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In Danimarca la politica è ancora interesse pubblico

Ogni anno l’isola di Bornholm ospita un confronto di diverse idee e per giorni i politici incontrano i cittadini e le associazioni della società civile

 

Il Folkemødet è un festival danese di politica, che si svolge all’inizio dell’estate, a metà giugno, per dare la possibilità a politici e cittadini di incontrarsi faccia a faccia, in occasione dell’evento gli imprenditori si confrontano ad esempio con i rappresentanti del Parlamento.

Nell’edizione del 2013 è stato presente il presidente del Parlamento, Mogens Lykketoft, che ha sottolineato come un aspetto interessante del festival sia il confronto, senza l’intermediazione dei mass media, tra esponenti delle istituzioni e diversi settori della società civile.

Nelle ultime edizioni, decine di migliaia di persone hanno preso parte all’iniziativa, sull’isola di Bornholm (vicinissimo alla Svezia). Molti partecipanti hanno affermato, anno dopo anno, che i politici quando la manifestazione entra nel vivo vogliono soprattutto parlare coi cittadini e considerarne le opinioni.

La Danimarca non ha ancora adottato l’euro, questo è uno dei temi più dibattuti. Le personalità intervenute anche quest’anno provenivano da orientamenti politici molto diversi, si va infatti da Connie Hedegaard, Commissario all’ambiente della Unione Europea, all’eurodeputato Morten Messerschmidt, che sostiene posizioni euroscettiche. Dan Jorgensen, al contrario, è intervenuto con una impostazione europeista.

Il dibattito è sempre molto cordiale, anche partendo da idee opposte. Il festival della politica che si svolge nell’isola prevede ogni anno diversi momenti di dibattito, musica, cultura, sport. Accanto alle istituzioni, naturalmente rappresentate attraverso i partiti, partecipano all’iniziativa anche molte associazioni espressione della società civile che promuovono il dibattito dei giovani in diversi ambiti.

Aldo Ciummo

UE, obiettivi più stringenti per l’ecologia

Concluso anche un importante accordo con paesi africani e del Pacifico per frenare la riduzione delle foreste

Si avvicina la conferenza di novembre che si terrà in Polonia sul tema della riduzione dell’inquinamento ed i negoziati sono ancora in alto mare, come ha notato anche Connie Hedegaard, Commissario europeo per il Clima, in un intervento in materia poco più di una settimana fa.

Il problema è sempre lo stesso, cioè l’enunciazione di un cambio di passo in linea di principio cui non segue nulla in termini di cambiamento dei meccanismi economici ed industriali coinvolti nelle emissioni responsabili del riscaldamento globale. Agli stati industrializzati vecchi e nuovi si chiede quindi maggiore concretezza.

Hedegaard ha auspicato che si arrivi ad un accordo legalmente vincolante a partire dal 2015. Questa comunque non è l’unica questione ambientale alla quale l’Europa sta lavorando, c’è infatti anche un nuovo accordo per salvaguardare le foreste della Costa d’Avorio, ultima tappa di una intesa recentemente conclusa con Ghana, Camerun, Repubblica del Congo, Liberia, Repubblica Centrafricana ed Indonesia.

Il Commissario UE allo sviluppo, Andris Piebalgs, è intervenuto sull’argomento poco più di una settimana fa, sottolineando le positive implicazioni economiche di una crescita che preservi il patrimonio naturale dei paesi tropicali. L’Unione Europea ha l’opportunità di segnare una discontinuità con le politiche dei singoli stati nazionali europei che spesso hanno promosso uno sviluppo troppo frammentato da contraddizioni.

Aldo Ciummo