Per la prima volta ho sentito la necessità di pubblicare una nota su Facebook, colto da profondo disgusto per quello che ho letto nel gruppo “STUPRO A GUIDONIA: SVEGLIAMOCI!!!”
Giuseppe Parente
Se non vi è ancora capitato, date un’occhiata ai post, dopodiché capirete il perché di un disagio che mi aveva portato a pubblicare un messaggio apparentemente provocatorio e partigiano: “Giuseppe ha paura dei guidoniani piuttosto che dei romeni…”
Gli spunti di riflessione che presenterò partono da istanze di carattere umano e civile, pertanto mi auguro che non vengano percepiti come “ideologici”. Facendo una rapida indagine sul web potrete rendervi conto, come ho fatto io, del retroterra pseudo-politico degli animatori del gruppo in questione, che hanno colto al balzo un tragico evento per guadagnare visibilità, per fomentare gli animi in un contesto già particolarmente teso e cavalcare l’emotività di una comunità sotto shock. Pare proprio, purtroppo, che ci stiano riuscendo.
La violenza sessuale sulle donne è un fatto ripugnante in sé, che non può trovare attenuanti o aggravanti di nessun tipo, figuriamoci nel fattore razziale. Dirò delle cose che a qualcuno possono suonare scontate, ma mi piace ricordare che spesso le cose scontate, in quanto tali, non sono ritenute oggetto degno di riflessione.
Purtroppo abusi sessuali e violenze sono all’ordine del giorno nel nostro Paese, avvengono su donne e su minori, anche e soprattutto tra le mura domestiche. Un dramma che si consuma quotidianamente nell’indifferenza quasi generale. Dove erano prima queste persone che ora chiedono giustizia fai da te, ovvero vendetta, con la bava alla bocca? E dove saranno al prossimo stupro autoctono, dopo che il riflusso emotivo li avrà risucchiati nella loro mediocre indifferenza? Probabilmente non c’erano e non ci saranno, perché si tratta di persone interessate a trovare legittimazione per dare sfogo ai loro atteggiamenti più bassi, piuttosto che a difendere la dignità calpestata delle donne.
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