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INTERNAZIONALE|L’Unione Europea chiede allo Zimbabwe il rispetto dei diritti

Il regime di Mugabe resta soggetto a sanzioni dopo anni di forte conflittualità interna nel paese africano

Sabato si sono svolti colloqui che hanno visto i rappresentanti dell’Unione Europea impegnati in Africa a proposito della questione dello Zimbabwe. Attualmente il Presidente Mugabe coabita con l’ex avversario Tsvangirai ma la situazione resta molto anomala dal punto di vista della tutela dei diritti politici. La residenza di Mugabe, oggettivamente gravata agli inizi da una situazione di povertà e di squilibri economici esantissimi, si è caratterizzata negli ultimi anni per una accentuazione degli aspetti autocratici, sfociati tra 2007 e 2008 nella violenta lotta tra quello che era ormai il padrone del paese e Tsvangirai che oggi è primo ministro in un difficile equilibrio.

Elezioni contestatissime si erano già svolte nel 2002. Occorre aggiungere che la lotta politica aperta dal regime di Mugabe indicando come obiettivo la redistribuzione e la crescita economica del paese si è caratterizzata, negli anni più violenti della vicenda, con una crescente aggressività verso la comunità bianca che abita quei territori. Come spesso è accaduto nel Sud del Mondo, i gruppi al potere hanno soffiato sulle ceneri dei contrasti del passato e approfittato delle difficoltà economiche delle etnie nere presenti, nel calcolo di risvegliare il risentimento verso la parte della popolazione di origine europea, che pure indubbiamente ha dato il suo contributo alla crescita istituzionale e finanziaria delle nazioni in via di sviluppo e il cui ruolo non può certo essere negato in un mondo interdipendente.

I rappresentanti dell’Unione Europea non stanno al momento discutendo delle sanzioni, riguardo alle quali non si prevedono cambiamenti perchè la posizione della comunità della Ue è di considerare il problema interno allo Zimbabwe e in altre parole mutamenti nell’approccio restrittivo verso Mugabe saranno messi in agenda quando l’atteggiamento concreto nell’applicazione dei diritti diventerà conforme agli standard internazionali che l’Europa prende a riferimento.

Aldo Ciummo