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Buon giorno Inghilterra

Birgminagham, Leeds, Manchester, Newcastle, Sheffield, Coventry, Nottingham, Bradford, la sinistra vince ovunque e lascia solo Londra ai conservatori (ma non a David Cameron)

 

La fiducia nelle ricette liberiste di destra che hanno ridotto l’Europa alle condizioni generalmente note non convincono più in nessun paese europeo, anche perchè non ce n’è uno che non conta i guasti sociali, aggravati dai tentativi dei vari populismi stile Fronte Nazionale o Lega di approfittare della crisi economica per introdurre razzismi e chiusure estranee alla cultura europea nell’Unione, come al solito molto lenta a difendersi dai rigurgiti nostalgici ed antidemocratici.

Il Regno Unito è un caso a parte, dove fortunatamente le forme più becere della destra conservatrice non hanno mai attecchito, data la vigilanza di una società civile molto avanzata che oltre a fare spesso da guida al resto del continente ha sempre evitato derive autoritarie nello stato. La destra liberista però ha dato prova di una grande aggressività, anticipando anzi alcune delle forme più estreme di liberismo senza freni, portando ad esempio ai disastri sociali dell’era Thatcher.

Il Centrodestra di David Cameron ha rinverdito purtroppo molte delle teorie e delle tecniche di governo dell’era Thatcher, tagliando le spese per l’istruzione e sociali ed aggravando soltanto in questo modo una crisi che in Europa ed in America era nata proprio da quelle ricette conservatrici che oggi vengono presentate come una necessità anche in Italia, dopo essere state utilizzate per ridurre Grecia e Portogallo ad una condizione che oramai appare solo parzialmente europea ed occidentale.

E’ molto importante il cambiamento di rotta che il Regno Unito ha effettuato ieri, rottamando i LiberalDemocratici di Nick Clegg che attraverso l’alleanza forzata con i conservatori hanno snaturato il proprio patrimonio politico, basato sui diritti della persona e non sulla sua subordinazione ad un bene assoluto come il mercato e l’intangibilità dei grandi patrimoni (teoremi e privilegi che attualmente vengono protetti ancora di più in Italia, dove non esiste più in pratica progressività delle imposte).

E’ significativo anche il colpo che Ed Miliband ha inflitto ai conservatori, il quasi quaranta per cento dei laburisti infatti, oltre a staccare di sette punti percentuali i conservatori e di molto il misero sedici per cento di Clegg, acquista peso soprattutto nei risultati territoriali, dove i Laburisti hanno guadagnato ottocento incarichi, laddove i Conservatori ne hanno persi quattrocento. Boris Johnson conquistando l’amministrazione di Londra ha creato più un problema che un vantaggio per i Conservatori, essendo da sempre il diretto avversario di Cameron all’interno del partito, lo scarto con Ken Livingstone è stato minimale. Da Francia e Regno Unito sta ripartendo un progetto progressista per la UE.

Aldo Ciummo

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Iniziativa popolare europea, solo un primo passo

E’ forte il valore simbolico della novità che entra in vigore nella UE, ma i limiti del nuovo strumento sono significativi

E’ entrata in vigore ieri la possibilità di promuovere leggi europee di iniziativa popolare (ICE, “European Citizens’ Initiatives”) raccogliendo un milione di firme. Lo strumento legislativo permetterà di proporre cambiamenti praticamente in ogni settore. Il vicepresidente della Commissione responsabile dei rapporti interistituzionali, Maros Sefcovic, ha sottolineato l’importanza di questa novità, che rappresenta una opportunità senza precedenti per la partecipazione dei cittadini in Europa.

Il sistema dell’Eci è previsto dal trattato di Lisbona e prevede che le firme siano raccolte in dodici mesi in almeno sette paesi tra i componenti dell’Unione Europea (cioè circa un quarto dei paesi appartenenti alla UE).

Il minimo di firme valide perchè uno stato venga incluso tra quelli in cui sono state raccolte le firme è calcolato attraverso una moltiplicazione per settecentocinquanta del numero dei deputati che lo rappresentano nel Parlamento Europeo, l’Italia avrebbe quindi bisogno di 54.750 firme, applicando il criterio menzionato a partire dai settantatre europarlamentari che la rappresentano.

La procedura prevista indica che, entro tre mesi dal raccoglimento delle firme necessarie (un milione) in almeno sette paesi, la Commissione deve decidere se avviare una iniziativa legislativa: il che, unito alla previa presentazione alla Commissione Europea che valuta e registra quindi le proposte popolari, lascia ampio spazio al dubbio che la partecipazione dal basso cui la novità si ispira potrebbe finire per vedere molto diluiti i suoi effetti attraverso il percorso lungo le tante difficoltà burocratiche.

Aldo Ciummo

 

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Iniziative federaliste europee a Roma

 

A settembre nella capitale italiana sono state organizzate diverse iniziative dal Movimento Federalista Europeo, nel quale sono attivi componenti di tutti i partiti e della società civile

L’ultima parte dell’estate ha veduto intensificarsi gli sforzi del MFE, movimento europeista, per spingere l’Europa ad affrontare la crisi ed assicurare una maggiore partecipazione. Il Movimento Federalista Europeo è composto da persone provenienti da tutti i settori della società civile ed è apartitico, ne fanno parte cittadini di qualsiasi orientamento, accomunati dalla convinzione che il processo di unificazione europeo abbia bisogno di entrare nel vivo delle società che formano l’Unione Europea e di poter contare su veri strumenti di governo e partecipazione che permettano alla UE di diventare un soggetto significativo.

Il seminario di Ventotene che si svolge ogni anno è stato uno degli stimoli che ha rilanciato le iniziative europeiste, assieme alla situazione internazionale che sottolinea l’opportunità di rafforzare l’azione europea e, sul territorio, l’assemblea della Gfe Roma, la sezione giovanile del movimento, che tenendosi a Roma il 15 settembre ed anticipando il congresso regionale di ottobre ha incoraggiato l’identita del MFE come realtà apolitica nel panorama istituzionale perchè composta da tendenze del tutto differenti tra loro ma legate dalla consapevolezza che esiste ormai una società europea capace di affrontare le difficoltà globali.

Negli appuntamenti di Roma stanno rivestendo un ruolo importante Acunzo, Caloisi, Cidone, Dastoli, Di Bella, Gui, Imarisio, La Porta, La Rocca, Panizzi e Pietrosanti, lungamente attivi nella diffusione delle tematiche europee e nel confronto all’interno della società civile su questioni che sono ormai sentite dalla cittadinanza ma artificialmente escluse dal dibattito politico nazionale nella comunicazione generalista a causa della chiusura nelle controversie partitiche interne. MFE e GFE rappresentano quindi un laboratorio il cui obiettivo è evidenziare nell’agenda di tutte le organizzazioni sociali, economiche e politiche significative le tematiche europee perchè queste raggiungano il peso che la società civile richiede abbiano e supportare quest’ultima nel prendere l’iniziativa in Europa.

Le Commissioni Nazionali di Studio del movimento federalista europeo, che non essendo un partito nazionale è presente in tutto il continente e promuove eventi in Francia, in Germania, in Italia come in molti altri paesi si sono riunite a settembre ed è stato approvato un testo di iniziativa dei cittadini europei. La possibilità di arrivare a referendum europei rappresenta un cambiamento nella struttura della UE, che lo prevede, perchè una organizzazione fortemente centralizzata come la comunità dei ventisette stati può acquisire la direzione voluta dai cittadini attraverso un incremento della partecipazione, una volta che le popolazioni europee avranno iniziato stabilmente ad utilizzare le opportunità presenti nei Trattati, specialmente dall’entrata in vigore di Lisbona.

Aldo Ciummo