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UE, il cammino del Movimento Federalista Europeo continua

Settanta anni fa nasceva il movimento europeista, che partecipò alla lotta di liberazione contro i fascismi, l’iniziativa di Ventotene lo ricorda

Si avvicina l’annuale appuntamento di Ventotene, il seminario organizzato dal Movimento Federalista Europeo, di cui fanno parte persone di diversi orientamenti politici unite dall’impegno per la creazione di una vera federazione sovranazionale in Europa e dai princìpi dell’antifascismo che fu all’origine dell’organizzazione. Dal primo al sei settembre a Ventotene si svolgerà l’iniziativa voluto anche quest’anno dal movimento, nato il 28 agosto 1943 a Milano, mentre ancora la città era sotto occupazione, quindi in una riunione clandestina.

I militanti dell’MFE parteciparono alla lotta contro il fascismo e federalisti come Colorni, Ginzburg e Jervis morirono combattendo contro la dittatura. Il contributo dell’organizzazione al raggiungimento di obiettivi come la Comunità Europea di Difesa e la Comunità Politica Europea è sempre stato significativo, tanto più in considerazione dell’assenza di qualsiasi struttura e risorsa partitica, in tempi in cui anzi l’iniziale impegno degli stati per abbattere le barriere si raffreddò progressivamente a causa del peso di grandi partiti che per ragioni diverse e spesso contrapposte preferirono comunque rifugiarsi nelle sicurezze disponibili nel solco delle politiche nazionali tradizionali.

Ma il cammino del federalismo europeo, teso a unificare l’intero continente, partiva da lontano e cioè proprio da Ventotene, dove Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, antifascisti ed europeisti, erano stati confinati dal regime. Lì idearono il “Manifesto per una Europa Libera ed Unita”, quella che ancora oggi si cerca di raggiungere superando le minacce speculari dei populismi xenofobi ed antiparlamentari e del liberismo tecnico o conservatore, sebbene i progressi ci siano stati e siano visibili tanto nelle politiche di coesione, le uniche spesso ad andare incontro ai territori, quanto nell’avanzamento dei diritti e del pluralismo, senza dimenticare gli scambi culturali ed economici che mettendo in relazioni i paesi tra loro sono oggi l’elemento più efficace dello sviluppo di tutta l’area geografica.

Il Movimento Federalista Europeo spinge ancora adesso per una Unione compiuta, senza nessun finanziamento pubblico ma in base allo sforzo dei suoi attivisti, iscritti a diverse forze politiche, a volte opposte, ed ha tuttora migliaia di iscritti e un centinaio di sezioni nelle regioni italiane, oltre ad una presenza massiccia in Francia e soprattutto in Germania e nella maggior parte degli stati europei, trattandosi di una associazione continentale (UEF).

Aldo Ciummo

Norvegia e Svezia tra i paesi più ecosostenibili

Il rapporto del gruppo di investimento svizzero ha preso in considerazione per le opportunità legate all’ambiente cinquantanove paesi sviluppati ed emergenti

Gli stati nordeuropei risultano ancora una volta tra i più attenti all’ambiente, assieme a realtà di altri continenti come Australia e Canada: il rapporto di un gruppo di investimento svizzero ha posto la Svezia in cima alla classifica, che vede tra i primi dieci anche Norvegia, Finlandia e Danimarca, oltre a paesi del Commonwealth come Australia (secondo nella lista), Canada ed il Regno Unito.

Tra i paesi europei nei primi dieci anche l’Olanda. La particolare classifica associa le opportunità di investimento con la sicurezza ambientale.

Paesi come Norvegia e Svezia hanno raggiunto in questo tipo di analisi parametri molto positivi anche negli aspetti legati all’ambiente nei settori della occupazione, dell’istruzione e della cura istituzionale riguardo questi argomenti, nella classifica menzionata la Norvegia ha raggiunto il quinto posto e la Svezia si è piazzata prima.

Aldo Ciummo

In Danimarca la politica è ancora interesse pubblico

Ogni anno l’isola di Bornholm ospita un confronto di diverse idee e per giorni i politici incontrano i cittadini e le associazioni della società civile

 

Il Folkemødet è un festival danese di politica, che si svolge all’inizio dell’estate, a metà giugno, per dare la possibilità a politici e cittadini di incontrarsi faccia a faccia, in occasione dell’evento gli imprenditori si confrontano ad esempio con i rappresentanti del Parlamento.

Nell’edizione del 2013 è stato presente il presidente del Parlamento, Mogens Lykketoft, che ha sottolineato come un aspetto interessante del festival sia il confronto, senza l’intermediazione dei mass media, tra esponenti delle istituzioni e diversi settori della società civile.

Nelle ultime edizioni, decine di migliaia di persone hanno preso parte all’iniziativa, sull’isola di Bornholm (vicinissimo alla Svezia). Molti partecipanti hanno affermato, anno dopo anno, che i politici quando la manifestazione entra nel vivo vogliono soprattutto parlare coi cittadini e considerarne le opinioni.

La Danimarca non ha ancora adottato l’euro, questo è uno dei temi più dibattuti. Le personalità intervenute anche quest’anno provenivano da orientamenti politici molto diversi, si va infatti da Connie Hedegaard, Commissario all’ambiente della Unione Europea, all’eurodeputato Morten Messerschmidt, che sostiene posizioni euroscettiche. Dan Jorgensen, al contrario, è intervenuto con una impostazione europeista.

Il dibattito è sempre molto cordiale, anche partendo da idee opposte. Il festival della politica che si svolge nell’isola prevede ogni anno diversi momenti di dibattito, musica, cultura, sport. Accanto alle istituzioni, naturalmente rappresentate attraverso i partiti, partecipano all’iniziativa anche molte associazioni espressione della società civile che promuovono il dibattito dei giovani in diversi ambiti.

Aldo Ciummo

Germania, la coalizione progressista può farcela

Il partito anti-euro non decolla nei sondaggi, ma pochi voti erosi ai liberali nelle elezioni di settembre archivierebbero i governi conservatori

Non manca molto a settembre, quando si svolgeranno quelle elezioni tedesche che ormai nelle preoccupazioni di tutti i cittadini europei ricordano l’ansia precedente alle consultazioni americane del 2008, e ciò non a torto: le conseguenze sulle linee di politica economica sono prevedibilmente significative, sia nel caso di una riedizione del centrodestra liberata dal timore della defezione elettorale dei conservatori euroscettici, sia in quello di un partito socialdemocratico che mantenga al suo interno (e nelle alleanze) almeno un po’ di sinistra, che teoricamente non dovrebbe avere molto a che fare con la strana accoppiata rigore-liberismo sperimentata in questi ultimi anni.

Stando ai sondaggi, la nuova formazione populista “Alternative fuer Deutschland” (AfD), che propaganda l’uscita dall’euro, raccoglierebbe appena pochi punti percentuali, addirittura sarebbe soltanto vicina al due per cento, rimanendo quindi fuori dal Parlamento tedesco. Se questi pochi consensi fossero tolti alla componente liberale di governo (l’ Fdp, nel cui campo d’opinione si ritiene da più parti che si collochi una buona parte degli euroscettici vicini alle posizioni dell’Afd) l’effetto potrebbe essere però abbastanza rilevante: i liberali infatti hanno già perso molti consensi nelle ultime consultazioni e potrebbero fermarsi ora ad un soffio dalla soglia di sbarramento del cinque per cento.

Questo aprirebbe la strada ad un governo progressista, a patto che i Socialdemocratici abbandonino le tendenze rigoriste e conservatrici  e preferiscano la strada dell’equità e dello sviluppo, la linea già indicata dalla governatrice del Nord-Reno Vestfalia, Hannelore Kraft e proposta con successo ai tedeschi per vincere nel 2010 nello stato nordoccidentale del paese. I Socialdemocratici dovrebbero, in questo caso, allearsi con i Verdi e con le sinistre alternative, offrendo ai cittadini un opportunità europea, laddove negli ultimi tempi l’Europa è stata spesso dipinta come un peso, nonostante gli indubbi vantaggi che la Germania ha sempre avuto come frutto della partecipazione alla costruzione europea e nonostante l’evidenza che la crisi in altri paesi del continente è presto divenuta un grosso freno anche per Berlino.

La crescita socioeconomica nella UE è il migliore investimento che la Germania, al pari di altri grandi paesi componenti della Unione Europea, può compiere per diventare più competitiva. Gli outsider che rifiutano l’euro non sembrano in grado di intercettare l’interesse dei tedeschi, i quali pur diffidenti su alcuni temi comunitari sanno che l’euro non ha prodotto chissà quali problemi, (peraltro scarsi in Germania riguardo ad occupazione e profitti). Il Centrodestra e buona parte dei Socialdemocratici hanno gestito i temi europei con una attenzione piuttosto ferma agli interessi nazionali, come sanno bene anche gli altri paesi, lasciando poco spazio ad una forza monotematica come il partito anti-euro AfD, che tra l’altro è poco gradito all’elettorato perché esiste il sospetto che questo partito accolga estremisti destrorzi.

La debolezza del Centrodestra tedesco è più che altro nel fatto che a settembre un margine infinitesimale nel voto basterebbe ed avanzerebbe ad archiviarlo. Il tallone d’achille dei Progressisti invece è lo stesso che purtroppo conosciamo da vicino, cioè la grande difficoltà che si avrebbe a convincere un elettore di quali sono le differenze evidenti con l’avversario, così da spostare quel margine.

Aldo Ciummo

UE, l’inchiesta sul datagate sarà avviata in settembre

Il Parlamento Europeo interpellerà legali ed esperti del settore, ma anche organizzazioni non governative

L’inchiesta stabilita dall’Europarlamento, riguardo alla raccolta di informazioni dei cittadini comunitari da parte delle autorità degli Stati Uniti e di paesi componenti la UE, sarà avviata a settembre. Lo ha deciso, mercoledì 10 luglio, la commissione europarlamentare per le Libertà Civili.

Le informazioni necessarie saranno reperite dalla commissione al fine di stabilire l’impatto che le procedure emerse dal datagate hanno avuto su alcuni diritti fondamentali nella UE, soprattutto nel campo della protezione della vita privata, della libertà di espressione, della presunzione di innocenza e della possibilità effettiva di rimediare alle eventuali conseguenze.

Un secondo passaggio scatterà in caso di accertate violazioni di questi diritti, qualora occorra valutare le iniziative da implementare per rafforzare la sicurezza dei dati, innanzitutto delle stesse istituzioni europee.

Da settembre saranno ascoltati non soltanto rappresentanti delle autorità statunitensi e comunitarie europee, ma anche esponenti dei parlamenti nazionali ed esperti, legali, associazioni non governative e compagnie coinvolte nel trasferimento dei dati alla NSA (National Security Agency) statunitense.

Avranno la precedenza i programmi di cui più si è parlato in questo periodo, ad esempio “Prism” e gli aspetti legali relativi a quest’ultimo ed all’US Foreign Intelligence Surveillance Act. Alla fine dell’anno l’Europarlamento nel suo insieme presenterà una relazione sul problema.

Aldo Ciummo

 

UE: la riforma sulla protezione dei dati sarà votata nell’Europarlamento

Il dibattito nella commissione per i diritti civili ha sottolineato l’importanza di regole comuni nella UE

Tanto il regolamento quanto la direttiva sulla protezione dei dati dovranno essere votati al più tardi in ottobre, questa è la conclusione raggiunta nel corso della discussione di martedì 9 luglio nella commissione per i Diritti Civili dell’Europarlamento. Gli europarlamentari ritengono che l’itinerario della legislazione comunitaria in materia sia lento e insistono molto sul ruolo di regole simili all’interno della Unione Europea.

Il regolamento riguarderà l’insieme dei dati (dei cittadini europei) trattati, mentre la direttiva sarà in merito al segmento particolare dei dati trattati per ragioni di polizia in procedimenti giudiziari.  La prima a votare sarà la Commissione per le Libertà Civili, che fornirà poi all’Europarlamento il mandato per iniziare il negoziato con il Consiglio dei Ministri, nel quale sono rappresentati gli stati componenti la UE.

Quasi cinquemila emendamenti testeranno le due parti menzionate della legge, ma i negoziati all’interno dell’assemblea dovrebbero riassorbirne un numero consistente, velocizzando l’iter dell’approvazione.  Philipp Albrecht (Verdi-Alleanza Libera Europea, Germania) ha detto che la votazione non dovrebbe ritardare oltre ottobre. Dimitrios Droutsas (Socialisti e Democratici, Grecia) ha sottolineato che il periodo è adatto ad affrontare l’argomento: il dibattito sul programma statunitense “Prism” ha reso l’opinione pubblica internazionale attenta al tema. Axel Voss (PPE, Germania) ha dichiarato che gli eurodeputati sono concentrati sul problema, ma che questo richiede minore precipitazione nella sua soluzione legislativa.

Sarah Ludford (Alleanza dei Liberali e Democratici, Regno Unito) ha affermato che la scelta migliore non è la ricerca del consenso, ma l’elaborazione di una legislazione efficace. Cornelia Ernst (Sinistra Unitaria Europea, Germania) ha detto invece che l’obiettivo non può essere soltanto un compromesso tra gli stati componenti, ma piuttosto il raggiungimento di regole comprensibili in tutta la Unione Europea.  Il prossimo incontro rilevante della commissione per le Libertà Civili è stato fissato per il 5 settembre.                                                                                                                 

UE, in agenda l’inizio del prossimo semestre di presidenza

La Commissione per le Libertà Civili del Parlamento Europeo dibatterà il tema martedì in ambito di Giustizia e Affari Interni in vista della presidenza lituana

La Commissione per le Libertà Civili dell’Europarlamento martedì 15 luglio dibatterà con due componenti del governo lituano, il Ministro della Giustizia Jouzas Bernatonis ed il Ministro dell’Interno Dailis Barakauskas, le priorità della Lituania nel semestre di presidenza di turno del paese baltico.

Si parlerà di immigrazione e sviluppo nell’incontro congiunto con la Commissione per lo Sviluppo. Altri temi che verranno affrontati sono gli accordi tra Unione Europea e Capo Verde sulla questione dei permessi dei cittadini che si spostano in Europa e sul problema delle persone attualmente senza permesso di residenza. Interverrà in proposito Mariya Gabriel  (PPE, Belgio).

Aldo Ciummo

UE, la Commissione per le Libertà Civili si riunisce lunedì

Una riunione straordinaria della Commissione per le Libertà Civili si terrà il 10 luglio, oltre a quelle previste lunedì 8 e martedì 9. Al centro ancora il datagate

La Commissione per le Libertà Civili del Parlamento Europeo si riunirà per affrontare il tema dell’inchiesta sul programma di sorveglianza della NSA (National Security Agency) statunitense e sui programmi di monitoraggio implementati da diversi stati componenti della Unione Europea.

Si discuterà quindi degli effetti delle attività emerse recentemente sull’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini europei e sulla cooperazione UE-USA in materia di Giustizia ed Affari Interni. Mercoledì si terrà una riunione straordinaria su procedure di lavoro e metodi da applicare nello svolgimento dell’inchiesta, decisa attraverso una votazione ieri dall’Europarlamento.

Sarà esaminato lo stato attuale della riforma sulla protezione dei dati, già al centro di discussioni di cui si è parlato anche su queste pagine web in occasione dei dibattiti sul tema che si sono svolti a Bruxelles a maggio e di cui sono relatori gli europarlamentari Jan Philipp Albrecht (The Greens/EFA, Germania) e Dimitrios Droutsas (Socialisti & Democratici, Grecia) i quali interverranno a questo proposito martedì prossimo.

Rispetto ai diritti fondamentali, lunedì 8 luglio si parlerà del Rapporto Annuale del 2012 sulla situazione dei Diritti Fondamentali nella UE, parteciperanno Morten Kjaerum, direttore della Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali, e Maja Sakslin, componente del consiglio direttivo che si occupa del rapporto.

Aldo Ciummo

Lavori in corso per l’allargamento UE

Molte le questioni che sono ancora sul tavolo mentre il primo luglio la Croazia sarà nell’Unione Europea

In vista dell’imminente ingresso della Croazia nella UE sono stati firmati accordi tra Zagabria e Sarajevo: la Bosnia, data la complessità della sua situazione, è al centro di molte delle criticità legate all’ingresso nella Unione Europea da parte della Croazia, ragion per cui i problemi derivanti dalla vicinanza dei due paesi sono da tempo sotto esame Ue, in materia di immigrazione come di economia.

Il Commissario all’Allargamento dell’Unione Europea, Stefan Fule, ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto dai due paesi il 20 giugno. Ieri è stata invece Catherine Ashton, Alto Rappresentante per la Politica Estera della UE, a sottolineare un altro capitolo nel quale si registrano avanzamenti, ossia il confronto tra Serbia e Kosovo (incessante dall’accordo del 19 aprile in poi).

Ormai le due entità statali cooperano costantemente nonostante le tensioni che non hanno mai cessato di ostacolare una piena collaborazione nella zona. Ad ottobre si svolgeranno nella ex provincia serba consultazioni locali la cui riuscita significherà molto nel riconoscimento di una completa normalizzazione della regione balcanica.

Aldo Ciummo

Comunicare l’Europa

Venerdì 14 giugno a Roma è stato presentato il libro “Communicating Europe in Italy” di Lucia D’Ambrosi ed Andrea Maresi
Sono stati molti gli interventi, in occasione della presentazione del libro di Lucia D’Ambrosi ed Andrea Maresi “Communicating Europe in Italy”, un testo che affronta il problema di una informazione, quella italiana, che in buona parte ancora si comporta come se il settanta per cento delle decisioni non venisse oramai preso a livello comunitario europeo. Hanno portato il loro contributo riguardo alle loro esperienze nelle istituzioni della UE Franca Faccioli (Università di Roma La Sapienza) Francesco Adornato (Università di Macerata), Giampiero Gramaglia (direttore di Euractiv) e gli europarlamentari Pittella e Angelilli.

Gianni Pittella ha sostenuto la necessità di rendere più flessibile il patto di stabilità per rendere la UE effettivamente espressione dei bisogni delle popolazioni, affermando che le forze politiche debbono uscire dalla dimensione puramente nazionale, in modo da aiutare la partecipazione popolare alle decisioni comunitarie.

Franca Faccioli ha sottolineato la difficoltà di migliorare il dialogo con le istituzioni comunitarie, quando le stesse istituzioni nazionali sono di fronte ad un calo drastico di rappresentatività ed ha evidenziato il rischio di una informazione sulla Ue eccessivamente settoriale mentre le preoccupazioni nella società vertono su questioni pratiche.

Adornato ha detto che la crisi impatta sulle possibilità della UE di risultare credibile in base agli sforzi concreti che opererà per quanti abitano il continente ed ha invitato il sistema dell’istruzione ad introdurre una educazione civica comunitaria e concluso che a partire da lì si gioca il confronto con i paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) il cui rapido sviluppo economico accentua ultimamente l’impressione di una Europa in affanno.

Roberta Angelilli ha insistito sulla necessità di spostare l’impegno europeo sulla crescita e sulla vicinanza ai problemi concreti della popolazione e di incrementare l’informazione sulle opportunità messe a disposizione di imprese ed enti pubblici, nel quadro degli incentivi europei, oltre che sull’importanza della consultazione popolare e della verifica dei risultati prodotti dai progetti di formazione.

Aldo Ciummo