienti da ogni parte del mondo. Ci sarà spazio anche per la promozione dei giovani artisti, per collaborare al loro sviluppo e creazione di network. La Biennale di Kaunas quest’anno si svolgerà dal 22 settembre al 4 dicembre a Kaunas.

 

Sei risposte sulle biblioteche

Aldo Ciummo / Intervista con Hellen Niergaard, Consulente capo dell’Associazione delle Biblioteche Danesi (Prima Parte) 
 
 
 
Le biblioteche sono nate nell’era della comunicazione analogica; possono soddisfare le attuali esigenze della società?
 

Le biblioteche, come tutte le istituzioni che concernono la conoscenza naturalmente dovrebbero riflettere i cambiamenti nei formati dell’informazione ed adattarsi ad essi. Le biblioteche pubbliche, come altre istituzioni pubbliche in Danimarca ed in molti altri paesi, attualmente stanno aggiornando i propri servizi in accordo con gli sviluppi della società della conoscenza, il loro focus sulle fonti on line e la trasformazione nelle abitudini di consumo mediatico dei cittadini. Allo scopo di fornire accesso sia all’informazione alla conoscenza ed ai formati di cultura analogici che a quelli digitali.

Nell’aggiornamento più recente della legislazione bibliotecaria danese, “Act regarding Library Services”, dal 2000, si afferma che: “l’obiettivo delle biblioteche pubbliche è promuovere l’informazione, l’istruzione e le attività culturali rendendo disponibili libri, periodici, libri interattivi ed altro materiale disponibile, come musica registrata e fonti elettronici di informazioni, inclusi internet e mezzi multimediali.”
 

Più recentemente, nel 2009, un rapporto su “Le Biblioteche Pubbliche nella Società della Conoscenza” è stata pubblicata dall’Agenzia Danese per le Biblioteche ed i Media del Ministero della Cultura. Esso contiene raccomandazioni di un comitato nazionale e vede la biblioteca come il centro culturale e dell’apprendimento sul territorio. Il documento sottolinea che “nella società della conoscenza gli sforzi della biblioteca pubblica di favorire la scoperta, l’istruzione e le attività culturali è più importante di quanto lo sia mai stato in precedenza” e che “oggi la biblioteca è anche il posto per esserci ed incontrarsi, dove si ottengono istruzioni, si usa internet o si trova supporto nel centro cittadino di servizi”. In ultimo si indicano una serie di servizi di city hall incorporate nelle biblioteche pubbliche in aree urbane e suburbane particolari (nel 21% dei municipi nel 2010). I consigli del rapporto per ulteriori sviluppi delle biblioteche sono divisi in cinque linee di azione: Biblioteche aperte (24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana di apertura), Ispirazione ed apprendimento, la biblioteca danese digitale, Partnerships e Sviluppo Professionale.
 
Quanto è importante nel dibattito l’architettura, al fine di ottenere un cambiamento effettivo nelle attività bibliotecarie?
 
Dal momento che la biblioteca pubblica sta cambiando radicalmente in termini di concezione e di servizi, nello stesso modo l’edificio che ospita la biblioteca dovrebbe essere aggiornato. Il design dell’edificio dovrebbe anche riflettere il cambiamento nell’utilizzo effettivo della biblioteca. In accordo con le analisi danesi circa il 50% (Traflitaelling/KL, 2004, Trafikanalyse Arhus/Moller, 2005) degli utenti visita le biblioteche pubbliche per altre ragioni che non prendere a prestito i libri.
L’ambiente fisico della biblioteca di conseguenza sta cambiando da una stanza caratterizzata da raccolte stampate e diventando un luogo comune aperto per la cultura, l’apprendimento e fornendo con intuito accesso sia a collezioni fisiche che a risorse digitali ed a orientamento professionale di tipi differenti.
Per promuovere un dibattito sui concetti e la moderna architettura della nuova biblioteca, nel 2009 l’Associazione Danese delle Biblioteche (DLA) ha pubblicato “Library Space: Inspiration for building and design”. Con questo libro l’Associazione vuole stimolare un ripensamento del progetto e della costruzione della biblioteca, da un luogo orientato al prodotto ad un luogo orientato all’utente. Allo scopo di fornire ai cittadini servizi significativi, aggiornati e di alta qualità nella società della conoscenza nel ventunesimo secolo: a vantaggio del singolo utente e della società nel suo insieme.
 
Nel corso della Conferenza (sulle Biblioteche svoltati presso il Goethe Institut di Roma nel maggio 2011 ndr) il dibattito ha sottolineato anche il ruolo delle biblioteche in favore dell’integrazione dei cittadini e della inclusione sociale; cosa può fare l’architettura in concreto?
 
Probabilmente non esiste una risposta corretta alla domanda ma una cosa è molto importante. L’architettura dovrebbe essere aperta ed accogliente – e meno come una fortezza di libri del passato, formale. Questa domanda porterà ad una architettura insignificante e poco interessante? Personalmente io non penso questo. Al contrario – ogni edificio bibliotecario dovrebbe incontrarsi con l’ambiente circostante ma anche fungere da punto di riferimento locale per la conoscenza e la cultura; qualcosa di cui essere orgogliosi e dalla quale essere attirati sia che si sia abituati a frequentare la biblioteca oppure no, che si sia intellettuali o meno.
Un recente esempio internazionale di un carattere scultorio molto suggestivo è la Biblioteca Pubblica di Seattle, dell’architetto olandese Rem Koolhas. Dieci qualità più una sono considerate cruciali per qualsiasi edificio bibliotecario. Il direttore delle Biblioteche Universitarie del Regno Unito, il professor Andrew McDonald, nelle “Dieci maggiori qualità di un buono spazio bibliotecario” (IFLA Library Building Guidelines: Development & Reflections, p. 13-29. Saur, 2007), aggiorna e converte i dieci comandamenti degli anni settanta sulle architetture bibliotecarie dell’architetto britannico Faulker Brown.
Idealmente, afferma McDonald, il nuovo spazio della biblioteca dovrebbe essere: funzionale, accessibile, vario, interattivo, favorevole, ambientalmente adeguato, sicuro e tranquillo, efficiente, adatto alle nuove tecnologie e – per di più – dovrebbe avere il fattore “oomph” or “wow”. Le parole chiave qui sono quelle che parlano di inclusione sociale: accessibile, differenziato, interattivo e non ultimo favorevole; lo studioso lo descrive come uno spazio con una alta qualità umana che motiva e ispira le persone”.
 

A Roma l’incontro tra Danimarca ed Italia

 

Giovedì 7 aprile e venerdì 8 aprile in Via Omero l’iniziativa di Ambasciata Danese a Roma e Università di Copenaghen all’Accademia di Danimarca, il convegno si intitola “L’Italia in Europa – L’Italia e la Danimarca

L’Accademia di Danimarca di Roma, assieme all’Università di Copenaghen, ha voluto partecipare alle manifestazioni per il centocinquantesimo anno dell’unità d’Italia, organizzando due giorni di dibattiti presso la sua sede nella capitale italiana, con la collaborazione dell’Ambasciata danese di Roma. Si comincia giovedì 7 aprile, dopo il benvenuto del Direttore dell’Accademia di Danimarca Erik Bach, ed il saluto del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.

Giovedì è in programma una interessante discussione intitolata “Italia ed Europa” e moderata dal professor Gert Sorensen, dell’Università di Copenaghen (la mattinata è riservata agli addetti ai lavori): ad intervenire saranno Francesco Barbagallo, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che parlerà di “Nazione, Stato, Costituzione dall’Unità alla Repubblica”; Biancamaria Bruno della Rivista Lettera Internazionale, sul tema “Comunicazione tra le lingue, comunicazione tra le culture”, infine sarà la volta di Francesco Biscione (dell’Istituto della Enciclopedia Italiana) su storicismo italiano ed identità italiana in un contesto europeo e di Gianni Barbacetto (del “Fatto Quotidiano” e di “Micromega”) sulla situazione italiana dell’informazione.

Nel pomeriggio di giovedì (accesso libero) il dibattito intitolato “Italia e Danimarca. Andata e ritorno” sarà moderato da Paolo Borioni, del “Center for Nordic Studies-Università di Helsinki”: interverranno Gert Sorensen, dell’Università di Copenaghen, che parlerà dell’Italia del “Grand Tour” dei danesi dalla fine del settecento ad oggi; Kristina Junge Jorgensen, dell’Università La Sapienza, sull’argomento “Federico IV. Viaggio in Italia”. Il discorso sui rapporti culturali tra Italia e Danimarca toccherà anche la storia del teatro, in proposito Bent Holm, dell’Università di Copenaghen, tratterà dell’identità comica, dell’italianità di Holberg e del ruolo delle opere di Goldoni nella creazione di un teatro nazionale danese, mentre Anna Maria Segala, dell’Università La Sapienza di Roma, analizzerà l’Odin Teatret tra Italia e Danimarca.

L’iniziativa proseguirà nella mattinata di venerdì 8 aprile (accesso libero), con il dibattito moderato dalla dottoressa Kristina Junge Jorgensen (della Università degli Studi di Roma La Sapienza), nel corso del quale Hanne Jansen, dell’Università di Copenaghen, illustrerà “L’Italia in Danimarca vista dall’ottica delle traduzioni”, mentre Anna Wegener, sempre dell’Università di Copenaghen, parlerà dei libri della scrittrice Karen Michaelis letti da adulti e da giovanissimi nell’Italia dell’anteguerra. Altri argomenti che saranno affrontati nel corso della giornata sono la letteratura danese in traduzione italiana (Bruno Berni dell’Istituto Italiano di Studi Germanici); “L’immaginario e la realtà storico-politica”, con Jorgen Stender Clausen, dell’Università di Pisa, che tratterà dei rapporti tra Brandes e Garibaldi; Mads Frese (di “Information”, Copenaghen) si soffermerà sull’immagine dell’Italia contemporanea nella stampa danese ed infine Paolo Borioni sulla comparazione dei due paesi.

“L’Accademia di Danimarca” di Roma, attualmente diretta da Erik Bach, si trova in  via Omero ed è un Istituto culturale da lungo tempo attivo a Roma e nella regione (ha ad esempio portato avanti accurate ricerche sul tempio di Castore e Polluce, studi nell’area di Nemi e portato alla luce reperti inediti a Nomentum, tra Mentana e Fonte Nuova). L’Accademia permette a studiosi e studenti di Università di città come Copenaghen ed Aarhus di approfondire sul campo la storia artistica di Roma e del territorio circostante.

Aldo Ciummo